Il primo mese è passato e tanto per spuntare un paio di cosette dalla to do list prima che il tempo ladro passi troppo velocemente, mi sono levata due sfizi che iniziavano a pesare sulla coscienza: scalare un vulcano e fare surf.
Escursione sul Vulcano
Per questo ho deciso di dedicare la mia giornata libera come prima cosa alla scoperta del Teide. Il gigante addormentato, con i suoi 3718 metri la vetta più alta di Spagna. Mi attraeva l’idea di valicare quella coltre incantata di nuvole che continuamente tiene prigioniera la cima, esiliandola alla vista e relegandola a una dimensione incantata. Non a caso gli aborigeni in tempi antichissimi consideravano il vulcano come un luogo dove dimorassero le forze del male, influenzato da una divinità diabolica che albergava nelle viscere della terra.
Ovviamente il giorno dell’escursione non c’era una nuvola nemmeno a pagarla oro ed era impossibile trovare un lato dove non vi battesse il sole, abbandonando l’idea di attraversare un mondo stregato, ma accogliendo felicemente quella di essere sbarcati direttamente su un altro pianeta.
E’ stato facile capire perché viene definito paesaggio lunare, infatti bisogna tradurre completamente alla lettera il significato di questo affascinante aggettivo. Amici che mi state leggendo, sembra di essere realmente sulla Luna.
Spazi infiniti che si alternano a vasti deserti di sabbia rossa, crateri, colate laviche millenarie battute dal sole, magma nero come l’inferno, panorami a perdita d’occhio. La cosa che più colpisce lo sguardo è proprio l’immensità quasi inspiegabile del paesaggio, si avverte immediatamente la sensazione di essere troppo piccoli rispetto ad un mondo così grande, così vecchio, così incredibilmente meraviglioso.
Sarebbe stato utile chiamare in causa il buon Leopardi per spiegare a parole quella sublime sensazione di infinito che si prova quando crudamente ci poniamo di fronte allo spettacolo della natura in tutta la sua indomabile bellezza. Per lo meno io mi sono persa cercando di toccare con lo sguardo tutto ciò che riuscivo ad abbracciare, fino a quell’orizzonte dove il cielo tocca la terra ed il mondo per un attimo sembra finire.
Per chi non lo avesse mai sentito nominare, ammetto io stessa di aver ignorato l’esistenza di questo vulcano mitologico, consiglio sinceramente a chi si trovasse o si troverà sull’isola di visitarlo, abbandonare la spiaggia e catapultarsi su un paesaggio marziano alla ricerca di panorami sconosciuti.
Tavola da Surf, vieni a me!
Ora avendo lasciato il Teide ai propri dei ed essendo tornata a livello del mare, decisi di cimentarmi in una nuova ed entusiasmante impresa: conquistare le onde munita di tavola da surf. Essendo totalmente inesperta, considerai più logico iscriversi ad una lezione, così da condividere la mia pessima figura e la mia già nota scoordinazione anche con gli estranei.
Per prima cosa l’istruttore saggiamente ti spiega le basi del surf sulla spiaggia, mostrandoti la giusta posizione e le mosse fondamentali per alzarsi in piedi mantenendosi in equilibrio. Inutile dire che non servì a molto, perché come ben sappiamo una cosa è la teoria e l’altra è la pratica. Infatti una volta lasciati a se stessi in balia delle onde, tutto ciò che sembrava incredibilmente facile, quasi meccanico, diventa impossibile da realizzare, e più che assomigliare ad un surfer si assumono le sembianze di una grassa foca che annaspando cerca di reggersi sulla tavola.
Tuttavia è stata un’esperienza divertente, e solo la consapevolezza di trovarmi seduta su una tavola da surf nell’Atlantico cullata dalle onde bastava a soddisfarmi, cosciente di aver realizzato una delle tante cose nella mia vita mai mi sarei immaginata di fare. Eppure anche questa è andata.
Infine dopo un weekend completamente dedicato all’attività all’aria aperta, è giunta otra vez l’ora di tornare a lavoro (sì, perché vorrei ricordare che qui io sto anche lavorando). La nuova settimana è già iniziata con un caldo avvolgente ed un cielo serenamente limpido.
L’avevo già detto che sembra un paradiso?
Stay tuned!
Martina Patrizi