Pappano, Uchida e l’omaggio a Falcone, Borsellino con l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia

Roma, Auditorium Parco della Musica 05 12 2009 Stagione di Musica Sinfonica Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia Antonio Pappano direttore Mitsuko Uchida pianoforte ©Musacchio & Ianniello ******************************************************* NB la presente foto puo' essere utilizzata esclusivamente per l'avvenimento in oggetto o per pubblicazioni riguardanti l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia *******************************************************

Ancora una volta il Direttore Antonio Pappano ci stupisce con l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia e una pianista di fama mondiale: Mitsuko Uchida al pianoforte.

Il repertorio, molto vario comincia con una prima esecuzione assoluta: “Solo il tempo” scritto da Pasquale Corrado in omaggio ai due magistrati italiani assassinati dalla mafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel 25esimo anniversario dalla loro scomparsa.

Pappano entusiata dello studio della partitura contemporanea la introduce “ci troviamo in un’atmosfera primordiale, primitiva, il brano è intimo. Il testo del coro è tratto dalla tragedia di Eschilo, Prometeo incatenato che è interpretato dal coro diretto dal maestro Ciro Visco in greco antico. 

La ragione di tale scelta è perché il Prometeo affronta più di ogni altra tragedia greca il tema della ribellione degli uomini contro il potere. Il Prometeo rappresenta l’archetipo della libertà di pensiero degli uomini, mentre la ricchezza dei fonemi greci sono esaltati dalla voce del coro. In questo pezzo con un finale sospeso pieno di speranza nella seconda parte è una sorta di preghiera in un crescendo di violenza e poi si trova la calma nel finale”.

“Solo il tempo…guarisce le ferite”, “Solo il tempo…è nostro”, “Solo il tempo…farà giustizia”.

Sono questi gli enigmi che ci lascia Corrado in questi 11 minuti intensi e squarcianti.

Il concerto per pianoforte di Schumann arriva dopo questa tempesta. Uchida entra con una camicia trasparente dorata, che la rende ancora più leggera di come già sono i giapponesi. Si siede e la camicia diventa uno strascico principesco. Le scarpe color oro sfiorano i pedali mentre le mani cominciano a muoversi libere e veloci. Sia Sir Pappano che l’orchestra sembrano presi da un’euforia contagiosa, una passione affamata.

Mitsuko Uchida

Uchida è delicata e nobile, la sua compostezza rimane tale anche nei passi più tortuosi.

Solleva le mani con una grazia decisa mentre Pappano orchestra tutti gli elementi con delicati movimenti.  Una magia fiabesca pervade gli spettatori. Alla fine dell’esecuzione un plauso enorme e continuo la richiamano a una piccola improvvisazione, solo per noi. Ci saluta con numerosi e sentiti inchini in pieno stile orientale.

L’intervallo è d’obbligo per creare spazio dalla Sinfonia n.3 “Scozzese” in la minore di Mendelssohn che altrimenti non sarebbe apprezzata. Molto poco scozzese, anche se l’idea primitiva nasce da un viaggio del giovane Felix ad Edimburgo, ha toni piuttosto nostalgici.

Conclude il repertorio in maniera soddisfacente anche se il primo tempo resta comunque irraggiungibile. Un altro successo all’Auditorium Parco della Musica.

 

Sara Cacciarini

Sara Cacciarini giornalista pubblicista, si è laureata in Scienze Naturali e ha conseguito un Master di Comunicazione e Giornalismo Scientifico a La Sapienza di Roma. Collabora con CulturaMente dal 2016, è appassionata di teatro, musica e cinema.

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