Qual è il gesto che identifica e distingue il vero amante dei libri? Mettere il naso tra le pagine.
Annusare un libro è un’azione per molti automatica al momento della scelta in libreria. La carta stampata ha tanti odori diversi che tanto possono dirci della sua lavorazione ed età. Ma ciò che l’olfatto non ci può raccontare è la trama del libro. Non è possibile leggere con il naso! Quindi, quando ci troviamo di fronte a un titolo come quello del nuovo libro di Desy Icardi, L’annusatrice di libri (edito da Fazi editore) noi bibliofili non possiamo fare altro che gasarci e aspettarci di trovare una protagonista in cui non sarà difficile immedesimarsi. In fondo, siamo tutti amanti dei libri e loro annusatori, no?
E invece l’annusatrice a cui fa riferimento il titolo è Adelina, una quattordicenne che non legge con gli occhi (attraverso i quali ha grande difficoltà), ma riesce a farlo con l’olfatto. Non sono le azioni o le parole a presentarle la storia di un romanzo, ma gli odori che le caratterizzano.
Siamo a Torino nel 1957.
Adelina si è trasferita in città a vivere con la zia, Amalia, per essere educata al meglio, ma ha grandi difficoltà a scuola perché non riesce a leggere. Ad aiutarla ci sarà una brillante compagna di classe, Luisella e sarà proprio durante uno di questi pomeriggi di studio che Adelina scoprirà di essere in grado di capire i Promessi Sposi sentendo gli odori emanati dalle pagine. Ma il suo dono potrebbe rivelarsi anche una trappola: il padre di Luisella vorrebbe approfittare del suo talento per decifrare il manoscritto Voynich, “il codice più misterioso al mondo”, scritto in una lingua incomprensibile. Ma la lettura olfattiva potrebbe essere pericolosa per Adelina…
Il libro della Icardi è originale, scorrevole e molto piacevole.
Non è scontato, né per quanto riguarda la storia, né per lo stile. È intrigante e leggero. Una volta entrati nel vivo della narrazione, non ve ne staccherete più fin quando non sarete arrivati alla fine. Tutti i personaggi sono ben delineati e ognuno ha il suo spessore. In maniera diversa, rappresentano il tipo di rapporto che ogni essere umano può avere con il mondo della letteratura: c’è chi la studia ed è in grado di apprezzarne le diverse sfumature perché analizza i racconti secondo strumenti quanto più oggettivi possibile (come il reverendo e Luisella) e chi ne rimane del tutto indifferente (come la zia Amalia). Ci sono i collezionisti e coloro che ne fanno una vera e propria passione o vocazione (come il padre di Luisella o l’avvocato, vicino di casa di Adelina). E poi c’è chi, come la protagonista, non gode della lettura dal punto di vista razionale, ma emotivo e istintivo, chi si lascia conquistare dalle storie, vivendole come se fossero la propria.
E, forse, quella di Adelina è la via più bella e anche più naturale per avere a che fare con la lettura.
Perché, alla fine, non dobbiamo dimenticare che le storie fanno parte della nostra esperienza di vita. Così come non dobbiamo dimenticare che il nostro primo istinto alla fine di una lettura è quello di giudicare il libro, “a naso”, per quello che ci ha lasciato da un punto di vista emotivo e cognitivo. Poi possiamo valutarlo anche da un punto di vista più oggettivo, ma non dobbiamo dimenticare la sfera emotiva che viene puntualmente coinvolta dal mondo artistico.
A proposito di questo argomento, consideriamo che Adelina riesce ad annusare/leggere solo i libri che sono stati già letti. Per lei, entrare in libreria significa trovarsi nel luogo meno odoroso del mondo. Questo perché ciò che lei riesce a captare sono le emozioni e l’immaginazione di chi ha letto la storia. Ed è molto suggestiva l’idea che non siano solo i libri a lasciare traccia in noi, ma anche il contrario.
La scrittura è semplice, ma mai banale.
Lo stile non è trascurato pur risultando molto leggero. Ci sono diverse citazioni letterarie che piaceranno molto agli amanti dei classici.
Volete sapere quali odori sentireste se doveste prendere in mano la mia copia di L’annusatrice di libri?
Devo confessare che la mia è una copia digitale… ma facciamo conto che sia la stessa cosa! Probabilmente sentireste il profumo di muffin fatti in casa appena sfornati, spuntino dei piacevoli pomeriggi passati a studiare con le amiche. Sentireste l’odore acre e pungente dell’inganno e del sotterfugio… la classica “puzza di bruciato”. Se siete attenti, potreste cogliere la fragranza tipica dei libri antichi che da secoli accompagnano il genere umano. Infine, cogliereste un aroma leggero e piacevole che vi inviterà sicuramente a iniziare la lettura attraverso gli occhi.
Federica Crisci