L’evento speciale Pokémon GO Fest 2020 è trascorso da meno di un mese e questo offre l’opportunità (temporale) di affrontare l’annosa questione che da luglio 2016 attanaglia chi è a favore del gioco e chi invece lo guarda con sospetto. Al netto dell’ovvio effetto sulla salute dovuto all’attività fisica, Pokemon Go fa male?
Pokemon Go: gli effetti sulla salute
Ci siamo occupati nella scorsa psicopillola di come si posa sviluppare una dipendenza nei confronti di giochi online. Dato il successo mondiale del gioco di Niantic e Pokémon Company la ricerca scientifica si è occupata ben presto del fenomeno. Nel 2017 Yang & Liu, con il loro lavoro pubblicato sulla rivista Cyberpsychology, Behavior, and Social Networking, hanno connesso alcune tessere di questo intricato puzzle. I due ricercatori hanno infatti indagato come la soddisfazione di vita dei giocatori di Pokemon Go, la quale è uno degli aspetti importanti quando si parla di salute psicologica, fosse impattata dalla motivazione con la quale questi player si rivolgevano al gioco.
Motivazioni “giuste” e “sbagliate”.
Per i lettori più attenti della rubrica PsicoPillole questa considerazione non sarà nuova. Utilizzare l’online per compensare qualcosa che nella vita reale non funziona porta ad effetti deleteri sul benessere, talvolta perfino a situazioni di dipendenza. Lo studio di Yang & Liu (2017) conferma questa affermazione mostrando come il rivolgersi a Pokemon Go per fuggire da situazioni spiacevoli nella realtà (i.e., escapismo) sia legato ad una minor soddisfazione della propria vita, la quale, beninteso, potrebbe plausibilmente essere bassa proprio per le difficoltà dalle quali si vuol fuggire e non per il gioco in sé e per sé. Al contrario, utilizzare Pokemon Go come strumento per il proprio divertimento oppure come modo per vivere le proprie amicizie ha un effetto migliorativo sulla soddisfazione di vita dei giocatori.
Ancora una volta la vera questione sembra essere il motivo per il quale utilizziamo la tecnologia. Il suo uso può arricchire la nostra esistenza e migliorare la nostra salute, così come deprimerla. Tutto è nelle nostre mani e nel nostro modo di rivolgersi ad essa.
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Fonte:
Mirko Duradoni