Il rap incontra l’arte di Lucamaleonte. Il nuovo album di Lucci

lucamaleonte - lucci rapper
Lucci e Ford, Shibumi

Raffaele Lucci, noto a tutta la scena rap italiana con il nome di Lucci, dopo due anni di attesa allieta le nostre orecchie con il suo secondo album solista.

Dopo “Brutto e Stonato” infatti, il rapper romano sforna un altro capolavoro. L’album prende il nome dal suo ultimo singolo “Shibumi”. Insieme al suo fedelissimo amico e produttore Ford78, Raffaele presenta un disco diverso dal precedente. Un disco intimo, sua caratteristica principale, ma più maturo.

E non è tutto.

L’album infatti racchiude 8 tracce tutte accompagnate dalle grafiche di Lucamaleonte. Writer romano, classe ‘83, che è diventato uno dei più grandi street artists italiani negli ultimi anni. Il sodalizio tra Lucci e Lucamaleonte rende “Shibumi” un prodotto, non solo musicale, ma anche artistico. L’interscambio tra arte e musica offre ai fans un lavoro ricercato e completo. La musica è fatta di immagini. Spesso vengono materializzate su un accessorio, un abito, un oggetto, in questo caso su un disco. Le canzoni di Lucci parlano attraverso le grafiche di Lucamaleonte e viceversa.

Ogni canzone dunque è rappresentata da un’opera del writer.

Raffaele inizia la sua carriera nel 2007. L’unione della sua crew, formata da lui, Ford 78 e Hube con quella di “Circolo vizioso” composta da Coez, Nicco e Franz, da vita ai Brokenspeakers. I Brokenspeakers in poco tempo diventano uno dei gruppi rap romani di riferimento. Tante le collaborazioni con i grandi nomi della scena rap dai Colle der Fomento a Kaos one, da Gemitaiz a Primo Brown. L’album “Fino al collo”, è prodotto dall’etichetta “la grande onda” che fa capo al Piotta. Ma non solo. Unici in questo, i Brokenspeakers hanno fatto un featuring con i fans romani. Si avete capito bene. “Anthem feat Roma” è il titolo della canzone. Dopo qualche anno, il gruppo decide di sciogliersi, per dar spazio ad ognuno di dedicarsi alla sua carriera solista. Da qui Lucci presenterà “Brutto e stonato” ed ora “Shibumi”. Di quest’ultimo è proprio lui a parlarcene in questa intervista.

Sentite cosa ci racconta.

Il nome dell’album fatto in collaborazione con Ford 78, è Shibumi, stesso titolo del singolo uscito a febbraio 2016, spiegaci questo titolo.

Shibumi è il titolo di un libro di Trevanian a cui sono particolarmente legato, ed è una parola giapponese che potremmo tradurre con “bellezza modesta”. Cito testualmente: “shibumi allude a una grande raffinatezza sotto apparenze comuni. È un’affermazione così precisa che non ha bisogno di essere ardita, così acuta che non dev’essere bella, così vera che non deve essere reale. Shibumi è comprensione più che conoscenza.Silenzio eloquente. Nel modo di comportarsi, è modestia senza pruderie. Nell’arte, dove lo spirito di shibumi prende la forma di sabi, è elegante semplicità, articolata brevità. Nella filosofia, dove shibumi emerge come wabi, è una serenità spirituale non passiva; l’essere senza l’angoscia del divenire. E nella personalità di un uomo, è… come dire? Autorità senza dominio? Qualcosa del genere.”

Perché hai fatto passare ben due anni dal singolo all’album?

Eh, perchè nel frattempo io e Ford lavoravamo forte al ristorante! La musica fino ad oggi è sempre stata un’attività secondaria, che veniva dopo il lavoro. Questo ha influito pesantemente sui tempi.

Questo è già il secondo album che fai da solista, cosa avrà di diverso rispetto al precedente?

Sarà meno triste e più bello. Più maturo. Musicalmente siamo sempre io e Ford.

