Vi ricordate il mito del Minotauro cretese che mangiava i bambini e che fu sconfitto da Teseo grazie all’aiuto di Arianna e del suo filo srotolato? E le guerre che videro scontrarsi prima Atene contro i Persiani e poi Atene contro Sparta? Forse meno note sono le guerre macedoniche che i Romani intrapresero per la conquista del mar Egeo, sotto i riflettori da secoli come culla di grandi civiltà (minoica, micenea, ellenica) e location di tremende lotte di potere. Nel suo abbraccio millenario sono comprese tante sedi famose, una delle principali, almeno a livello letterario, è Lesbo, patria di quella poetessa che con la sua voce femminile fece risuonare l’eros in tutta la letteratura occidentale. Attualmente spodestata dalla più nota Mykonos, meta vacanziera privilegiata di gruppi di amici e neo sposini, l’isola dove secondo Aristofane le donne erano famose famose per l’arte del lesbiazein, ovvero della fellatio, torna protagonista della cronaca per fatti ben meno comici. Sembra infatti che 30 migranti siano dispersi nelle sue acque, lo ha riferito la guardia costiera ellenica.
Continua la corsa dalla Siria verso un’Europa che chiude i propri confini e lascia le acque aperte, pronte ad inghiottire le persone in fuga. Le stesse acque che, in un papiro rinvenuto poco più di un anno fa, Saffo chiede a Era di mantenere calme, affinché il fratello Carasso torni sano e salvo con la sua nave, non riescono ad emulare un lieto fine nella storia contemporanea. Il mar Egeo è un intreccio di mito e storia, popolato da eroi, imprese, guerre e poeti: lì vicino, c’è lo stretto dei Dardanelli, la fessura turca che lo collega al mar di Marmara. In passato lo chiamavano Ellesponto, “mare di Elle”, in omaggio alla sorella di Frisso che cadde in mare mentre fuggiva da un sacrificio in groppa all’ariete dal vello d’oro. Secondo il mito, dunque, la fanciulla morì nel passaggio che unisce l’Asia all’Europa, inghiottita dalle acque profonde. Per questi migranti senza nome, invece, non ci saranno miti a renderli eterni, cantori a ricordarli, né, come suggerisce Luciano di Samosata per Elle, Nereidi che possano recuperare i loro corpi. Corsi e ricorsi della storia leggendaria, di cui purtroppo assaggiamo un finale molto meno poetico. Il massimo che possiamo aspettarci è qualche foto atroce sulle prime pagine dei giornali.
…per tutto il resto facciamo affidamento sugli dèi:
anche il sereno torna all’improvviso
dopo grandi tempeste.
(Sappho, Obbink 2014a)
Alessia Pizzi