M il figlio del secolo. Il primo romanzo su Benito Mussolini

Antonio Scurati

In M il figlio del secolo di Antonio Scurati nulla è inventato, tutto è drammaticamente vero.

Il primo romanzo su Benito Mussolini, una scommessa ardua che l’autore alla fine vince, nonostante qualche stroncatura eccellente.

La storia è il romanzo più bello da leggere.

Una verità incontrovertibile che affiora da ogni pagina di M. il figlio del secolo di Antonio Scurati.

Questo libro, il primo di tre romanzi dedicati alla figura di Benito Mussolini e al ventennio fascista, rappresenta un’ambiziosa sfida lanciata da Antonio Scurati.

Questo romanzo, edito da Bompiani, vero caso editoriale, è un originale strumento letterario per addentrarsi nella vita di Benito Mussolini e nell’Italia di quegli anni in una forma del tutto inedita.

La figura di Mussolini è stata nel corso di questi decenni vivisezionata dalla saggistica.

Non si contano, infatti, le monografie dedicate al fondatore del fascismo, ma mai nessuno prima di Scurati aveva osato fare di Mussolini il protagonista di un romanzo.

Un’operazione non semplice, attuabile solo attraverso il superamento, come ricorda lo stesso autore, «di tutti quei motivi ideologici che avevano reso impossibile fino ad ora una simile operazione letteraria.»

Fin dalle prime pagine del bellissimo libro si è perfettamente catapultati nell’Italia scossa, delusa, impaurita e divisa, che uscì fuori dalla prima Guerra Mondiale.

La battaglia di Vittorio Veneto aveva consacrato la vittoria ma non aveva unito la nazione. Il paese, all’indomani di una guerra dilaniante, emergeva lacero e paradossalmente sconfitto.

Da una parte la delusione dei reduci. Dall’altra quella di milioni di operai che sognavano la rivoluzione. In mezzo la miopia di una classe politica incapace di comprendere come il “secolo breve” sarebbe stato segnato inevitabilmente dal ruolo delle masse

Il mondo uscito da quel drammatico conflitto, che aveva lasciato sui campi di battaglia dieci milioni di morti, non ha più nulla di quello che aveva preceduto lo scoppio della Prima Guerra mondiale.

Sono spariti «gli uomini con la barba, i padri monumentali melodrammatici, i magnanimi liberali piagnucolosi, gli oratori magniloquenti.»

Per tutti questi personaggi, spazzati via dal vento della storia, «la campana è suonata.»

Sul palcoscenico della storia sono salite improvvise le masse a cui si rivolgono nuovi soggetti politici, che provano a interpretare quegli istinti primordiali.

In quel clima si comincia a muovere Benito Mussolini che come una belva famelica annusa l’aria, percependo l’odore di «un’Italia sfinita, stanca della casta politica, della democrazia in agonia, dei moderati inetti e complici.»

Un rapporto di polizia, della primavera del 1919, stilato dall’ispettore di pubblica sicurezza Giovanni Gasti, (colui che inventò il metodo di catalogazione delle impronte digitali), così definiva Mussolini:

«È ambiziosissimo. È animato dalla convinzione di rappresentare una notevole forza nei destini d’Italia ed è deciso a farla valere. È un uomo che non si rassegna a posti di secondo ordine.»

Il racconto di Scurati muove i primi passi da quel fatidico 23 marzo 1919, quando poco meno di cento persone in piazza San Sepolcro in Milano fondarono i Fasci di combattimento, il nucleo originario del futuro partito fascista.

Un fatto, in seguito ritenuto epocale, che all’epoca, però, passò quasi nell’assoluto silenzio, derubricato a mero episodio di cronaca politica.

In quei giorni, ma anche nei mesi a seguire, a rilucere non era certo l’astro di Mussolini, bensì quello di Gabriele D’Annunzio.

Era il Vate ad arringare le folle, a sferzare l’orgoglio ferito di milioni di italiani, a infondere speranza, a passare all’azione, entrando trionfante nella città di Fiume l’11 settembre del 1919 e mettendo in seria difficoltà i professionisti della politica.

D’Annunzio è solo uno dei tanti protagonisti di questo racconto corale.

M Il figlio del secolo è innanzitutto il romanzo di quell’Italia, della “vittoria mutilata” (efficacissima metafora coniata dal poeta abruzzese) che tanto scosse gli animi italiani.

Accanto al giovane e ambizioso Mussolini si muovono altre celebri figure. Dalla veneziana Margherita Sarfatti, mentore e storica amante del futuro duce, al socialista Giacomo Matteotti.

Proprio il segretario del partito socialista fu uno dei pochi a comprendere il rischio che l’Italia e il suo sonnambulo popolo stavano per intraprendere abbracciando il fascismo.

In questo primo atto della trilogia, che si conclude con il famoso discorso del 3 gennaio 1925 in cui Mussolini di fatto inaugurò la dittatura, l’immaginazione viene, come indicato dallo stesso Scurati, «dal di fuori, dalla base documentale, non dal di dentro dell’interiorità dell’autore.»

Tutto ciò che è narrato in M Il figlio del secolo è storicamente attestato e questo rappresenta la cifra aggiunta di questa originalissima opera letteraria.

M Il figlio del secolo, senza filtri politici e ideologici, racconta con una prosa scorrevole e incalzante, degna di un grande scrittore, il ventennio fascismo; una storia che, volenti o no ha segnato il volto di questo nostro paese.

Al netto di qualche svarione di troppo, inaccettabile quello sulla data della disfatta di Caporetto, errori opportunamente sottolineati dal professor Ernesto Galli Della Loggia in uno sferzante articolo sul Corriere della Sera dello scorso ottobre, M il figlio del secolo rimane un gradevole libro da leggere.

D’altra parte, come lo stesso Scurati ha ribadito, «M è un romanzo, gioca un diverso gioco linguistico, riesce o fallisce mirando a un diverso obiettivo, quello di integrare, di completare, magari, il lavoro analitico della ricerca storica con la forza sintetica della narrazione.»

Concludendo la lettura di M il figlio del secolo, in attesa dei successivi, possiamo dire che la scommessa lanciata da Antonio Scurati è stata vinta.

 

Maurizio Carvigno

Nato l'8 aprile del 1974 a Roma, ha conseguito la maturità classica nel 1992 e la laurea in Lettere Moderne nel 1998 presso l'Università "La Sapienza" di Roma con 110 e lode. Ha collaborato con alcuni giornali locali e siti. Collabora con il sito www.passaggilenti.com

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