Luni Editore pubblica nella collana “Il sogno di Gutenberg” le riflessioni di Giovanni Papini sul mondo dei libri e dell’editoria italiana.
Scorrono parole amare in questo libricino di appena 32 pagine introdotto dal librario antiquario Roberto Palazzi: l’autore con un’ironia sagace ci ricorda quanto sia svalutata la cultura. Lo era ottant’anni fa e lo è tutt’oggi.
Un’industria che è tra le più meritevoli e le meno redditizie, ecco come Papini definisce la nostra editoria. Pare infatti che quasi un secolo fa, i libri fossero utili giusto a dare lustro alle case dei ricchi…che puntualmente non li leggevano.
I poveri non potevano permettersi i libri e le biblioteche non offrivano ai libri la vita che gli spetta: una vita di passione e consumo nelle mani di qualcuno che davvero li desideri. Papini oscilla tra critica analitica – con una perenne punta ironica – e sentimentalismi sulla dignità del libro. Il tema gli è particolarmente caro.
Chi tocca un libro tocca un’anima.
Giovanni Papini
Questo pamphlet è stato pubblicato per la prima volta nel 1953 da Vallecchi, quindi mi sono chiesta quali fossero i numeri dei lettori a quei tempi. Impossibile risalire al numero di libri posseduti in casa tramite le tavole storiche dell’Istat, mentre è possibile vedere quanti lettori consultavano i libri in biblioteca negli anni Cinquanta: 1,7 milioni contro i 4,2 milioni degli anni Settanta. Un bel salto.
Nelle case degli italiani, ieri come oggi non mancano i ricettari, qualche romanzo tradotto male, i vecchi libri della scuola, una Divina Commedia, la cabala del Lotto e… sì, qualcosa forse è cambiato: non abbiamo più gli elenchi telefonici in casa. Internet ci ha tolto questa incombenza. Non è finita qui. Oggi – grazie anche a nuove forme di marketing digitale – i libri sono dei veri e propri protagonisti della quotidianità. Spesso si trasformano anche in beni da collezionare per le loro copertine “instagrammabili”. Leggere è diventata una passione che unisce, e anche un business come nel caso dei bookblogger. Chissà cosa ne avrebbe pensato Papini.
Tra collezionare belle copertine e leggere molti libri c’è una bella differenza. Quindi ho deciso di farmi aiutare dall’Istat per fare un’estrazione degli ultimi 20 anni e vedere quanti libri leggono gli italiani ogni anno: l’andamento più stabile, in fin dei conti, mi sembra quello di chi legge al massimo un libro l’anno. Chissà quante delle persone che fotografano i libri sono andate oltre la copertina!



Alessia Pizzi