Settant’anni di Topolino. Storia di un’emozione infinita

Topolino 70 anni

Topolino compie settant’anni. Uno dei fumetti più famosi di sempre spegne settanta candeline. Da decenni le avventure del celebre topo, ma anche quelle dello sfortunato Paperino, dell’avido Paperone e di una miriade di altri personaggi unici, continuano a far sognare milioni di bambini e non solo.

Il 7 aprile del 1949 i bambini italiani, cominciarono a sognare.

Nelle edicole, infatti, trovarono il primo numero di Topolino, un fumetto che sarebbe entrato nella leggenda della stampa dedicata ai ragazzi e non solo.

Quel primo, rarissimo esemplare, il cui costo oggi supera abbondantemente i 2000 euro, presentava il topo più famoso del mondo nelle vesti di un suonatore, con delle insolite braghe azzurre.

Cento pagine, al costo di sessanta lire, che emozionarono i bambini italiani, rapiti da quei fantastici disegni e da quelle storie ogni volta diverse.

Ma c’è da crederci che anche i loro genitori, magari di nascosto, abbiano letto quel fumetto che ha attraversato indenne la storia arrivando fino ai nostri giorni.

In realtà gli italiani, prima ancora di quel fatidico 7 aprile, avevano già fatto la conoscenza con il topo creato da Walt Disney.

Il 31 dicembre 1932 era uscito Il giornale di Topolino, una rivista di otto pagine con solo due disegni a colori, realizzati da Giove Toppi e stampato dalla casa editrice Nerbini di Firenze.

Uno di quei preziosi giornalini, tempo fa, è stato battuto all’asta per l’esorbitante cifra di 18 mila euro.

Mesi dopo la Nerbini siglò un accordo con la Disney per pubblicare le strisce originali americane.

Ma non fu il successo atteso. Nel 1935 l’editore fiorentino cedette i diritti di Topolino alla Mondadori.

Un’altra storia stava per cominciare.

È l’aprile del 1949 quando “Topolino giornale” si trasforma in “Topolino libretto.”

Il motivo fu essenzialmente economico. In un’Italia che stava, seppur a fatica, rialzandosi dalle macerie della guerra, il verbo risparmiare era un imperativo, anche per gli editori.

Mondadori, per ottimizzare i costi di stampa, decise di adeguare anche Topolino al formato del famoso Readers’ Digest, che tanto successo stava riscuotendo.

Quel formato, apparentemente azzardato, piacque invece e tanto.

Una popolarità, per certi aspetti inaspettata, che convinse i vertici della Mondadori a trasformare quello che era un mensile in un quindicinale.

Ma quel cambiò non bastò a placare le richieste.

Topolino faceva impazzire bambini e non, che attendevano con trepidazione la sua uscita nelle edicole.

E allora, nel pieno del boom economico, dal 5 giugno 1960, con il n.236, Topolino divenne un settimanale.

Bisognerà attendere però sette anni, perché la copertina di quella che era già una delle riviste in assoluto più vendute, assumesse quel tratto tipografico che ancora oggi la contraddistingue.

Nel 1967 comparve per la prima volta il famoso dorso giallo, una scelta che fu subito premiata.

Uscire ogni settimana significava, però, aumentare vertiginosamente il numero delle storie.

Quelle prodotte negli Stati Uniti, infatti, risultarono ben presto insufficienti. Inoltre già tempo si avvertita la necessità di realizzare storie originali, insomma made in Italy.

Per questi motivi nacque la scuola italiana del fumetto Disney, un vanto che, già alla metà degli anni Sessanta, era capace di sfornare almeno il 60% delle storie pubblicate da Topolino, percentuali che crebbero nei decenni successivi.

Oggi, praticamente, la quasi totalità delle storie è prodotta da disegnatori italiani.

Da quella scuola sono uscite strisce divenute celebri in tutto il mondo.

Francia, Germania, Spagna; ma anche Grecia, Inghilterra, Russia, Polonia e persino la lontana Turchia. Nessun paese europeo fu indenne dal fascino di quelle storie create in Italia.

Ma il valore di quelle storie superò i confini continentali, arrivando in America Latina, in Giappone e addirittura in Cina.

