Finalmente il nostro “Zero il Folle” è tornato

Renato zero tour 2019

Un grande ritorno per Renato Zero con il suo album “Zero il Folle”

Esce il 4 ottobre il nuovo e atteso album di Renato Zero dal titolo “Zero il Folle”. Ce lo presenta proprio lui nel giorno del suo 69esimo compleanno, lunedì 30 settembre con una diretta social dall’ Auditorium Parco della Musica. renato zero tour 2019

Annunciato da Federica Gentile, esce con il suo look piuttosto sobrio, rispetto a come siamo abituati a vederlo. Fa eccezione solo il suo stravagante cappello e gli occhiali da sole rigorosamente neri con qualche strass. Un look total black, come al solito per il cantante romano. Sullo sfondo, dietro di lui ci sono le 4 copertine dell’album, che lo vedono ritratto nei modi più bizzarri: come una geisha, come un fauno, come una fata turchina e come una divinità indiana.

Foto a cura dell’ufficio stampa Parole e Dintorni.

Zero fa riferimento alla mancanza di uomini sulla terra. Forse questa rappresentazione di se stesso sta a significare che in lui sono racchiusi proprio i principi fondamentali dell’essere uomo. Perché in fondo esserlo non vuol dire altro che essere umani.

Renato offre la semplicità come chiave per affrontare tutte le cose della vita, dalla prova più dura alla più banale.

Essere semplici, forse è la prova più dura per un uomo: mantenere integra la propria libertà, essere se stessi e incarnare il numero Zero alle volte può sembrare così bizzarro agli occhi della gente comune da risultare Folle, proprio come il titolo del suo splendido e nuovo album.

Un disco da riscoprire, da assaporare e gustare, un brano alla volta. Da riscoprire perché in tutti i dischi dell’autore romano, riscopriamo un po’ di noi, è come se ad ogni canzone ci lasciassimo andare, ci liberassimo dalle nostre paure, dai nostri timori e da tutti i pregiudizi che la società in cui viviamo ci impone.

I temi affrontati nell’album sono molteplici: dall’ecologia all’aborto, dall’amore alla religione. L’unica costante che è sempre presente negli album di Renato Zero è il crocifiggere e mettere all’angolino i moralisti e i finti perbenisti.

A contribuire alla scenografia dell’evento ovviamente c’è Renato Zero, grande trasformista da sempre.

Inizia l’ascolto dell’album e la sala stampa scoppia in applauso generale…

La prima canzone, bellissima, tra l’altro “Mai più da soli” recita:

“Godiamo immaginando che quel contatto possa rendere.”

Quì un chiaro riferimento, con una leggera vena critica, all’ambito dei social network: non manca un riferimento ad una delle più note influencer del mondo del web e della moda italiana e mondiale, sbagliandone appositamente il nome…

Non manca nemmeno un amaro riferimento all’attuale sindaca di Roma:

“Manco le strade che dovrebbero pulì c’avemo più…”

Il secondo brano “Viaggia” è un invito al viaggio, al vivere appieno la gioventù e all’esplorazione della natura.

Ed è giunta l’ora del terzo brano “La culla è vuota”. Qui la melodia cambia. Riconosciamo i ritmi e le allusioni del nostro Renato.

Nel quarto brano Zero ci ricorda che “Un uomo è”…quando gli va.

Il quinto pezzo “Tutti sospesi” è la canzone più introspettiva… il cantante si rivela:

“Vorrei vederti qui al mio fianco”

Renato zero tour 2019

Zero Il Folle

Arriva l’immancabile dichiarazione d’amore “Quanto ti amo”, il brano numero 6 che è una bellissima poesia, una dedica struggente.

Il brano numero 7, a metà percorso, si intitola “Che fretta c’è”. E’ un ritratto della condizione umana realistico e veritiero. La società viene descritta come solo il poeta sa fare, senza giudizio. Egli semplicemente: racconta.

Segue una canzone/provocazione, è la volta di “Ufficio Reclami”, il brano numero 8. Si tratta di un gioco, quasi una presa in giro nei confronti dei più bigotti. Il sesso viene descritto, e la penitenza è per chi va oltre.

La traccia numero 9 è “Questi anni miei”,  l’immancabile canzone sul tema del tempo che trascorre e degli anni che passano, spesso trattato da Zero. Senza dubbio è questa la canzone che più mi ha emozionato e che mi è piaciuta di più di tutto l’album, suscitando in me ricordi meravigliosi.

