A distanza di tre anni dal suo ultimo lavoro esce ” Ad un miglio da te”, il nuovo singolo di Alessio Marucci.
Il cantautore di Benevento interpreta in maniera egregia un brano scritto e composto da Marco Canigiula e Francesco Sponta. Cantare un brano scritto da altri e provare a ritrovare noi stessi non è cosa semplice, bisogna rispecchiarsi e immedesimarsi, cosa che Alessio Marucci evidentemente ha fatto proprie le sensazioni, i profumi e le emozioni degli autori.
La paura è quella falla nella logica. È una stanza dove tutto poi si amplifica.
Il ritornello è una piccola perla.
Melodicamente inattaccabile, riesce ad entrare dentro le corde dell’anima. Toccante quanto basta per far immedesimare anche chi ascolta su un episodio della propria vita che sicuramente si è vissuto.
Singole note di piano che rimarcano l’amarezza e colpi di cassa che sembrano trascinare indietro il pezzo, creando un vortice che “risucchia”. Si ha l’impressione di cadere in quel vuoto che il testo ci palesa davanti, assieme alla paura di saltarci dentro. Un salto che spesso è d’obbligo se si vuole ritrovare noi stessi.
Dare un senso a te, a te che sei lontano un miglio da te.
Un brano che ci mette davanti allo specchio, nel momento in cui preferiamo tornare sui nostri passi piuttosto che osare. Per paura. La paura che tutti abbiamo di fare un salto avanti nell’ignoto perché non ci da certezze. Quelle certezze spesso effimere che ci piantonano sulla nostra ombra e non ci consentono di vedere oltre.
Un brano che nel suo percorso sembra riportare in musica l’idea di una rinascita.
Un ritornello che esplode in quella caduta di cui sopra. Una caduta che però sembra essere leggera e liberatoria, completamente diversa dal blocco che ci privava di questo volo.
“Un miglio da te” segna, infatti, l’inizio di un nuovo cammino, di un nuovo capitolo, che verrà svelato un passo alla volta. Il progetto è in elaborazione, ma l’intenzione è quella di metterci tutto me stesso. Sto lavorando sul futuro e il futuro parte da qui».
Così Alessio Marucci sul suo brano. Non possiamo che augurargli il meglio. Ci faccia sapere poi come è andato il salto e soprattutto l’atterraggio. Magari troviamo anche noi il coraggio di ritrovare noi stessi.
Emiliano Gambelli