Classe 1947, Michele Campanella è uno dei pianisti più rilevanti del panorama italiano, nonché riconosciuto Ambasciatore della musica nel mondo grazie alle sue numerose esperienze internazionali.
Dal 3 al 7 settembre è stato impegnato a Città della Pieve, dove si è tenuto il festival Note di un Sogno, dedicato a Clara e Robert Schumann in occasione del 200° anniversario della nascita della compositrice tedesca. La nostra redazione l’ha incontrato per capire perché gli Schumann sono artisti fondamentali anche nel 2019.
1) Perché organizzare un festival dedicato a Schumann al giorno d’oggi?
All’Aula della Cultura di Città della Pieve siamo al terzo anno di programmazione. Dopo Beethoven, Mozart e Schubert, con Ursula Raab abbiamo deciso di dedicare questa edizione, complice il bicentenario della nascita di Clara Schumann Wieck, alla figura di Robert Schumann e di sua moglie. La musica di Schumann è una presenza costante e fondamentale nella musica europea, quindi la nostra scelta, nel solco della strada intrapresa nel 2017, non ha bisogno di altre spiegazioni.
2) In quale modo la musica di Robert è stata influenzata dalla presenza di Clara?
La storia di amore tra Robert e Clara nasce quando lei, adolescente, era già apprezzata pianista e lui, nove anni più grande, aveva già scritto i suoi capolavori giovanili. Per Robert Clara è stata una presenza totalizzante, nella vita coniugale e nella musica. Per avere un’idea di ciò basti pensare che il tema musicale CLARA, tradotto in suoni attraverso la notazione alfabetica in uso in Germania (Do=C, RE =D ecc.) è onnipresente nelle composizioni schumanniane, molte delle quali sono nate da eventi biografici della coppia. Con il progredire della malattia di Robert e con la sua prematura e drammatica scomparsa, Clara assunse un ruolo sempre più significativo per la diffusione della musica del marito.
3) Il festival è stato organizzato dando importanza a giovani musicisti. Perché è importante introdurre le nuove leve alla musica di Schumann?
Come docente mi sento in dovere di insegnare la musica più grande e promuovere ogni occasione per sollecitarne lo studio. Aprire un discorso ampio e approfondito su uno dei più straordinari compositori della storia, in un luogo così suggestivo e ispiratore,è un impegno di cui mi faccio carico con grande piacere.
4) Perché la musica degli Schumann può essere d’interesse anche per un pubblico più giovane?
La musica di Schumann può interessare i giovani perché è giovane in se stessa.Il segreto di questa giovinezza sta nella meravigliosa capacità del compositore di conservare le caratteristiche che contraddistinguono l’adolescenza, la fantasia,lo stupore, l’ingenuità, il racconto, il coraggio. E queste caratteristiche, che certo non invecchiano mai, ci sono giunte intatte nel loro fascino.
Comprenderle significa cercare in noi stessi, giovani e vecchi, la nostra adolescenza trascurata o dimenticata: avventura che merita di essere vissuta.
5) Quale rapporto personale sente di avere con questi due compositori? C’è un qualche aneddoto della sua vita privata che la lega a Clara e Robert Schumann?
Il mio rapporto con Schumann risale a molti anni fa; tredicenne, suonai, per la prima volta della mia vita in pubblico, due sue brevi composizioni. Da allora non ho mai smesso di indagare la sua labirintica personalità, cercando di liberarmi da ogni preconcetto che potesse limitare la comprensione di un carattere bipolare, vissuto tra crisi depressive e stati di esaltazione e dunque estraneo alla gran parte di noi.
Interpretare significa anche immedesimarsi in una psicologia, e le grandi personalità della musica romantica lo impongono. Soltanto ora mi rendo conto che da giovane non ne ero capace e tendevo a ridurre i bruschi scarti di carattere che sono contenuti nella musica di Schumann.Il lavoro di 60 anni è servito a qualcosa!