Amore, musica e vita celestiale di Mahler e Wagner a Santa Cecilia

Mahler Wagner

Nella musica vi è quasi sempre una costante: l’aspetto celestiale. Gustav Mahler e Richard Wagner, nel concerto della settimana passata all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, ce ne hanno data ampia prova

L’aspetto celestiale è una costante nella musica. Pitagora parlava di “musica delle sfere“. La musica è la più alta forma della sublimazione del divino e dell’anima umana. Due grandi come Richard Wagner e Gustav Mahler lo hanno capito ed espresso nelle proprie opere, e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia lo ha confermato nei concerti del 10, 11 e 12 gennaio 2019, con la direzione di Daniele Gatti, chiamato a sostituire il previsto Yuri Temirkanov, rinunciatario per motivi personali.

Celestiale è l’aggettivo ideale per descrivere l’Idiliio di Sigfrido di Richard Wagner, un brano composto per celebrare il compleanno della seconda moglie Cosima. Sigfrido è il loro terzo figlio. Questo breve poema sinfonico, che propone alcuni temi musicali dell’Anello del Nibelungo, venne eseguito per la prima volta in forma privata sulle scale della Villa di Tribschen presso Lucerna (era conosciuto scherzosamente come Treppen-Musik, “musica per le scale“). Venne eseguito da un piccolo gruppo musicale (esattamente 13 musicisti) diretto da Wagner alle ore 07:30 della mattina del 25 dicembre per svegliare dolcemente la moglie.

La grande orchestrazione e l’esecuzione della nostra orchestra ha messo in luce l’aspetto intimo del brano, la sua delicatezza, molto differente dall’immagine stereotipata del Wagner magniloquente e dei suo grandi cicli operistici o  pagine monumentali come quella del Tannhäuser. I contrasti musicali delle varie sezioni di questo brano, composto in stile rapsodico, lo rendono un affresco sonoro di grande meraviglia e teatralità. Una sorta di Giudizio Universale michelangiolesco in musica. Wagner stesso disse un giorno a sua moglie che questa era la sua musica preferita.

La vita celestiale

Celestiale è anche la Sinfonia n.4 di Gustav Mahler, il cui soprannome “La vita celestiale” deriva dal lied Das himmlische Leben cantato nell’ultimo movimento dal soprano. La poesia è tratta dalla raccolta Des Knaben Wunderhorn (letteralmente “Il corno magico del fanciullo“), un ciclo di componimenti poetici curato da Clemens Brentano ed Achim von Arnim. Bruno Walter disse che questa sinfonia era “un anelito struggente di superare l’esistenza terrena“. L’orchestrazione è più leggera delle altre sinfonie di Gustav Mahler, senza tromboni, il basso tuba ed i raddoppi dei flauti. La musica sottolinea l’incombenza della morte. Nell’ultimo movimento, il testo e la voce del soprano (in questo caso la bravissima Rachel Harnisch) dà voce ad un’anima angelica che partecipa a danze di angeli e banchetti paradisiaci. Una musica, quella di Mahler, complicata e dolce allo stesso tempo.

Mahler Wagner

L’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha raggiunto livelli stratosferici, confermati da quest’esecuzione. Daniele Gatti conosce profondamente l’orchestra, essendo stato suo direttore stabile, ed ha saputo valorizzarne ogni aspetto con un gesto elegante ma partecipe allo stesso tempo.

La coppia Mahler Wagner vince sempre!!

(La recensione si riferisce al concerto del 12 gennaio 2019)

Marco Rossi

@marco_rossi88

(Foto di Musacchio, Ianniello & Pasqualini www.santacecilia.it prese dalla Pagina Facebook Accademia Nazionale di Santa Cecilia)

Storico dell'arte e guida turistica di Roma, sono sempre rimasto affascinato dalla bellezza, ed è per questo che ho deciso di studiare Storia dell'Arte all'Università. Nel tempo libero pratico la recitazione. Un anno fa incontrai per caso Alessia Pizzi ed il suo team e fu amore a prima vista e mi sono buttato nella strada del giornalismo. Mi occupo principalmente di recensioni di spettacoli e di mostre, concerti di musica classica e di opere liriche (le altre mie grandi passioni)

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