La grande storia è custodita nelle biografie di ognuno ed è per questo che Maurizio Valtieri, con il romanzo La signora M per le Edizioni Croce ripercorre alcuni momenti della vicenda esistenziale dello scrittore e drammaturgo Ercole Luigi Morselli (1882-1921), attraverso i ricordi della moglie Bianca.
“Raccontare – scrive nella postfazione Walter Zidarič – la difficile vita di Morselli attraverso il filtro dei ricordi, dei deliri, delle sofferenze ma anche delle aspirazioni, dei sogni e delle gioie di colei che fu tutto per lui, un tutto indissociabile e cioè compagna, moglie, sorella, madre, musa ma anche infermiera, segretaria, agente artistica, non è un’agevole impresa”.
Zidarič è professore ordinario di Letteratura e Civiltà italiana presso l’Università di Nantes ed è tra i maggiori esperti dell’intellettuale Ercole Luigi Morselli del quale, tra il 2017 e il 2021, ha raccolto e curato in due volumi tutte le opere.
Valtieri, che dei repertori letterari virtuosi ha fatto il suo punto di forza, è riuscito benissimo a dare voce a Bianca Bertucci, la vedova di Morselli che nel 1925 si ritirò nel convento di San Giovanni Rotondo con la figlia Giuliana dopo la morte del marito.
Nella narrazione, lo scrittore si concentra particolarmente sugli anni 1905 e 1906, periodo della nascita del forte sentimento tra i due.
Bianca Bertucci, promettente pianista romana, condividerà infatti le sorti alterne del suo amato con ostinata abnegazione. Lui, giovane intellettuale pesarese, elegante, avventuroso e pronto a conquistare il mondo, si avvicinerà più volte al successo e altrettante precipiterà nel fallimento artistico.
Solo nel 1919, quando il suo Glauco trionfa al Teatro Argentina di Roma, verrà celebrato come nuovo astro nascente della drammaturgia italiana. Non avrà però il tempo di godersi la fama, poiché due anni dopo morirà di tubercolosi. Bianca gli sopravviverà a lungo conservando nella propria anima e nel proprio corpo il ricordo di un amore assoluto che la condurrà alle soglie della follia.
“Ed è proprio di questo – precisa Walter Zidarič – che il libro di Maurizio Valtieri parla al lettore, facendolo penetrare con grande abilità narrativa nell’intimità della mente alterata di Bianca attraverso il lungo monologo interiore che ripercorre le varie fasi della sua esistenza nell’ombra di un marito così ingombrante.
Dando la parola a Bianca, permettendole cioè di raccontare la propria vicenda intima dall’interno, dal proprio punto di vista, Maurizio Valtieri – conclude Zidarič – ha saputo delineare in modo originale, convincente e, non da ultimo, rispettoso la traiettoria di un artista che merita senza alcun dubbio di essere riscoperto e rivalutato”.
Un lavoro di cesello e di maieutica che eleva la storia personale al rango di universale attraverso i temi forti della vita come i sentimenti, il destino avverso, il disagio mentale come stigma degli artisti.
***
Maurizio Valtieri è docente presso il Pantheon Institute – Penn State University in Rome. Inizia a scrivere in qualità di autore teatrale. L’opera più significativa rappresentata è Solitudini, Luigi Tenco e Dalida, a Roma presso il Tetro Greco. Nel 2007 pubblica il suo primo romanzo 120, nel 2013 il romanzo L’albero dei rosari, nel 2017 la raccolta di racconti Confini di pelle e nel 2019 il romanzo La conversione dell’arcobaleno.
Antonella Rizzo