Effetto farfalla: intervista a Vanessa Ferrari

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Foto di Silvia Vatteroni

“Effetto farfalla” è il libro in cui Vanessa Ferrari – campionessa mondiale di ginnastica artistica a soli quindici anni e mezzo – decide di raccontarsi: una vita completamente dedicata alla sua unica, grande passione, la ginnastica artistica. Una vita di sacrifici, duro lavoro, rinunce, momenti di gloria altissima e di cadute, dalle quali,  leggera come una farfalla, Vanessa ha saputo rialzarsi. Sempre.

Vanessa Ferrari ha solo sei anni quando decide che cosa vuole fare nella vita.  E’ “spaparanzata” davanti alla televisione – erano in corso i Mondiali del 1994 – quando vede una ginnasta su una trave. Folgorata come Paolo sulla via di Damasco. Ne parla alla madre, che però la iscrive a danza (perché a Soncino, dove abitavano in quegli anni, non c’era nessun corso di ginnastica): un’esperienza che si rivela disastrosa. Si intestardisce, punta i piedi: non è quello che vuole fare. Vanessa ha in mente una cosa sola, la ginnastica. Così, nel 1997, comincia il suo primo corso. Ha solo sette anni ma qualcosa in lei brilla prepotentemente, tanto che ci si accorge subito che ha una spiccata predisposizione. Qualcosa scatta in lei non appena mette piede in palestra. Non ne ha mai abbastanza. Letteralmente, si trasforma.
Comincia così l’ascesa di un astro della ginnastica italiana, una vita di vittorie, di cadute, di infortuni, di voglia di riuscire. E’ Vanessa Ferrari, che ha vinto il suo primo mondiale a soli quindici anni e mezzo. E’ Vanessa Ferrari, che si lega strettissima la coda di cavallo per poi piroettare come una fiamma azzurra sotto i flash del mondo. Una natura decisa, forte, impassibile: impassibile ai colpi sulla pancia sempre più forti che le da il suo allenatore Enrico Casella per saggiarne la struttura muscolare, impassibile al dolore degli infortuni, impassibile alla fatica, alle rinunce, alla fame.
Quando vediamo Vanessa volteggiare nel cielo come una farfalla, tutto sembra facile, bello, un sogno. Ma dietro quel sogno, c’è tutto un mondo di disciplina, di volontà di ferro, di voglia di riuscire a qualsiasi costo. Il prezzo, spesso, è altissimo. Così, per la prima volta, Vanessa Ferrari ha voluto mettere a nudo la sua vita di ginnasta e quanto c’è dietro quei voli di meraviglia a cui, ormai, la ragazza ci ha abituato. Ma “Effetto farfalla” non è solo la storia di una delle più brave ginnaste italiana. E’ anche, secondo me, un vero e proprio proclama d’amore a una disciplina – la ginnastica artistica –  severa per quanto straordinaria, difficile per quanto appagante.
Ho cominciato a seguire Vanessa dopo aver letto il suo libro (finito in due sere – facciamo anche  due nottate) e subito mi sono detta che mi sarebbe piaciuto intervistarla. Sono stata fortunata, perché Vanessa è, soprattutto, una ragazza molto gentile e disponibile.

– Un mondiale vinto a soli quindici anni e mezzo, una carriera costellata da medaglie e infortuni, nel mezzo parti molto intime e delicate della tua vita: cosa ti ha spinto a scrivere la tua autobiografia? Quanta voglia c’era di far conoscere Vanessa Ferrari?

 

Il motivo principale è proprio legato ai risultati e alle date nei quali essi sono stati ottenuti: il 19 Ottobre 2006 divento campionessa del Mondo, dopo anni di sacrifici e duro lavoro, la palestra sempre in cima alle lista degli impegni. Sono stata soprannominata in tanti modi come ad esempio “cannibale” ma dietro di essi non c’è altro che una ragazzina di quindici anni e posta sul tetto del mondo. Tutto può sembrare una gioia, ma dalla mia parte nessuno si è mai chiesto come fu vincere un titolo simile. La ragione è proprio quella di far conoscere il mio punto di vista e far conoscere come sono io veramente.

– Leggendo la tua autobiografia mi hanno colpito molte cose, prime fa tutte la sincerità con cui hai voluto affrontare aspetti anche molto delicati della tua carriera da ginnasta: la determinazione, la competizione con te stessa, la paura, il non dare a vedere questa paura, il dolore e, soprattutto, la fatica: è stato difficile, per una persona estremamente (e giustamente) riservata, aprirsi in questo modo?

 

 
Il libro è un ottimo modo per condividere il tuo punto di vista, la tua storia e il tuo essere, chiaramente, non puoi scrivere un libro con lo scopo di farti conoscere e censurarlo. Il modo migliore è seguire la via della sincerità, tutti si chiedono come sei veramente, come fai ad ottenere certi risultati, ecco! Il libro è il modo migliore per conoscermi, però devo scrivere la verità su tutti gli aspetti. Però la sincerità ha un prezzo da pagare, alcuni possono apprezzarla ed altri possono non prenderla bene. Io penso di aver detto solamente la verità e il mio punto di vista.
– Il tuo corpo ha subito, nel tempo, moltissime prove: dalle sollecitazioni fisiche per ragioni sportive ad infortuni che hanno quasi messo a rischio la tua carriera. Che rapporto senti di avere con lui? 

 

 

 

Il mio corpo è il mio strumento di lavoro, nel corso della mia carriera ho subito molti infortuni, ma tutti causati dall’enorme sforzo al quale sottopongo il mio fisico. Con il mio corpo non posso avere rancori, d’altronde senza di esso non sarei arrivata fin qui.
 

 

– “Lavora, suda, dacci dentro”, ripeti come una formula magica: la vita di una ginnasta è racchiusa in queste tre parole. Non solo, ma una carriera agonistica inizia prestissimo e termina quando si è ancora giovani. Hai pensato al tuo “dopo”?

 

 

 

Non posso pensare al dopo, distoglierei la mente dal presente e quindi smetterei di ripetere la formula magica: lavora, suda, dacci dentro.

– Com’è la Vanessa Ferrari di oggi? E come stai vivendo la grandissima prova che ti aspetta alle Olimpiadi di Rio 2016?

La Vanessa Ferrari di oggi è una persona che pensa di aver dato un buon contributo ogni volta che le è stato chiesto, sono stata definita “finita” ogni anno della mia carriera a partire da dopo il mondiale vinto nel 2006, ad ogni infortunio tutti pensavano che non avrei recuperato. Eccomi qui a 10 anni dal quel mondiale, con due Olimpiadi alle spalle e mi preparo alla terza! Io conosco me stessa, il mio corpo e so dove posso arrivare… lasciate dire a me quando sarò finita!

Chiara Amati

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