Nonni più scattanti? Provate col Tai Chi

In Cina esiste un proverbio che dice: 

Praticando il Tai Chi si diventa forti come la montagna e leggeri come la piuma.

I benefici di questa arte marziale sono esaltati da anni, ma una scoperta recente potrà aiutare gli anziani a sgambettare veloci nei parchi e in città assicurando una maggiore protezione contro le cadute.
È quello che è emerso da uno studio pubblicato su Journal of the American Geriatrics Society di marzo dove si dichiara che gli esercizi alle gambe di stretching associati a esercizi di tai chi riducono notevolmente il rischio di capitomboli.
Il Tai Chi è una pratica nata in Cina circa mille anni fa, come arte marziale di difesa, e si è diffusa in Occidente soprattutto per i risultati ottenuti contro lo stress, la depressione, il sistema cardiovascolare e il diabete. Si tratta di una combinazione di alcune posture e movimenti lenti, con un’attenzione particolare sulla concentrazione, la respirazione e il rilassamento. Può essere praticato camminando, stando in piedi o seduti, ognuno secondo le proprie possibilità, adatto in questo caso anche per le persone più “ȃgée”.
Lo studio effettuato dalla Fondazione americana The Health in Aging è stato svolto su un campione di 368 individui di oltre sessant’anni divisi in due gruppi. Il primo gruppo ha praticato un’ora individuale di tai chi a settimana per 24 settimane, il secondo ha ricevuto lezioni di allungamento per lo stesso periodo da un fisioterapista. I ricercatori hanno chiesto a tutti i partecipanti di eseguire gli stessi esercizi a casa ogni giorno per un totale di 12 mesi consecutivi. Durante questo periodo è stato chiesto loro di tenere un diario dove scrivere i progressi ed eventualmente ogni caduta mostrandolo ai ricercatori ogni mese. I risultati sono stati sorprendenti.

L’esperto: 

Ho suggerito agli adulti di imparare il tai chi in classe e praticarlo ogni giorno a casa” dichiara Mau-Rong Lin, PhD dell’Università di Taipei, Taiwan, co-autore di questo studio.

I risultati: 

Dopo sei mesi di training le persone del gruppo che praticavano tai chi riportavano un numero significativamente meno frequente di cadute rispetto all’altro gruppo e con una percentuale di circa il 50 per cento in meno di lesioni“. La pratica di quest’arte aiuta a trovare il proprio centro. Distrazione e dispersione mentale si trasformano in concentrazione e chiarezza mentale.

Sara Cacciarini
Sara Cacciarini giornalista pubblicista, si è laureata in Scienze Naturali e ha conseguito un Master di Comunicazione e Giornalismo Scientifico a La Sapienza di Roma. Collabora con CulturaMente dal 2016, è appassionata di teatro, musica e cinema.

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