Ma probabilmente la soddisfazione maggiore, fu ottenuta quando il “nostro” Topolino sbarcò negli Stati Uniti, dove quel leggendario fumetto era nato.

Le firme su quelle storie senza tempo, erano quelle di autori del calibro di Guido Martina, Romano Scarpa, Luciano Bottaro, Giovan Battista Carpi, Giorgio Cavazzano, solo per citarne alcuni fra i più famosi.

Disegnatori ai quali si deve anche la genesi di personaggi che, ben presto, divennero celebri quasi quanto i loro illustri progenitori.

Brigitta, la spasimante di Zio Paperone, Trudy, la fidanzata di Gambadilegno, ma anche Paperinik, il giustiziere mascherato e il suo contraltare femminile, la fascinosa Paperinika.

Storie ogni volta originali che, nel corso di questi settant’anni, hanno visto la preziosa collaborazione di autori “speciali”. Renzo Arbore ma anche Mario Monicelli, senza dimenticare Gigi Proietti e il grande Enzo Biagi.

Un’altra caratteristica peculiare del Topolino “italiano” fu la presenza di celebrità nostrane che vennero “paperizzate” o “topolinizzate.”

Vasco Rossi divenne Comandante Brasko, mentre Jovanotti prese il nome di Paperotti.

Non solo star della musica, però.

Nel corso di questi anni, molti voti noti della televisione sono comparsi sulle strisce settimanali di Topolino.

Come non ricordare Pippo Bau, trasformazione cartoon del Pippo Baudo Nazionale o PaperFab, versione fumettara di Fabio Fazio.

E poi Francesco Totti, trasformato per il delirio dei suo milioni di fan in Papertotti, o il ballerino Roberto Bolle, che assunse le sembianze di Bolleduck.

Lo straordinario strumento del fumetto Disney, ha fatto conoscere ai lettori il mondo dell’arte, della scienza o della storia. Numerosissimi sono stati gli artisti celebrati dal settimanale.

Piero della Francesca, Caravaggio, Salvador Dalì. Ma anche Gauguin, Monet, Hokusai, e Andy Warhol.

Sono solo alcuni dei moltissimi personaggi comparsi anche recentemente nei due cicli “La storia dell’arte di Topolino” di Roberto Gagnor, in cui gli eroi Disney hanno rivissuto alla loro maniera, episodi salienti della vita dei grandi e immortali maestri.

Topolino, edito oggi dalla Panini Comics, ramo della celebre azienda che stampa da decenni le mitiche figurine dei Calciatori, è un pezzo della nostra storia patria.

Per questo, lo scorso 3 aprile, per celebrare nel migliore dei modi l’anniversario, è stato pubblicato un numero davvero speciale, da collezione, con la celeberrima cover rossa del 1949, rivisita per l’occasione dal Maestro Giorgio Cavazzano.

«Topolino –come ha detto l’attuale direttore Alex Bertani- nel corso della sua lunga storia ha avuto la capacità di evolversi, di trasformarsi da strumento di evasione a vero e proprio “classico” del nostro tempo: una di quelle presenze forti, che possono permettersi il lusso di prescindere dai tempi e dalle mode contingenti, talmente radicato in tutti noi da ritagliarsi un suo preciso spazio nel nostro quotidiano. Topolino ha accompagnato generazioni di lettori alla scoperta della realtà del mondo adulto: un grande strumento di divertimento e formazione, che, nonostante gli anni che passano, ritengo sia ancora oggi capace di emozionare e trasmettere la magia di personaggi che sono nella memoria e nelle emozioni di tutti noi.»

Testo: Maurizio Carvigno

Foto: Panini Comics

Nato l'8 aprile del 1974 a Roma, ha conseguito la maturità classica nel 1992 e la laurea in Lettere Moderne nel 1998 presso l'Università "La Sapienza" di Roma con 110 e lode. Ha collaborato con alcuni giornali locali e siti. Collabora con il sito www.passaggilenti.com

COMMENTA QUESTA DOSE DI CULTURA

Lascia un commento!
Inserisci il tuo nome qui