Chi può concepire la morte come un valore estetico, immaginare la luce divergente dell’atterraggio se non un poeta come Gabriele Galloni?
Ho già recensito Slittamenti, la prima silloge del giovane poeta che ho apprezzato dagli esordi e leggo adesso In che luce cadranno pubblicato da RP edizioni, una giovane ma ambiziosa casa editrice che si occupa di poesia di qualità.
L’evoluzione di Galloni poeta segue il percorso definitamente tracciato dall’inizio; una scrittura riconoscibilissima tra prodotti di grande omologazione sfornati da scuole di scrittura e conversioni artistiche del’ultima ora.
Perchè la Poesia, in Italia, si scrive ancora e vengono pubblicati una miriade di versi sotto l’egida di un riscatto interiore che va ad affollare speranze, un sottobosco letterario sospinto talvolta da ambizioni puramente personali. Ma la Poesia è un’altra cosa, e verrebbe riconosciuta anche da un perfetto analfabeta.
La Poesia irretisce, stravolge i sistemi, crea connessioni tra i sensi. Gabriele Galloni porta in sé tutta l’inquietudine, il disincanto, la veggenza lucida della realtà metafisica e della ragione arcana dell’insondabile.
Non mi stupisce affatto che il suo libro sia dedicato alla morte, e al dialogo interiore con i trapassati che incarnano le debolezze e la crudeltà dei limiti terreni. Quello della morte è un culto arcaico che al giorno d’oggi viene allontanato dalla coscienza, in una società anestetica, formalmente corretta, che usa termini come “scomparso”, “venuto a mancare”. Termini usati per allontanare un evento sacrale dell’esistenza, un diritto a non rimanere per sempre vincolato dalla corporeità.
Gabriele Galloni ha un senso della provocazione sperimentale, empirica, che si consolida in questa ultima opera fugando il dubbio del giovanilismo trasgressivo che spesso si accompagna a una dimestichezza linguistica eccellente.
Sono visioni reali, quelle dei morti, che rispondono alle domande morbose dei vivi. Essi cercano il destino della luce, la sostanza shakeaspeariana dei sogni. Per questo il rapporto del poeta con la morte è estetica; è proprio l’esperienza della paradossalità e dell’assurdo che permette l’insorgenza di profondi sentimenti positivi, e non il contrario.
Perciò la Poesia di Galloni possiede la facoltà catartica di esorcizzare il male e l’ignoto pur stringendo una grande confidenza con la zona d’ombra dell’animo umano. Possiede il dono della sintesi divinatoria, il rituale cabalistico degli iniziati, ma segue una direzione personalissima e tenace. La parola è trattenuta al punto giusto, semza ombra di artificio.
Per gli amanti della poesia contemporanea, un libro elegante da assaporare con lentezza.
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