Il fumetto Intercultura di Takoua

Takoua Ben Mohammed è l’autrice di “Sotto il velo“, una striscia a fumetti creata dalla giovanissima artista italo-tunisina che racconta con ironia la sua quotidianità di ragazza che ha liberamente scelto di portare il velo in Italia.

Nata a Douz in Tunisia nel 1991, cresciuta a Roma sin dall’infanzia, graphic journalist e sceneggiatrice, disegna e scrive storie vere a fumetti su tematiche sociali per la promozione del dialogo interculturale ed interreligioso. Diplomata all’Accademia di cinema d’animazione Nemo Academy of Digital Arts di Firenze.

Studia giornalismo a Roma. Autrice del catalogo Woman Story, ha fondato “il fumetto intercultura” all’età di 14 anni, grazie agli studi in giornalismo e all’attivismo in associazioni giovanili, culturali e umanitarie di volontariato.

Ha ricevuto molti riconoscimenti tra i quali quello della Comunità tunisina a Roma e e quello della Repubblica Italiana; il riconoscimento giornalistico Premio Prato Città Aperta; il Premio Speciale Moneygram Award 2016. Ha collaborato con Village Universel, Italianipiù.

Collabora con la redazione Rete Near Antidiscriminazione dell’Unar, Riccio Capriccio, Ana Lehti (Finlandia) e la produzione Fargo Enterainment.

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Takoua, ti ho conosciuto come personaggio pubblico dai tuoi esordi, dopo averti visto in uno dei tanti talk show serali come ospite “bersaglio” di una puntata dedicata all’Islam. Forse l’intento della produzione era quello di provocare una reazione dominata dall’istinto che evidenziasse un carattere intransigente e coercitivo del pensiero religioso. Ti ho subito apprezzato per la tua maturità nel respingere le provocazioni. L’informazione viene veicolata spesso con queste dinamiche subliminali direi. Sei d’accordo?

[dt_quote type=”pullquote” layout=”right” font_size=”big” animation=”none” size=”1″]Sono d’accordo e per esperienza dico che molto spesso in televisione vediamo ospiti in talk show molte ragazze velate solo perché portano il velo. Fino allo scorso anno ho sperimentato la cosa in prima persona, mentre studiavo cinema, tv e contemporaneamente giornalismo. La cosa mi ha colpito molto e mi ha fatto innamorare ancora di più del mondo della comunicazione, fatto anche di immagini e inquadrature strategiche. Noi spettatori a volte siamo ignari del che succede dietro le quinte e ci troviamo a prendere ciò che ci viene proposto così come ci appare. Il mondo del giornalismo e la comunicazione è un mondo complesso e molto affascinante e sostengo che per saper leggere correttamente le notizie, soprattutto televisive, dobbiamo essere coscienti di come funziona a livello tecnico tutto ciò che riguarda la comunicazione.[/dt_quote]

Torniamo al benedetto velo…prima dell’episodio delle Torri Gemelle era un esotismo da vacanza tra le dune, adesso viene considerato il grido di battaglia del feroce Saladino. Ma veramente coprirsi il capo è la risposta conseguente alle primavere arabe, visto che i rotocalchi ci mostrano immagini di donne in minigonna negli anni 70?

[dt_quote type=”pullquote” layout=”right” font_size=”big” animation=”none” size=”1″]In alcuni paesi arabi come la Tunisia il velo era vietato per legge dall’inizio degli anni 80 con il governo Bourguiba, quindi prima dell’inizio della dittatura di Ben Alì fino al 2011, con la sua caduta. È strano da dire ma un paese arabo di maggioranza islamica che vieta il velo per legge è un controsenso…come altri paesi che lo impongono per legge, ancora più assurdo. Sai, se c’è una cosa che ho imparato della mia religione sono proprio le libertà individuali e la scelta personale perché si basa tutto sull’intenzione di dar valore a ciò che si fa nel proprio quotidiano. Il velo è quindi un precetto della religione ma visto come una libera scelta, una convinzione profonda. In questo modo una donna che lo indossa sta dando valore e significato al proprio velo. Per questo in Tunisia, dopo la caduta della dittatura e quindi con l’eliminazione della legge che vietava il velo, tante donne lo hanno indossato di nuovo, nella ricerca della loro identità religiosa; fenomeno avvenuto anche dopo gli attacchi alle torri gemelle dell’11 settembre 2001.[/dt_quote]

Takoua Ben Mohammed

Hai conosciuto, attraverso la storia della tua famiglia, la triste realtà delle persecuzioni politiche. La Tunisia oggi è una realtà positiva e in continua emancipazione, probabilmente perché il processo di autodeterminazione è stato gestito senza influenze esterne, può essere questo il motivo?

