Emanuele Bruno, un judoka sul set

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Dopo aver sfiorato la qualificazione alle Olimpiadi di Rio 2016, il grande judoka Emanuele Bruno familiarizza con il piccolo schermo come uno dei protagonisti del format TV “Un weekend con il nonno”, in onda su Rai4.

Il programma, ideato e realizzato da Stand By Me, racconta il legame indissolubile fra nonni e nipoti e lo vede in una puntata accanto a nonna Lina, scomparsa prima che il programma andasse in onda.
Emanuele, un atleta dalla grande sensibilità, difende con onore i nostri colori nella squadra delle Fiamme Gialle. Una passione nata in tenera età: a soli 5 anni, si allenava sul tatami della palestra dello zio. Lì, ha avuto inizio il suo percorso da baby judoka, durato fino all’età di 19 anni quando, dopo aver vinto l’oro nel campionato d’Italia juniores a 60 kg, l’argento nei campionati italiani juniores a 66 kg e l’oro ai campionati italiani under 23, è entrato nella squadra delle Fiamme Gialle. Il judo rappresenta la sua passione ed il suo lavoro, per questo sente l’esigenza di trasmettere i valori del judo sia ai bambini che ai ragazzi più grandi nella palestra di famiglia.
 
Vorrei che fossi tu a raccontarci i tuoi successi, Emanuele…
All’età di 18 anni, vinsi il mio primo campionato d’Italia e, a 19, il campionato italiano under 23, risultati per i quali le Fiamme Gialle mi vollero nel loro team. Questo fu il mio primo grande successo. Il secondo successo fu la conquista dell’argento nei campionati d’Europa under 23. Successivamente, ho conquistato svariate medaglie ai campionati d’Italia assoluti e nei vari circuiti internazionali validi per la qualificazione olimpica, qualificazione che purtroppo ho mancato per diverse motivazioni, una delle quali è stata il mio cambio di categoria, in quanto non rientravo più nella categoria dei 66kg. Quindi, si aspetta per parlare del terzo successo.
 
Non sei un semplice sportivo ma un difensore delle istituzioni. E’ un valore aggiunto far parte del Corpo della Guardia di Finanza e come si coniugano i due ruoli, quello sul tatami e quello più istituzionale?
Dentro e fuori il tatami rimango un finanziere, un pubblico ufficiale, e devo mantenere sempre comportamenti consoni al mio ruolo. Quindi, nonostante il judo sia uno sport da combattimento si sposa alla grande con il mio essere un pubblico ufficiale, poiché è un’arte marziale che insegna il controllo e l’equilibrio sia mentale che fisico.
 
Ha influito sulla tua carriera agonistica la formazione che hai ricevuto? I traguardi sportivi si raggiungono, oltre che alle doti fisiche e psicologiche, con una volontà ferrea e spirito di sacrificio.
L’educazione, il rispetto e l’essere una persona determinata, aspetti che i miei genitori mi hanno trasmesso, hanno fatto sì che io sia arrivato dove sono ora.”
 
Il judo è uno sport meraviglioso, nobile e rispettoso. Credi che le energie aggressive possano venire convogliate dall’educazione al contatto fisico e all’autocontrollo? Penso alle arti marziali come a una disciplina che cura e indirizza i percorsi…
Come ho detto prima, il judo è uno sport che insegna a combattere contro il tuo avversario rispettando delle regole. E’ un’arte marziale che, oltre ad insegnare come atterrare o far cedere il tuo avversario tramite sottomissioni, fa sì che ci sia profondo rispetto tra i due combattenti. E’ un’arte marziale che nasce in Giappone che, a parer mio, è uno dei paesi più civilizzati del mondo.”

Qual è stata la vittoria più bella? Quella in cui hai provato l’emozione di aver superato i tuoi limiti.
L’argento ai campionati europei under 23 è stato un’emozione enorme! Sono arrivato in finale battendo i più forti atleti presenti in gara e uscivo da un periodo no. Non mi aspettavo di riuscire in quell’impresa. Sono inspiegabili le emozioni che si provano stando su quel podio, per questo un’atleta professionista tende sempre a migliorarsi, per rivivere determinate sensazioni.
Hai dei campioni dello sport come figure di riferimento?
Non ho una figura in particolare da prendere come esempio, perché penso che ogni campione di qualsiasi sport abbia qualcosa da trasmetterci e dal quale possiamo imparare qualcosa.”
Quanto è importante il ruolo degli affetti nella gestione delle sconfitte?
Io sono un tipo molto riservato. Nella sconfitta, a volte, mi chiudo in me stesso, finché non riesco a trovare la motivazione della mia perdita. Ovviamente, avere un amico o una persona cara che ti sta vicino sia nei momenti belli che brutti è un qualcosa in più! Mia madre è la persona che più mi sta vicino in questi momenti e la ringrazio.
Sinceramente, cosa pensi di tutte queste nuove discipline che sono nate dalla fusione delle arti marziali e sport da combattimento con un grado di contatto estremo?
Immagino si stia parlando dell’mma, cioè mix martial arts. Ci sono due aspetti di questa nuova disciplina da esaminare. Il primo aspetto è quello positivo, cioè il mettere insieme più discipline e creare un’atleta, un combattente, completo sia nella lotta in piedi che a terra è una cosa fantastica! Il secondo aspetto, quello negativo, è che molti ragazzi, facendo questo sport quasi privo di regole, si fanno trascinare dal loro sentirsi dei “leoni da gabbia”, portando lo sport anche fuori dal tappeto di combattimento e, così facendo, rovinano tutto ciò che è l’insegnamento delle varie arti marziali, cioè il sapersi controllare al di fuori del perimetro di gara. Non nego, però, che in un futuro non mi dispiacerebbe fare qualche combattimento.”
Potresti spiegarci il senso filosofico del judo secondo gli orientali e se ha subito trasformazioni in Occidente?
Judo significa “via della cedevolezza”, usare la forza dell’avversario per sconfiggerlo. Ovviamente, come in tutti gli sport o le filosofie, ogni paese ha il suo stile. In Giappone il judo è incentrato sulla tecnica, in Russia il judo mira alla potenza, in Georgia troviamo il judo più di contatto e così via, ma la filosofia del judo fondata sul controllo e sul rispetto resta sempre invariata.
 
 
Grazie Emanuele, il mio augurio e la mia certezza è quello di vederti a Tokio 2020. L’hai promesso a nonna Lina e ogni judoka autentico ha uno spirito che lo protegge…
Ho promesso a mia nonna, il mio angelo custode, che insieme andremo a Tokio 2020, in occasione delle Olimpiadi. Non ci sarà fisicamente, ma so che lei sarà con me e mi impegnerò con tutto me stesso per mantenere la mia parola.

 

 

Antonella Rizzo

Poetessa, scrittrice, performer, giornalista. Collaboratrice di Culturamente dal 2015.

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