La diapositiva generazionale sviluppata da Jorg Fauser in Materia Prima arriva, finalmente, in Italia
Dopo trentatré anni, grazie alla traduzione di Daria Biagi, realizzata con il contributo del Goethe Institut per L’Orma Editore SRL, finalmente in Italia si avrà la possibilità di conoscere ed apprezzare l’opera di Jorg Fauser, Materia Prima.
Il protagonista dell’opera, Harry Gelb è totalmente immerso nel vorticoso cammino degli anni settanta.
È completamente inabissato in un caleidoscopio volteggiare alla ricerca del senso della vita. Difatti, tra Istanbul, Berlino e Francoforte il suo peregrinare diviene la fonte primaria da cui cerca di trarre ispirazione nella stesura delle sue opere.
Sempre alla ricerca dell’esperienza estrema per poterne muovere il genio creativo che tuttavia procrastina il suo manifestarsi. Questo ritardo, tuttavia, non libera la sua musa. L’ispirazione rimane incatenata tra la routine e la droga, tra la ricerca di estrema perfezione e l’effettiva dichiarazione di bravura da parte degli altri. Si alternano le città, si alternano i volti di donna, si avvicendano le case occupate. È un tempestoso gioco senza luce. Le rivolte studentesche e le improbabili redazioni giornalistiche diventano un mero contorno. Ma di una cosa si può esser certi: la droga, in tutte le sue accezioni, rimane la costante.
Harry è la traslazione letteraria, l’alter ego, dell’autore stesso che alla ricerca di successo e di case editrici propense alla pubblicazione dei suoi libri, annaspa per emergere.
“Dall’ago alla penna” è l’articolato e complesso pensiero sviluppato da Fauser nell’opera “Tophane” pubblicata nel 1972 e metaforicamente trasposta in Materia Prima come l’amaro libro, visto e rivisto, corretto e tagliato con tecnica letteraria stilistica del cut-up, Stamboul Blues; è un travaglio continuo, una sofferenza psicofisica che avvinghia il lettore tra le sue righe in una lenta dissoluzione dell’utopia sociale.
Materia Prima di Jorg Fauser è annoverato dalla «Frankfurter Allgemeine Zeitung» tra i romanzi tedeschi più belli del dopoguerra, un ulteriore motivo per concedersi del tempo e dedicarsi alla lettura di quest’opera.
Alessia Aleo