Il maestro di Quintodecimo: dignità e determinazione di un pittore marchigiano

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Fazi Editore ha pubblicato di recente il romanzo “Il maestro di Vigevano” di Maria Collina. Si tratta di un romanzo biografico che racconta la vita di Guerrino Collina, maestro e pittore marchigiano, semisconosciuto ai più.

Sotto forma di pagine di diario, l’autrice racconta la vita particolare di un uomo che ha attraversato il ‘900 dalla periferia delle montagne umbro-marchigiane e che ha sovrapposto ai grandi eventi della Storia le piccolo tragedie della quotidianità.

In questo libro non troverete l’arte o la poetica di questo artista. Conoscerete piuttosto la sua infanzia e la sua gioventù, quindi la formazione del carattere prima che professionale.

Guerrino Collina è un bambino come tanti altri che un giorno, per disgrazia, viene menomato dall’esplosione di una bomba della prima guerra mondiale. Un evento drammatico che rovina la salute di un bambino e che squarcia un’intera famiglia. Un evento che, nella sua comune banalità, rientra nella cronaca di molti infortuni.

Recuperata la vista per intercessione di un luminare, il protagonista farà della propria menomazione alla mani un punto di forza.  Da qui cercherà di ripartire da dove aveva lasciato la sua vita, nel giorno dell’incidente.

Per tutta la durata della lettura ciò che rimarrà impressa nella mente del lettore è l’enorme forza d’animo e determinazione di Guerrino.

Enorme esempio di infinita attualità, il racconto stupisce ancora di più se ci sofferma momentaneamente sul contesto storico. L’incidente avviene in pieno regime fascista, l’epoca della forza fisica, dell’uomo inteso come vir latino. Del maschio italico che non concepisce debolezze. Ecco, Guerrino rappresenta l’opposto esatto di questo modello di vita.

La Storia è sempre vivida sullo sfondo. Viene percepita attraverso le coordinate geografiche dell’Italia centrale. Attraverso gli occhi di un uomo che ha sempre vissuto ai margini della Storia, che ne ha raccolto le molliche, i rimasugli ma che ne ha fatto comunque parte, si focalizza il punto di vista.

Maria Collina racconta suo padre attraverso le sue parole, lasciando al lettore di conoscere Guerrino scorrendo le pagine del suo diario. La scrittura, semplice e leggera, dà piacere alla lettura e fa “mangiare” con gli occhi l’intera vicenda.

Non c’è patetismo né autocommiserazione nelle parole e nella scrittura del protagonista e il lettore non può che apprezzarne l’animo.

Serena Vissani

Ama i libri, il cinema e la pasta. Non sempre in quest'ordine.

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