La soprano Chiara Taigi si racconta a Culturamente. Fiore all’occhiello della lirica italiana, è anche sui canali della BBC.
La stella dell’opera italiana ha cantato il 10 novembre 2017 sotto la direzione del M° Xian Zhang in un concerto di apertura della stagione presso il noto teatro St. David’s Hall a Cardiff (Regno Unito). In diretta streaming e diretta radiofonica sui canali BBC è stata accompagnata dalla BBC National Orchestra and Chorus of Wales in un programma verdiano molto suggestivo.
Al suo ritorno ci ha concesso questa generosa intervista.
-Signora Taigi, è la seconda volta che il nostro portale culturale scrive sulla sua arte. È un piacere per gli amanti della lirica come me trovarla in forma smagliante, inossidabile ai segni del tempo. Oltre alla precisione tecnica, quanto conta la personalità di un artista, le sue motivazioni, la sua interiorità nella longevità vocale?
Direi l’immagine della longevità di una persona disciplinata che vive una vita sana, che studia regolarmente canto e che accetta sempre nuove sfide e nuovi debutti. Ricordiamo che per sostenere 4 debutti in meno di un anno nel 2017, e nel 2018 sono previsti altri due debutti, è necessario anche un sano stile di vita senza eccessi, guardando avanti anche a tutela del nostro corpo come macchina del ” Suono”.
–Di grandi voci ce ne sono state e ce ne saranno ma l’eccellenza nasce da una umanità straripante. È d’accordo su questo punto? Quanto influisce il proprio vissuto nell’interpretazione di un’opera?
Ogni opera viene vissuta. Come per un attore, la si vive veramente e intensamente. Molti personaggi nel canto lirico non hanno però a che fare con la mia natura. Non è necessario vivere realmente ogni personaggio oppure è possibile entrarvi senza compenetrarsi troppo. Il metodo Essere e Rendere non funziona con me, quindi Recitar cantando… in breve, ritornando alla riforma di Gluck.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=FStAZXq2fnE]
-Una domanda insidiosa: secondo lei l’artista vive di tormenti o di soddisfazioni?
Io, Chiara Taigi? Vivo di tormentate soddisfazioni, la ricerca della bellezza e della perfezione, la ricerca della nota o dell’emozione eccelsa.
-Sta nascendo una forma di contaminazione tra lirica e leggera, così da coinvolgere il grande pubblico? Lei è d’accordo? I puristi storcono il naso…
E’ giusto che i puristi e gli appassionati d’opera, per definizione, storcano il naso. Sono d’accordo. Se fosse possibile far conoscere direttamente l’opera anche ai giovanissimi, sarebbe un giusto percorso. Se questo mezzo permette di avvicinarli ad un mondo diverso ed interessante da esplorare di emozioni e scena, perché no? L’importante è non perdere di vista la finalità ed il rispetto del contesto. E non dimentichiamo che la tecnica vocale, almeno in parte, dovrebbe essere uguale. Molte grandi cantanti di musica leggera hanno iniziato con la lirica.
-Lei è una persona speciale: ha a cuore la formazione dei giovani ed è impegnata anche in attività di integrazione di ragazzi difficili con la musica. Questo è incredibilmente generoso: si organizzano delle iniziative benefiche ma sottolineando sempre il carattere quasi elitario della disciplina. Quasi nessuno farebbe “entrare in casa” chi non appartiene alla propria cerchia.
Si può insegnare prima di tutto con l’esempio. Ricordiamo che il Maestro di canto insegna musica e gli aspetti tecnici, ma è anche maestro di vita per i propri allievi, certo non per tutti. Bisogna sapersi meritare la stima e la fiducia dei maestri. Oggi, è difficile riconoscere il giusto Allievo. Molti vogliono subito, dopo pochi anni di studio, raggiungere obiettivi molto ambiziosi. Dare l’opportunità di reintegrare con la musica ragazzi che arrivano da situazioni difficili sono sfide che aiutano la nostra società e quindi vince sempre la musica!
–È il soprano con più apparizioni televisive, almeno credo. È bello ascoltare attraverso uno strumento di informazione popolare il belcanto, patrimonio nazionale. Questo contrasterebbe anche la diffusione di modelli vocalmente deleteri che vengono propinati dalle mode di passaggio.
Nella diversità, solo le cose migliori durano nel tempo. Le mode servono per creare innovazione o essere subito abbandonate.
-La leggera punta sull’enfatizzazione del “difetto” come espressione della personalità. Si può imprimere unicità nell’interpretazione anche senza cantare di gola o di naso? Ci illumini su questo fatto.
Direi che c’è molta confusione. Gli effetti/difetti si interpretano come timbro di voce. Se la voce fosse “limpida” ed esente da difetti vocali, forse riusciremmo ad evincere i veri “interpreti”. La personalità nelle grandi voci o interpreti nella musica leggera spesso non hanno avuto bisogno di ricorrere a creare difetti vocali, ma sono diventati unici con la propria personalità interpretativa.
L’emozione non ha voce… davvero!
-Nei suoi viaggi ha conosciuto i popoli attraverso la loro espressione musicale. La musica è l’anima di un popolo ed esprime il rapporto con i sentimenti e i valori. Quali sono i teatri all’estero che le hanno regalato le sensazioni più intense?
Si potrebbe dire che ogni Nazione e la sua gente mi hanno completato come essere umano. Ovunque, mi sono stupita di come le persone siano in grado di captare l’anima e non la voce. Tutto il mondo parla il linguaggio universale della musica.
-Chiara, lei è una donna affascinante e una vera Regina dell’opera italiana . Qual è il suo ideale di Bellezza artistica?
Come Chiara Taigi, credo che la bellezza sia nella nostra verità di ciò che regaliamo al pubblico. Con la mimica puoi diventare un altro, ma il canto lirico si rinnoverà in bellezza senza limiti e con le passioni scaturite dagli interpreti. Nella mia carriera, ho incontrato donne poco avvenenti trasformarsi in divinità sul palcoscenico. La bellezza è dentro ognuno di noi! Chi mi segue nel mio percorso artistico, potrà scoprire ed approfondire meglio quali sono i miei canoni ed esempi di bellezza artistica.
Una lectio magistralis. Ed è emozione pura, Signora Taigi.
Antonella Rizzo