Bererosa 2016, la festa dei vini rosati che fa impazzire la folla

Come ogni anno la rivista Cucina & Vini accende i riflettori sul mondo del vino in rosa e l’affluenza rivela un numero di appassionati in costante crescita

Fino a qualche anno fa il mondo dei rosati era parecchio bistrattato. Parenti poveri di rossi e bianchi, questi vini venivano fatti in molti casi dai produttori solo per completare la gamma della tipologia. Anche disciplinari e regolamentazione non davano certo una grossa spinta nel verso della qualità. Fortunatamente con le nuove generazioni si è assistito ad un cambio di tendenza che ha saputo dare ai rosati, una dignità e una ragion d’essere che certamente meritavano. In Francia, dove come da noi, il vino assume una significativa rilevanza economico culturale, un terzo dei vini consumati è rosè e nell’ultimo quinquennio la tipologia ha registrato un aumento del 10% delle preferenze. La tendenza al consumo dei rosati è in aumento in generale un po’ dappertutto. Anche da noi è ormai ben lontana dall’essere un fenomeno di nicchia e il gradimento del pubblico è in costante aumento. Ne è testimonianza l’incredibile affluenza di Bererosa 2016, che ha toccato le 3500 presenze di un pubblico appassionato e noncurante della calura estiva.

Tra i banchi d’assaggio allestiti nelle splendide sale fine ‘800, erano presenti un po’ tutte le realtà regionali, 73 aziende per un totale di 170 etichette. Particolarmente benevolo con noi, il dio Bacco ha dotato l’Italia di una così ampia varietà di vitigni rispetto ad altri paesi, che anche la declinazione rosa del bere presenta al suo interno peculiarità e diversità in grado di caratterizzare territori e stili produttivi diversi. Nel giro iniziale di degustazione dedicato alla spumantistica, come sempre si è distinto l’elevato standard qualitativo del Trento Doc, consorzio che anche in abito rosa da il meglio di se nei suoi metodo classico. E’ impresa ardua tra questi dare la palma del migliore tanti sono i prodotti di livello, infatti senza fare graduatorie meritano sicuramente una menzione gli spumanti di Endrizzi, Abate Nero, Revì e Maso Martis con il suo Brut Rosè da uve Pinot Nero 100%, bollicina finissima dove i richiami della piccola frutta rossa, sono incorniciati in sentori di lievito e frutta secca.


L’Azienda Ferghettina era presente con l’ottimo Franciacorta Rosè Brut anch’esso da uve Pinot Nero, elegante nel gusto oltre che nella sua particolare bottiglia. Procedendo verso sud una piacevole sorpresa sono stati gli spumanti metodo Charmat prodotti dalla Cantina Zucchi nel Modenese, sia il Rito che il Fermentato in Bottiglia entrambi ottenuti da Lambrusco di Sorbara, gusto pieno ma di facile impatto e non impegnativi. Non si può non ricordare d’Araprì specialista in bollicine, che in terra pugliese completa la sua gamma con l’ottimo Brut Rosè da Montepulciano e Pinot Nero, complesso ed elegante. Si torna al Nord per nominare in ultimo quelli che rispetto agli altri hanno forse una marcia in più, se non altro per il particolare metodo produttivo. Il primo è il Millesimato D’Antan Rose’ di cantina La Scolca, prodotto a Gavi in Piemonte da uve Cortese e Pinot Nero, che invecchia sui lieviti in bottiglia per circa 10 anni. L’altro si chiama Era ed è prodotto da Mario Gatti, sempre da Pinot Nero e con procedimento analogo ma nella zona del Franciacorta. Due vini straordinari che alla freschezza tipica degli spumanti caratterizzata nei toni dei lieviti, riescono ad unire sentori quasi da vendemmia tardiva che richiamano il miele, la frutta secca e le spezie.

Anche tra i vini fermi le etichette sono talmente tante da dover operare una selezione forzata, senza però escludere alcuni nomi sinonimo da sempre di garanzia. Come i Pugliesi che da sempre nei rosati vantano una solida tradizione e presenti con diverse Aziende. Tra queste Torrevento che ha proposto Primaronda Doc e Veritas Docg entrambi da Bombino Nero, vitigno autoctono di Castel del Monte che regala vini sempre profumati, con una freschezza che li rende particolarmente gradevoli d’estate.
Della stessa zona anche l’Azienda Rivera, che dallo stesso vitigno propone Rosè Doc e Pungirosa Docg.
Dal Veneto il Bertarose, un chiaretto dell’Azienda Bertani da uve Molinara e Merlot, fine e delicato, piacevole come aperitivo ma forse a pasto da impiegare solo con pietanze estremamente leggere nella struttura. In coda ma solo per motivi assolutamente casuali, il Mea Rosa di Lunae Bosoni da Vermentino Nero, uva che siamo soliti considerare solo in bianco ma che regala a questo vino profumi di frutta e spezie, intervallati dalla sapidità che il mare ligure porta sin dentro al bicchiere. Molte altre le etichette che andrebbero menzionate ma quelle citate bastano già a stabilire con certezza che l’opzione Rosa è tra le migliori disponibili in estate.

AZIENDE

PIEMONTE: Ada Nada, La Scolca

LOMBARDIA: Antica Fratta, Castello di Stefanago, Cola Battista, Costaripa, Ferghettina, Fratelli Berlucchi, Guido Berlucchi, Mario Gatta, Olmo, Antico Villa

TRENTINO: Abate Nero, Balter, Cantina Roverè della Luna, Cantine Moser, Cavit, Cembra Cantina di Montagna, Cesarini Sforza, Endrizzi, Ferrari, F.lli Lunelli, Letrari, Maso Martis, Pedrotti, Spumanti Revì, Rotari, Zeni Roberto

ALTO ADIGE: Kettmeir

FRIULI: Puiatti

VENETO: Andreola, Astoria, Bertani, Biancavigna, Bortolomiol, Cantina Negrar, Le Manzane, Masottina, Monte Saline, Valdo

LIGURIA: Lunae Bosoni

EMILIA ROMAGNA: Cantina Zucchi, Colombarda

TOSCANA: Artimino, Colline San Biagio, Fattoria Ambra, Cantina Gentili, Ruffino, Tenuta Casteani, Tenuta di Capezzana

UMBRIA: Castello di Magione, Le Cimate

ABRUZZO: Cantina Zaccagnini, Farnese, Marramiero, Sincarpa, Tenuta I Fauri

LAZIO: Selva Spina, Vigne del Patrimonio

CAMPANIA: Cantine Marisa Cuomo, San Salvatore Tommasone

PUGLIA: Biocantina, Giannattasio, Cantina La Marchesa, Cantine Spelonga, D’Araprì, Masseria Altemura, Rivera, Rosa del Golfo, Torrevento, Vitivinicola Giuliani

Bruno Fulco

Foto@BrunoFulco

Iscritto all’Ordine dei Giornalisti e diplomato presso l’Associazione Italiana Sommelier, da sempre appassionato di enogastronomia come veicolo di scambio e collegamento tra le diverse culture. Viaggiatore entusiasta specie nelle realtà asiatiche e mediorientali. La fotografia completa il bouquet delle passioni irrinunciabili con particolare attenzione al reportage. Ricerca ostinatamente il modo di fondere questi elementi in un unico elemento comunicativo.

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