Ha tutte le caratteristiche di un sogno l’atmosfera di Tagliacozzo durante il suo XXXIII Festival, grazie alla direzione artistica del Maestro Jacopo Sipari da Pescasseroli.
Parliamo del Festival Internazionale di Mezza Estate. Giunto alla XXXIII edizione, è ancora in ottima forma grazie alle scelte sapienti del giovanissimo Sindaco Dott. Vincenzo Giovagnorio e della Dott.ssa Chiara Nanni, Assessore alla Cultura.
La città, inserita nella lista dei borghi più belli d’Italia, offre i suoi luoghi più preziosi come teatro naturale per una serie di manifestazioni di musica, danza, teatro, letteratura.
Un attesissimo appuntamento annuale per gli amanti della cultura di grande respiro.
Quest’anno il progetto del Festival è stato particolarmente importante proprio per la Direzione artistica affidata al Maestro Sipari di Pescasseroli, abruzzese di nascita e di cuore che ha saputo creare quella liason tra i luoghi e i personaggi dell’Arte internazionale, scatenando un accordo alchemico di grande fascino.Il Festival si compone di ben 57 appuntamenti e vanta patrocini di numerose Ambasciate che hanno concesso il proprio patrocinio alla stagione artistica, unitamente alla prestigiosa collaborazione con il Teatro Nazionale di Belgrado e con il Teatro Nazionale dell’Opera Rumeno di Cluj-Napoca.
Ma torniamo al deus ex machina dell’operazione, il carismatico direttore artistico del Festival in nomina fino al 2020.
Conosciuto dal grande pubblico per essere uno dei più promettenti direttori d’orchestra al mondo, Jacopo Sipari di Pescasseroli attualmente è, tra gli innumerevoli impegni, Direttore Ospite della Fondazione Festival Pucciniano e Direttore stabile dell’Orchestra sinfonica Marco dall’Aquila. Dopo aver conseguito la laurea specialistica in Giurisprudenza con il massimo dei voti a soli ventidue anni, Jacopo Sipari di Pescasseroli diventa avvocato del Foro di Roma, assistente di Diritto Penale presso l’università di Roma Tre e in seguito consegue il dottorato in Diritto Canonico. Inoltre è il più giovane avvocato del Tribunale Apostolico della Rota Romana.
I numerosi riconoscimenti lo celebrano tra le eccellenze italiane ma lo straordinario carisma si percepisce dalla sua rara umanità.
Incontro il Maestro Sipari di Pescasseroli al Chiostro di San Francesco, uno dei luoghi più belli della città, tra gli innumerevoli impegni legati alla direzione del Festival.
Durante il backstage dello spettacolo è attento alle richieste di tutti, prodigo di gentilezze e sorrisi con l’aplomb di un uomo fuori dal dominio del tempo. Mi invita ad accomodarmi in prima fila, ancora disabitata, tra gli splendidi dipinti del Seicento che narrano la storia del Santo.
– Maestro, questa direzione del Festival che La vede protagonista, ha rivoluzionato radicalmente l’impianto stesso della manifestazione, rinnovata nei contenuti. Ho apprezzato, come tutti gli affezionati a questo imperdibile appuntamento estivo, il valore di una direzione di alto livello che ha saputo creare una apertura artistica a 360 gradi, ricca di suggestioni.
Quando il Sindaco mi ha convocato per affidarmi la Direzione del Festival non nascondo di aver provato un certo timore perché questo evento è la massima espressione artistica in Abruzzo; assumendomi questa responsabilità significava dare qualcosa di me stesso e io amo la bellezza in ogni forma d’arte. La prima cosa che ho fatto è stata quella di chiamare il M°Alessandro Zerella ed insieme abbiamo deciso di fare un festival che piacesse soprattutto a noi. Io penso, quando dirigo, che se la cosa mi piace e mi diverte sicuramente abbiamo una possibilità in più che piaccia anche agli altri…
Abbiamo cercato di fare qualcosa che rispecchiasse la nostra passione per la musica e per tutta la cultura e che rispondesse alle esigenze di tutti gli spettatori, una rassegna di ampio respiro. La grande novità è stata poi quella di avere un’orchestra stabile che ci ha permesso di invitare direttori e solisti da tutto il mondo. Questo crea un interscambio continuo di suggestioni diverse e avere grandi nomi in programmazione onora il nostro Abruzzo, la cosa più importante.
Il modello è stato quello dei maggiori festival europei: una buona dose di musica sinfonica, il musical ispirato ai successi disneyani, l’apertura solenne con i Carmina Burana, la musica del Novecento e poi l’opera, immancabile, con il Barbiere di Siviglia. Il nostro obiettivo è stato quello di offrire a Tagliacozzo e al resto dei frequentatori un divertimento reale. Speriamo di esserci riusciti.
– Ci siete riusciti in pieno. Parliamo della scelta dei luoghi, strategica nell’intenzione di valorizzare ogni scorcio di questa meravigliosa città. Con occhio estetico direi che sono state folgorazioni illuminanti e fuori da ogni banalità. L’Abruzzo è una regione meravigliosa e profondamente misterica, come la natura stessa dell’Arte.
È così. Mi ha colpito l’atteggiamento dei nostri ospiti atterrati a Fiumicino che avvicinandosi man mano al nostro territorio si mostravano sempre più ammirati dalla visione del panorama circostante: questo mi ha fatto estremamente piacere perché sono stato sempre orgoglioso nel dire di essere abruzzese.
Spesso la nostra regione viene da noi percepita come soggetta a poca considerazione; in realtà proprio perché misterica non tutti ne comprendono immediatamente la bellezza. Io spero, nel nostro piccolo, di aver fatto qualcosa anche per la mia regione.
– Maestro, una domanda sulla sua ecletticità. Lei si occupa in maniera eccellente di due campi apparentemente diversi: la musica e il diritto. Personalmente credo che la speculazione intellettuale alla base dello studio di un procedimento penale sia anch’essa compresa nell’esercizio dell’Arte. Spesso non si comprende il nesso e la complementarietà tra le cose del mondo, come a sottolinearne l’antitesi.
Sono d’accordo e mi conforta sapere che ci sono stati dei grandissimi musicisti che oltre a fare musica facevano anche altro. Un esempio per tutti, e un mito per me, è stato Giuseppe Sinopoli che alternava la professione di medico alla direzione d’orchestra. Molte persone pensano che la giurisprudenza sia sterile ma non è affatto così. Pensiamo all’ideale medioevale quando sia la musica che la giurisprudenza facevano parte della preparazione degli uomini. Quando faccio l’avvocato cerco di essere un po’ musicista e viceversa, cerco di compenetrare le due cose che trovo assolutamente compatibili.
Le luci del chiostro si illuminano a giorno e i musicisti iniziano ad accordare i propri strumenti. Il tempo è volato e la magia sta per iniziare. A prestissimo, Maestro, e grazie di regalarci questi momenti di rara bellezza.
Il sito ufficiale del Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli: http://www.jacoposiparidipescasseroli.it/
Antonella Rizzo