Oggi è il mio compleanno, purtroppo. Il 22 luglio per me è stato sempre un blue day, altro che blue Monday.
Mi ricordo che da bambina odiavo essere messa al centro dell’attenzione: arrivavano tutti i compagni di scuola a casa di mia madre con un sacco di regali che a me, puntualmente, non piacevano. A caval donato non si guarda in bocca certo, ma andatelo a spiegare a una bambina. E quindi mi ritrovavo a scartare tutti questi doni con il sorriso falso di chi sa, già in tenera età, che è buona regola ringraziare e fingere che sia tutto bellissimo.
Ma il momento che più mi infastidiva era quello dello spegnimento candeline. Tutti avevano gli occhi puntati su di me e cantavano stonatissimi “Tanti auguri!”.
Poi sono diventata adolescente e ho avuto la possibilità di scegliere di non festeggiare. All’epoca erano in pochissimi a ricordarsi del giorno della mia nascita: mio padre, mia madre, i nonni, qualche zia e le amiche più intime. Insomma è stato il periodo più felice, perché una decina di auguri si possono ben sopportare. Anzi sono anche graditissimi!
La grande catastrofe è iniziata con l’avvento di Facebook, perché Facebook ricorda a tutti i tuoi “amici” la ricorrenza. Aiutooooooo!
Ottocento messaggi di auguri non si possono tollerare, a maggior ragione se sai che tutta questa gente non si è ricordata del tuo compleanno in autonomia. Per qualche anno ho passato il giorno del mio compleanno ricevendo una notifica ogni 10 secondi: “Tizio ha scritto sulla tua bacheca” e poi “Caio ha scritto sulla tua bacheca”. E che fai non ringrazi Tizio e Caio commentando i loro post? Ma si può mica passare un’intera giornata a ringraziare?
Quindi a un certo punto ho tolto la data della mia nascita dall’applicazione e ho tirato un sospiro di sollievo. Fiuuuuuuuu.
Tuttavia il fastidio del 22 luglio non è passato del tutto. Non saprei dirvi perché, forse ho solo paura di invecchiare.
E allora sapete che ho fatto? A partire dal mio trentesimo compleanno ho iniziato a prenotare weekend in Europa per passare il fatidico giorno all’estero con pochi ristrettissimi amici, troppo impegnati a godere delle bellezze delle capitali per dare troppa attenzione alla ricorrenza.
Per i 30 siamo stati a Berlino, per i 31 a Valencia, per i 32 a Roma.
Oggi sono 33 e non ho prenotato nulla, perché sono in regime di austerity e c’è la variante Delta. Ma sapete che faccio? Metto su un 33 giri e cerco di non pensarci più!