Be happy, It’s friday.
Questa frase, accompagnata da una simpatica gif, spicca tra i vari articoli che invadono la mia home di Facebook stamattina, non tanto per l’originalità quanto per il tono che la distingue da quello delle notizie odierne, che parlano di paura e morte. E’ Facebook ormai la nostra rassegna stampa e molti di noi hanno appresso degli attentati a Parigi proprio dal Social Network. Ed è sempre il medesimo ad informarci sullo stato di sicurezza dei nostri amici virtuali che abitano lì, con una notifica non richiesta ma gradita.
E’ sabato. L’agognato fine settimana è arrivato. A Roma il cielo è cupo e minaccioso, specchio dello stato d’animo di molti di noi. Ieri sera siamo usciti, ci siamo svagati. Abbiamo riso e scherzato con i nostri amici, abbiamo fatto l’amore. Andavamo incontro al sereno, consapevoli di poter accantonare le piccole problematiche quotidiane, convinti di meritare uno spicchio di felicità da succhiare per qualche ora. Al rientro un occhio su Facebook come sempre, i genitori svegli con il TG acceso. No, non sarà una fine settimana qualunque: in un altro luogo, vicino a casa tua, tante persone come te si stavano svagando e sono morte ingiustamente. Uccise a sangue freddo nell’ingiusto nome di Allah.
Sei andato a letto e ti sei chiesto a cosa serve la vita, sapendo che non puoi fare nulla, tu, per questa tragedia. Ti sei sentito piccolo, poi ti sei addormentato.
Il risveglio di questa mattina non ha visto madri sbraitare per le consuete pulizie, tutti erano ancora davanti alla tv in casa. La prima cosa che ho fatto è stata cercare su Amazon un coltello portachiavi da mettere in borsa. Ho pensato che se mai vedrò un terrorista sulla metro voglio avere “un’arma “ con me e ficcargliela nel collo. No, non è proprio un sabato come tanti.
Ed ecco gli insoliti discorsi: la religione, la politica, il Giubileo, le minacce a Roma.
Mi hai detto: “Tu che hai studiato la storia dovresti saperlo che l’uomo fa sempre gli stessi errori, non te la prendere con la religione”. Io attacco le interpretazioni sbagliate, mamma. L’uomo non sa leggere la religione: ha sacrificato Ifigenia sull’altare per avere venti propizi, ha bruciato chi è andato contro i dogmi sacri. Non mi parlare di Medjugorje, papà. Qui non si parla di entità divine.
Come siamo arrivati a discutere delle crociate?
Allora vi racconto della street art del nostro quartiere, cerco di convincervi a vederla oggi. A voi non interessa poi molto. E allora, mamma, tu mi ha detto ancora: “Lo vedi? Questa é la tua fede.”
Sì, ho pensato, ma non fa male a nessuno. E’ fatta di vernice e pennelli. Non la puoi interpretare male. Non ti fa pensare di comprare online un coltellino svizzero.
Ripenso alle mie vacanze a Londra, quest’estate, alla mia perplessità di fronte a quei poliziotti inglesi che contenevano impassibili i manifestanti islamici. E ancora, a quell’indimenticabile cartello.
“L’Islam conquisterà l’Occidente”.

Alessia Pizzi