Il verismo è di un fascino senza limiti come ha dimostrato la rassegna “Le nuovi voci della lirica” del 13 e 14 ottobre 2016 al Teatro Palladium di Roma.
La musica lirica è una passione che prende e non lascia scampo, e gli appassionati di musica lo sanno: è per questo che non mi potevo perdere il concerto della prima parte della seconda edizione della Rassegna ” Le nuovi voci della lirica” andata in scena al Teatro Palladium di Roma il 13 ed il 14 ottobre 2016 (la recensione si riferisce alla serata del 13 ottobre 2016) dedicata al verismo musicale, cioè a quella corrente musicale che si sviluppa tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 che vedrà come capostipiti Giacomo Puccini, Pietro Mascagni e Ruggero Leoncavallo, mentre a novembre vi sarà la seconda parte dedicata al Belcanto, cioè la corrente musicale d’inizio XIX secolo. Il tutto vedeva la partecipazione dell’Associazione InCANTO e dell’Università degli Studi Roma3.
Il programma era ricco e vario; si andava da Puccini e la Madama Butterfly o la Bohème a Umberto Giordano e il suo Andrea Chénier ma anche Georges Bizet e la sua Carmen.
Sul palcoscenico si sono presentati quattro bravissimi cantanti.
A mio avviso la migliore in assoluto è stata il soprano Rossana Cardia, dotata di una voce magnifica e molto ricca, sia in alto che in basso, e di notevole espressività, tanto da farmi commuovere (e tutto sanno quanto è difficile) in quella che per me è la più bella aria di Giacomo Puccini, cioè Un bel dì vedremo dalla sua Madama Butterfly.
Il mezzosoprano Serena Muscariello si è distinta per un notevole temperamento ed una voce molto bella in acuto, tanto da apprezzarla moltissimo nella famosa Habanera dalla Carmen di George Bizet. Se però posso permettermi un appunto (non conosco nulla di tecnica ma, ahimè, il mio orecchio è allenato) questa giovane e brava cantante dovrebbe sviluppare maggiormente il registro basso, che non risultava così sicuro come quello degli acuti.
Il tenore Youngmin Oh, con l’esecuzione del famoso E lucean le stelle dalla Tosca di Giacomo Puccini, si è preso giustamente applausi calorosi. La voce è molto bella ed è tecnicamente apposto, ma manca ancora un poco di temperamento.
Il baritono Alessio Quaresima Escobar ha una voce meravigliosa che ricorda molto il grande Ettore Bastianini, un grande baritono morto nel 1967 a soli 44 anni, e mi ha strappato applausi sinceri dopo il Nemico della Patria dall’Andrea Chénier di Umberto Giordano. Una voce grande e larga, tutt’al più mi sentirei di consigliare a questo giovane e valido cantante (che già cantò, come Serena Muscariello, nella Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni al Teatro Palladium di qualche mese fa che vedete in foto) di pensare meno alla voce e di più al carattere del personaggio.
Di grande aiuto e supporto è stato il Coro Polifonico Roma Tre diretto dalla meravigliosa Isabella Ambrosini ( (ma già aveva dato prova di grande maestria nella direzione d’orchestra della citata Cavalleria) meraviglioso ne Gli aranci olezzano, e molto valido l’accompagnamento pianistico, seppur con qualche incidente perdonabilissimo, di Davide Dellisanti. Molto bravo anche Luca Aversano nell’introdurre la serata.
Un’altra cosa molto simpatica, per far capire quanto si possa amare questo genere, è stato vedere come alcuni artisti del coro partecipavano emozionandosi anche solo all’ascolto dei pezzi, come il ragazzo in prima fila con gli occhiali che addirittura piangeva, e lo posso ben capire perché succede sempre pure a me, non solo a teatro ma anche a casa.
Ma l’opera è così: se ti prende ti stringe forte e non ti lascia più!
Marco Rossi