Si conclude, a detta dell’autore stesso, la trilogia poetica di Gabriele Galloni con Creatura breve per Ensemble edizioni.
Una delle voci più interessanti e vivaci della poesia italiana, ancora oscurata dall’ombra insistente dei grandi Miti.
Galloni inizia e finisce il suo viaggio, dalle fermate brevissime come il tempo che intercorre tra una pubblicazione e l’altra, confermando che la Poesia oggi è viva e si veste e traveste di abiti umbratili. Una linfa che nel Novecento in fiamme traeva linfa dai grandi drammi e oggi da una immobile privazione di senso.
In questo ultimo libro il giovane poeta svela definitivamente la natura della sua poetica con un’azione di destrutturazione e concettualizzazione della natura estrema della sua interiorità. Non è provocazione giovanile la sua, timore degli esordi, ma un’operazione intellettuale sull’uso della parola con il metodo freudiano dei primi tentativi psicoanalitici.
La poesia di Galloni abita i terreni della psiche più remota, fatta di pulsioni addomesticate dalla lettura del terapeuta che ascolta impassibile una narrazione suggerita dagli incubi perversi del sonno e del sacro.
Non è lettura blasfema della quotidianità o la liberalizzazione crittografata di chissà quale satanismo intellettuale ma una lirica calata nell’assurdo e nel canto pagano. Il poeta deve avere la trascendenza del senso e l’aderenza alla sua realtà, fatta di pazzia lucida. La sequela anagrafica di portatori insani di libido dissipa le resistenze borghesi all’ascolto: ciò che è nominato acquisisce forma e sostanza; quello che viene coltivato nel giardino dei buoni pensieri è lo stesso albero del peccato che produce conforto e dannazione.
In realtà la poesia di Gabriele Galloni ha una forte spiritualità di fondo e la provocazione del gesto è cabalistica, esoterica: la creatura breve uccisa dal male assoluto è la natura stessa del poeta che parla la lingua del demone per spaventarlo nella lotta quotidiana.
Rompi la roccia e ne uscirà dell’acqua/potrai berla /pensare un ritorno alla materia dell’ultimo giorno.
Niente di più profetico e concreto come il testamento della creatura di Galloni, un pensiero veloce che contiene l’universo.
Gabriele Galloni è nato a Roma nel 1995. Ha pubblicato le raccolte poetiche Slittamenti e In che luce cadranno. Autore e ideatore, per la rivista «Pangea», della rubrica “Cronache dalla ne dodici conversazioni con altrettanti malati terminali”.
Antonella Rizzo