Hai fatto sempre album molto intimi e personali e una delle cose che ti viene detta spesso è che tu fai tutte canzoni tristi. Sei proprio tu a dirlo ne “la mia natura”, nell’album con i Brokenspeakers. Questo nuovo album anche avrà tutte canzoni tristi?

No, stavolta no. Sono canzoni molto serie, non c’è nulla di divertente ma non lo definirei triste. lo definirei “adulto”. A mio avviso molto ben scritto. Ci sono pezzi molto molto intimi ma sempre in chiave positiva.

Quando hai deciso di fare “Brutto e stonato” è stato difficile pensarti da solo e senza i Brokenspeakers?

Si, tantissimo, c’è stato un momento in cui ho seriamente pensato di smettere visto che non avevo mai pensato a me come un solista. Non l’ho vissuta benissimo ma poi piano piano mi sono abituato, soprattutto grazie ai live ed ho trovato la mia dimensione.

Perché hai deciso di fare solo due feauturing uno con Danno dei Colle der Fomento e uno con White Boy?

Allora, la questione featuring è abbastanza ragionata. Volevo un rappresentante di un certo tipo di rap in linea con la mia storia personale e soprattutto un amico, quindi Danno, uno dei grandi. Abbiamo voluto fare un pezzo un po’ ipnotico, paranoico. Poi volevo bilanciare inserendo White boy, che fa parte del collettivo Do Your Thang, capace di spaziare benissimo dal rap classico alla trap. Loro sono una delle realtà migliori che abbiamo in Italia. White boy come voce e stile si accosta benissimo al mio lavoro e con lui ci siamo concessi la classica coattata rap.

Tra i featuring non hai inserito neanche Coez, tuo compagno nei Brokenspeakers e tuo amico fraterno, che ne pensi del percorso che sta facendo?

Il successo di Coez ha trovato impreparati gli addetti ai lavori e buona parte di pubblico, non noi, non i suoi amici più cari. Silvano sta lavorando duro per ottenere quello che vuole e lo sta facendo con estrema precisione e costanza da anni. Senza spocchia, ma noi lo sapevamo già e ne siamo tutti felici. Cosi gli faccio pure offrire le cene co sta scusa. Non è su questo disco in primis perchè non è successo. Non siamo riusciti a trovare dei momenti per chiuderci e fare un pezzo perchè stavamo entrambi incasinati. E poi perchè adesso è giusto cosi, prossimo disco!

In un periodo storico come questo in cui la musica che va per la maggiore è l’indi e la trap, tu decidi di continuare nel tuo, facendoci ascoltare il Rap, nella sua forma più alta, più “classica”. Come mai questa scelta? E che ne pensi dei generi musicali che vanno ora?

Perchè io so fare solo questo, mi va di fare solo questo e qualcuno deve pur farlo…Per il resto sono in un momento della mia vista dove sto ascoltando praticamente di tutto, jazz, trap, blues, rock, punk hc. Sto cercando di recuperare tutto quello che mi sono perso negli anni in cui sono stato infognato ad ascoltare solo rap americano.

Ogni traccia che del tuo album sarà accompagnata da un’opera di Lucamaleonte. Spiegaci questa collaborazione

Io sono appassionato d’arte, ci tenevo con ford a fare un disco che nella sua copia fisica fosse un oggetto “bello”. Adesso con spotify e internet la gente può avere il tuo disco in mille altri modi. la copia fisica ha senso solo se si tratta di un oggetto che vale la pena di possedere. Lucamaleonte è uno dei miei artisti preferiti per la sua vena classica e insieme abbiamo pensato al disco come ad un contenitore di 8 stampe, ognuna ispirata dall’ascolto del brano a cui è associata. Credo proprio che abbiamo fatto un gioiellino.

 

Alessandra Forastieri

Alessandra Forastieri
Storica dell'arte e curatrice artistica, amante soprattutto dell'arte contemporanea. Curiosa e appassionata di letteratura classica, danza, teatro e musica.

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