La track number ten è “Figli tuoi”.

Arriva “La Vetrina”, in cui si affronta il tema dell’eccessiva esposizione a cui siamo posti ogni giorno.

Il dodicesimo brano si intitola “Quattro passi nel blu” . Qui Renato esorcizza la morte. Ci insegna che tutto dipende da noi.

L’ultimo brano, il tredicesimo, che dà titolo all’album è “Zero il Folle”. L’intera canzone è una continua sorpresa. Il cantante si rappresenta, per la prima volta si scopre e si mette a nudo, si descrive e si racconta. Ci fa assaporare piano piano il cammino della sua vita. Finalmente si rivela.

In conclusione, dopo aver ascoltato il nuovo disco di Renato Zero ci rendiamo conto che il filo conduttore è la follia.

Ci ricorda Renato nella conferenza che lui non dà mai risposte, aiuta a porsi le domande giuste e dà la possibilità di conoscersi, proprio come fanno grandi artisti a cui si è ispirato: Lucio Dalla, Domenico Modugno, Gaber. Lui vuole smuovere le coscienze.

Aggiunge che fa riferimento spesso a Dio, per indicare come quando ami forte qualcuno non riesci a nominarlo di continuo. Per esprimere meglio i sentimenti, aggiunge: “non si può non gridarlo… Dioooooooo!”

“Quattro passi nel blu”, la traccia numero dodici è un chiaro riferimento al cielo, da lui descritto in tante canzoni. Afferma che molte volte ha raccontato del cielo, ma se lo aspettava un po’ diverso e che ora sta cambiando, non è più blu come una volta. Prima, ci dice Renato, “quando pioveva, i temporali servivano a ripulire dalle nuvole grigie del cielo e il brutto scompariva e riaffiorava il sereno, ora il grigio non va via, il mondo sta cambiando e il cielo resta sempre un po’ cupo; tante volte quando apro la finestra e guardo il cielo, non riesco a respirare più quella sensazione di pace che avevo una volta”. In questo brano si fa un chiaro riferimento al paradiso, dove ci sono tanti suoi amici e grandissimi artisti che non lo hanno mai abbandonato: Lucio Dalla, Mango e Ivan Graziani.

Alla fine di tutto conclude l’artista:

“Spendersi è la cosa più bella. Essere generosi con se stessi”.

Renato zero tour 2019

Copertina nuovo album Renato Zero 2019, “Zero il Folle”.

Una delle frasi più divertenti che Renato ci ha regalato durante la conferenza:

“Non siamo tutti spritz e quindi non riusciamo a stare a galla!”.

Ti amo aggiunge Renato Zero “è una forma di protezione, di riconoscenza, è come se noi stiamo comunicando a qualcuno la nostra stima. Spesso non lo diciamo e le persone si sentono perse, si sentono sole. Ti amo va speso, anche in una formula non a due”. 

“Ci si nasce così stravaganti e desiderosi, per espandere allegria, spensieratezza, questo genio e sregolatezza”.

Tracklist:

1.Mai più da soli
2.Viaggia
3.La culla è vuota
4.Un uomo è…
5.Tutti sospesi
6.Quanto ti amo
7.Che fretta c’è
8.Ufficio reclami
9.Questi anni miei
10.Figli tuoi
11.La vetrina
12.Quattro passi nel blu
13.Zero il Folle

*****

Questo articolo lo dedico a TE,

mio padre, un UOMO vero,

come oggi non ce ne sono più tanti,

come mancano qui sulla Terra per generare umanità.

A te, che uno dei miei ultimi regali per te è stato l’album “Presente di Renato Zero”,

a te che sei nato genio, stravagante, artista,

che mi hai insegnato tante cose,

tra cui l’amore per la vita, per il prossimo,

ma soprattutto quello per la musica e per questo straordinario artista,

che oggi ho finalmente incontrato,

forse saresti stato contento un po’ di me, o forse lo sei,

chi lo sa, lassù nel cielo.

A cura di Alessandra Santini

Classe 1988. Prima laurea in Comunicazione, seconda laurea in Editoria e Giornalismo. La sua passione più grande è la MUSICA. Suona la diamonica, la chitarra e canta. Ama l'ARTE, la FOTOGRAFIA, il CINEMA e la MODA. Adora viaggiare in tutto il mondo. Parla inglese, francese e spagnolo. Esperta in comunicazione digitale e social media.

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