Ho come l’impressione che l’odorato sia sottovalutato: questa idea mi sorge perché viviamo nella società della vista, dell’immagine. Aristotele che viveva in tempi tutt’altro che moderni, la pensava come me, quindi forse non si tratta tanto di attualità; nel trattato “Sull’Anima” infatti scrive:
Magritte, Gli Amanti
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Ciò che riguarda l’odore e l’oggetto dell’odorato è meno facile a
determinarsi di quanto è stato esposto perché la particolare natura dell’odore non è così chiara come quella del suono, della luce o del colore. La ragione è che questa sensazione non l’abbiamo perspicua, ma inferiore a molti animali: e in realtà l’uomo sente gli odori mediocremente e nessun oggetto dell’odorato avverte senza dolore o piacere, prova che l’organo sensoriale non è in noi perspicuo.
Sin dall’antichità donne e uomini hanno fatto uso di unguenti e olii per il corpo: nell’antica Grecia gli atleti si ungevano, in Egitto le regine si cospargevano di essenze specifiche. Esistevano olii per le vergini, olii per le spose… Per capire quanta importanza avessero sappiate almeno che questo blog prende il suo nome da un ricciolo della regina Berenice che, secondo il poeta Callimaco, una volta reciso per essere donato ex voto agli dei, lamentò l’allontanamento dalla testa della regina e dai suoi unguenti profumati. I profumi non sono solo quelli delle donne però. Scrive Archiloco:
Odoravan d’unguento chioma e seno:
anche un vecchio ella avrebbe innamorato…
Oggi esistono tantissimi tipi di profumo e spesso siamo attratti da una persona perché, come si dice….lascia la scia. Il profumo è un’arma di seduzione…come un bel vestito. Ma a differenza del bel vestito credo che esso ci inganni un po’ di più. Se ci avviciniamo a qualcuno di cui apprezziamo l’odore “artificiale”, potremmo rimanere delusi nell’intimità, perché in essa esistono solo gli odori.
Ogni persona ha il suo ed è strano pensare a quanto alcuni ci siano estranei mentre altri ci riportino inspiegabilmente alla sensazione di “casa”. L’olfatto ci connette al nostro essere animali, fondamentalmente. Per quanto ci nascondiamo dietro la tecnologia o la moda, nella sessualità, in quella autentica almeno, bisogna restare primordiali: vista, tatto, gusto e olfatto.
Assaggiare qualcuno è come assaggiare dei cibi: alcuni ci stuzzicano, altri ci nauseano, di altri non possiamo fare a meno.
Quest’ultimo diventerà il nostro piatto preferito: potreste obiettare che il cibo si mangia; è vero… ma se ci pensate bene il ricordo che avete di un cibo preferito è spesso legato al suo odore. Ricordi di infanzia, di cucine di nonne e mamme che ancora oggi solleticano il nostro senso più sottile. Il gusto è un senso concreto: mangiamo, ci piace, siamo soddisfatti. L’olfatto lo trovo più seducente… avete mai pensato all’acquolina in bocca quando sentite l’odore della pietanza che aspettate? L’odore ci stimola, ci prepara a gustare…. è una sorta di preliminare. La vista ci colpisce, il tatto e il gusto ci danno concretezza, certezza… ma solo il nostro naso sa stuzzicarci davvero, e raramente si sbaglia. Il naso PRE-gusta. Ci prepara ad accogliere.
Non a caso esiste l’aromaterapia: il potere rilassante degli odori che ci piacciono. Spesso quando si è stressati basta sentire un odore familiare per sentirsi meglio. Profumi legati a ricordi cari, profumi nuovi che scopriamo d’amare, profumo antichi di segreti e curiosità. Forse la soluzione per chi lamenta rapporti aridi è proprio ri-affidarsi ai sensi…magari iniziando con quello meno inflazionato.
Finché sei giovane affidati ai migliori. Un vaso nuovo conserva a lungo l’odore di ciò che vi si versa. (Orazio)
Alessia Pizzi