Si leggono una infinità di libri che parlano di violenza sulle donne ma pochi sanno descrivere il fenomeno centrando perfettamente l’argomento: uno di questi è a pieno titolo Legate a un sottile filo rosso di Anna Silvia Angelini per Bertoni editore.
Un’esperienza consolidata
L’autrice è alla seconda pubblicazione dopo La violenza declinata, scaturito anch’esso dall’esperienza diretta sul campo perchè, oltre ad occuparsi di scrittura e di eventi, Anna Silvia Angelini è responsabile dello sportello di ascolto Uscita di sicurezza in seno all’associazione AIDE Nettuno che presiede.
Il libro si legge tutto d’un fiato con la sensazione di percepire la follia distruttiva del maschilismo omicida come una tipologia umana perfettamente integrata nel tessuto sociale. E istintivamente, subito dopo, con il desiderio di allontanare il calice amaro dai nostri schemi mentali come estraneo alla propria esistenza, esorcizzando ogni probabilità.
Ma quando si comincia ad familiarizzare con le vite delle sei donne descritte dall’autrice, vite reali e non dissertazioni invisibili, ci si rende conto che il professionista signorile della porta accanto potrebbe rivelarsi un aguzzino, e non solo nei film horror.
Proprio l’approccio globale adottato dalla scrittrice inquadra il fenomeno del patriarcato in una dimensione culturale e fornisce l’illuminazione per scegliere lucidamente della propria esistenza: conoscere i meccanismi storici, antropologici e sociali che sono all’origine dei comportamenti transgenerazionali fanno di noi delle donne capaci di operare scelte dettate dalla progettazione consapevole in base ai valori di provenienza.
La struttura
La struttura stessa del libro dopo ogni narrazione torna a rievocare il Mito e l’Archetipo che ogni comportamento abusante contiene, perpetrati nei riti di violenza quotidiana atta ad affermare le pulsioni vitali attraverso comportamenti primitivi di sopraffazione e di umiliazione.
Non solo la violenza fisica figura infatti nei temi ricorrenti delle storie ma soprattutto quella psicologica, consumata secondo modalità facilmente confondibili con le risposte nevrotiche della quotidianità. L’alternanza tra le voci femminili, fiaccate ma non vinte dalla lotta, e la descrizione del contesto sociologico corrispondente fornisce una chiave di lettura immediata e appassionata malgrado la delicatezza dei temi trattati.
Ma le donne di Anna Silvia Angelini, legate tra loro da un filo rosso che rappresenta il colore del sacrificio estremo ma anche della forza interiore, non lasciano il lettore nello sgomento e nell’immobilità perché sono portatrici di vita per loro costituzione, valchirie e madri coraggiose, portatrici di un’etica nuova alla quale dovrebbe ispirarsi ogni organizzazione sociale.
D’altra parte la stessa autrice, donna poliedrica, abbandona la visione stereotipata dell’impegno sociale come dichiarazione di lotta oppositiva e sterile ed investe nella valorizzazione della bellezza, dell’inclusione e della solidarietà femminile come carta vincente per la consapevolezza di genere.
Non a caso ha voluto nel suo libro il contributo di Simona Battistelli, eccezionale artista e autrice delle immagini contenute nel libro a corredo di ogni paragrafo; Vittoriana Abate, giornalista Rai, che ha curato la prefazione e Monica Brandiferri, consigliera di parità della provincia di Teramo, che si è occupata della postfazione.
Un manuale di esistenza e resistenza.
Antonella Rizzo