Buon Natale a tutti… proprio tutti

Natale

Buon Natale a tutti… proprio tutti

Natale è felicità e gioia, non solo belle parole. Un pensiero a chi pensiero non ha, a coloro che meritano, che valgono e di cui spesso ci dimentichiamo.

Questa domenica è il giorno di Natale!

Bel periodo vero? I mercatini, gli addobbi, le strade cariche di luci lampeggianti, gente che cammina carica di buste. I bambini improvvisamente si sentono marcati a vista e, prima di scrivere delle celebri letterine che andranno ad un misterioso signore anziano che regala cose fantastiche ai bambini buoni, iniziano ad essere allegri e obbedienti. Le famiglie ne approfittano per riprendere i contatti, aggiornarsi dei mesi passati e poter rendere effettivo il celebre proverbio “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”.

Alcuni si chiudono nella religione, nella contemplazione; o nelle mode, nelle filosofie, negli idealismi ‘anti-sistema’. Il Natale però ogni anno purtroppo è diverso da quello che ci immaginiamo. Presi d’allegria e offuscati dalla smania di non pensare, ci dimentichiamo spesso della nostra ipocrisia. E’ giusto perciò augurare a tutti un ‘Buon Natale’.

Buona Natale a chi lavora per gli altri e si dimentica di se stesso. Ai medici, gli infermieri, i poliziotti, i pompieri, cuochi, camerieri, hostess e mille altri che permetteranno di sentirci più al sicuro e coccolati. A coloro che hanno paura per il prossimo anno, per scadenze di contratti, problemi familiari, fine di realtà lavorative o, perché no, percorsi di studio.

Buon Natale ai coerenti e a chi si impegna. A chi ogni giorno, malgrado mille e mille sfide, si alza e non si arrende. Dai piccoli che devono fare da padre o madre ai propri genitori agli anziani che devono ricominciare a farlo. Buon Natale a chi ama e a chi vuole essere amato. A chi lo cerca su Internet, a chi nel suo passato, a chi esclusivamente nel domani. A chi crede nel bene delle persone, a chi si fida e a chi vuole fare semplicemente un piacere.

Buon Natale agli uomini che rispettano e alle donne che si fanno rispettare. A chi crede che l’amore non abbia niente a che vedere con le mani o la violenza. A chi, per avere una relazione, non usa il ricatto, l’acido o le minacce. Buon Natale ai bambini che, come affermava Dante, sono, insieme alle stelle e ai fiori, una possibile testimonianza del Paradiso e che, con la loro purezza, ci ricordano quanto le cose siano più semplici di come le vediamo. A coloro che ci provano e anche a coloro che ci hanno provato.

Buon Natale a chi non c’ha la testa per pensarci. A chi piange, a chi ha perso tutto e a chi ha paura di seguitare a perdere. Buon Natale a chi spera che le parole di John Lennon “War is over” diventino una filosofia e non solo un’utopia. A chi, oggi come ieri e domani, sente un fischio e poi un boato, che conducono a distruzione, sangue e lacrime.

Buon Natale a chi crede che il potere non sia un lusso, ma una responsabilità. A chi rispetta le regole e insegna, non impone, come ci si deve comportare. A chi, avendo fatto un’effettiva scalata faticosa, fa in modo quotidianamente che altri non debbano subire le stesse cose. A chi crede nel lavoro, nella meritocrazia e nella giusta ricompensa. Da chi compra, da chi cerca di guadagnarsi un sogno con le proprie forze a chi si prodiga in prima persona affinché questi lo facciano.

Buon Natale alle scuole, alle biblioteche, ai teatri, ai cinema, ai laboratori, alle gallerie e a tutti quei luoghi, sacri a chi crea e usa l’immaginazione, che aiutano il mondo a dare una migliore definizione di ‘infinito’.

Buon Natale a chi Natale non lo festeggia, perché è solo un giorno come un altro.

Buon Natale a coloro che cercano un sogno. A coloro che vengono scacciati, respinti, picchiati e derisi. A coloro che, loro malgrado, dimostrando che la Storia si ripete. Molti di loro non sanno, infatti, di un’antica leggenda racconta che, durante questo periodo dell’anno, un uomo dovette far partorire la sua donna in una stalla, mentre il potere si logorava sul come essere più potente. La storia di questa coppia, di una fede diversa per quei giorni antichi, è ancora il soggetto di molte poesie che i bambini dicono, in piedi su una sedia, questi giorni di festa. Non solo. In molte case, anche dove i bambini non dicono più filastrocche, viene dato uno spazio a questa coppia, scacciata da tutti, il cui frutto ha, indubbiamente, per credenti o meno, cambiato il mondo.

E’ triste sapere che oggi, passati più di 2000 anni, esiste ancora gente che, malgrado vada nei suoi templi tutti i giorni, si riempia la casa di figure divine e sorrida nel vedere i bambini raccontare quelle parole di amore e fratellanza, in molti paesi, ha scacciato, caccia e caccerà un’altra coppia che, potrebbe, cambiare nuovamente le sorti del mondo lasciando ancora quella stalla come unico riparo: auguriamoci che il prossimo lo possano passare al caldo, comodi e accolti.

Francesco Fario

Attore e regista teatrale, si laurea in Lettere Moderne a La Sapienza per la triennale, poi alla magistrale a TorVergata in Editoria e Giornalismo. Dopo il mondo del Cinema e del Teatro, adora leggere e scrivere: un pigro saccentone, insomma! Con Culturamente, ha creato la rubrica podcast "Backstage"

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