Road To Tenerife: giù per il tubo

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Sesta settimana.

Ormai sul calendario iniziano a diminuire vertiginosamente i giorni che mi separano dal ritorno a casa, mentre quelli trascorsi qui incredibilmente appaiono accumularsi come granelli di sabbia in una clessidra. Il tempo passa e la sabbia inevitabilmente scorre. Questo fine settimana è stato inaugurato con un indimenticabile sabato all’Achaman dove con i colleghi di lavoro, anzi ormai posso dire dei veri e propri amici, siamo andati a festeggiare. Una notte lunga innaffiata dall’alcool e annegata nel reggaeton, nonostante il giorno dopo avessi la sveglia alle nove del mattino per proseguire l’esplorazione dell’isola. Tragico, ma ancora ce la posso fare.

Nonostante fossi abbastanza sicura che Tenerife mi avesse ormai mostrato tutto quello che aveva da offrire, ancora una volta mi sono dovuta ricredere. Dopo aver affittato una macchina, che a mio parere è il mezzo ideale per conoscere l’isola, e percorso l’autostrada rigorosamente vista oceano , sono arrivata a Masca.

Masca: un angolo di America Latina in Europa

Bene, come descrivere a parole Masca?

Iniziamo dicendo che si tratta di un piccolo paesino immerso silenziosamente sul fondo di una vallata, circondato da indomabili vette le cui cime sono perennemente nascoste da una densa foschia e le cui pareti sono dominate da una vegetazione impenetrabile. L’oceano nero, come il fondo di una notte senza sogni, spunta nella profonda spaccatura tra due montagne, che incrociandosi all’orizzonte giusto di fronte alla piazza principale, regalano a questo paese una vista impareggiabile.

Prima di tutto a lasciarmi impressionata è stata l’inimmaginabile sensazione di trovarsi tra le selvagge terre del Sud America, dove la natura in tutta la sua fierezza circonda l’uomo con foreste lussureggianti e panorami mozzafiato. Completamente assorta nella contemplazione del paesaggio a volte dovevo ricordarmi di essere in Europa, a quattro ore di volo da Roma, in Spagna, nell’arcipelago canario, ma davvero esistono dei posti così?

A confermare questa mia strana supposizione ha contribuito la successiva visita a Los Gigantes, passando quindi una domenica con uno stato d’animo altalenante tra un piacevole sbalordimento e la più completa costernazione.

La grande muraglia che non conosciamo

Los Gigantes, che come tutti possiamo ben immaginare significa letteralmente I Giganti, è una località costiera situata nella parte ovest dell’isola famosa per le sue pareti verticali che cadono direttamente a picco sul mare da un’altezza che arriva a toccare i 600 metri. In tempi remoti erano conosciuti come La Muralla del Infierno, un nome facilmente giustificabile dalla geografia della zona, creando tra il mare e la terra un invalicabile muro di roccia nera come le viscere della terra stessa.

Osservati da lontano sulla spiaggia, che in questa parte è scura, magmatica e rocciosa, è possibile abbracciarli quasi interamente con lo sguardo nella loro pienezza, nonostante si percepisca di essere di fronte all’ennesimo spettacolo di una natura che con acqua e fuoco ha forgiato quest’isola immersa nell’Atlantico. 


Tuttavia non si può essere sempre romantici viaggiatori, a volte bisogna lasciare spazio anche ai divertimenti più turistici sbirciando tra la lista delle cose da fare direttamente suggerita da Trip Advisor.

Trip Advisor consiglia

Per questo il lunedì sono andata al Siam Park, premiato come il primo parco acquatico d’Europa ed il secondo del mondo, un’attrazione turistica di cui qui vanno molto fieri. Questa volta le uniche vette da scalare sono state gli scivoli del parco giochi, veri e propri labirinti d’acqua, alcuni dei quali raggiungono i 240 metri di lunghezza, articolati tra curve, tunnel, salite e discese, progettati per vivere attimi oscillanti tra il divertimento ed il panico allo stato puro. Sicuramente un posto adatto agli amanti dell’adrenalina e dell’alta velocità, soprattutto da provare se si è a Tenerife.
Ammetto di aver fatto tutti i giochi, ma di non aver avuto il coraggio di sfidare il vuoto lanciandomi dalla Tower of power, il kamikaze alto 28 metri che quasi verticalmente scende a terra passando prima sotto un acquario pieno di squali. Avete idea di cosa sono riusciti ad inventarsi?
Il risultato di questo emozionante fine settimana è stato di tornare a lavoro fisicamente provata, ma comunque incontestabilmente soddisfatta. Ormai inizio a sentire la crescita di un legame che lentamente si sta solidificando proprio come quella lava da cui quest’isola è sorta in mezzo al mare. La verità è che sto iniziando a lasciare frammenti di cuore.

Stay tuned!

Martina Patrizi
23 anni, laureata in letteratura e linguistica italiana all'università degli studi di Roma Tre. Amante dell'arte e della vita, mi tuffo sempre alla ricerca della bellezza e di una nuova avventura. La mia frase è "prima di essere schiuma, saremo indomabili onde".

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