[dt_quote type=”pullquote” layout=”right” font_size=”big” animation=”none” size=”1″]Credo che il motivo principale risieda nel fatto che i tunisini sono molto diversi da altri paesi arabi, perché appunto ogni paese ha la sua cultura, le sue tradizioni e la sua mentalità. La Tunisia è anche un paese con un alto livello di istruzione e consapevolezza: quando il popolo è sceso in piazza per mandare via Ben Alì non lo ha fatto per appartenenza politica o religiosa ma fiero della propria identità nazionale; questo ha portato poi alle elezioni democratiche per la Costituente, poi al Parlamento e ai vari governi, mettendo in prima linea l’identità e gli interessi dei cittadini tunisini, adottando il dialogo politico fra i vari partiti e ideologie. Malgrado tutte le difficoltà economiche e i disagi sociali questo, a mio giudizio, ha portato la Tunisia a non cadere nel caos del post rivoluzione ed è un fattore molto importante. La rivoluzione, la democrazia e il dialogo è un processo molto lento e graduale di cui beneficeranno le generazioni del futuro.[/dt_quote]

L’arte unisce universi e tu hai cominciato ad usare il disegno come comunicazione nei primi anni di scuola, per ovviare alle difficoltà linguistiche. E poi?

[dt_quote type=”pullquote” layout=”right” font_size=”big” animation=”none” size=”1″]Dopo sono entrata a far parte di associazioni culturali, giovanili ed umanitarie che  mi hanno portata a riflettere sui temi che affronto ogni giorno quotidianamente. L’idea è nata nel conciliare quella che erano le mie passioni nel mondo del fumetto e il tentativo di evidenziare i temi sociali. Col tempo ho conosciuto tanti autori, giornalisti, disegnatori, professori interessati a questo mio modo di esprimermi che mi ha portato a credere in me stessa e nelle mie capacità e quindi a farne il mio lavoro. Così ho studiato all’Accademia di cinema d’animazione a Firenze e giornalismo a Roma.[/dt_quote]

In quasi tutto l’Occidente si strumentalizza qualsiasi avvenimento per fare politica. Addirittura si parla di deriva radical chic nel caldeggiare l’uso del burkini e del velo islamico. Esprimi il tuo concetto di libertà e d’indipendenza in una società civile.

[dt_quote type=”pullquote” layout=”right” font_size=”big” animation=”none” size=”1″]Credo che la civiltà sia rispetto e convivenza, ognuno è libero di pensare e vivere come meglio crede nel limite del rispetto reciproco. La convivenza parte proprio da questo.[/dt_quote]

Il mondo del fumetto è affollato da presenze maschili: sei la prima donna islamica a diventare una celebrità con un personaggio che suscita immediata simpatia e una grandissima curiosità tra i giovani. Stai girando l’Italia e il mondo senza risparmiarti per far conoscere la tua opera. Non declini mai un invito per parlare di intercultura nelle scuole, nelle piazze, ovunque. C’è chi risponde strategicamente già alla tua età dopo la quinta chiamata o la decima mail…

[dt_quote type=”pullquote” layout=”right” font_size=”big” animation=”none” size=”1″]Giro molto l’italia in realtà perchè mi piace incontrare il mio pubblico direttamente e confrontarmi con esso, rispondendo anche alle perplessità e cercando di ragionare insieme sulle tematiche. Alla fine i fumetti danno un contenuto e una base di informazione, ma non forniscono approfondimenti. Ecco, quelli mi piace farli in prima persona.[/dt_quote]

Sei un talento indiscusso, la rivista “Donna moderna” ti ha indicato come una delle dieci donne di cui si parlerà nel 2017. Io ti auguro tutto il bene possibile e soprattutto che il nostro Paese, il tuo Paese dove vivi e lavori ti riconosca presto la cittadinanza che desideri tanto.

[dt_quote type=”pullquote” layout=”right” font_size=”big” animation=”none” size=”1″]La cittadinanza per me è fondamentale. Sono cresciuta per la maggior parte della mia vita in Italia e mi sento italiana quanto tunisina. Ho acquisito entrambe le culture e ne vado fiera perchè rappresentano in primis una grande ricchezza.[/dt_quote]

 

A presto, bella ragazza in hijhab.

 

Antonella Rizzo

Poetessa, scrittrice, performer, giornalista. Collaboratrice di Culturamente dal 2015.

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