Si fa presto a dire Foscolo; ma spesso la grandezza del nome di un autore ci porta a fare poche domande, tanto tutto quel che può essere detto lo è già stato.
Più che giusto quindi, ogni tanto, rincontrare questi uomini, farne una conoscenza vera. E Foscolo, fidatevi, sarebbe proprio un bel tipo da conoscere: passionale negli amori e nella politica, caparbio nella speranza quanto crudo nella delusione, eterno inquieto.
La vita
Nato a Zante di cui non toccherà mai più le sacre sponde, vive una vita animata dalle grandi passioni politiche nel Nord Italia. E’ filo-francese e giacobino, anti-austriaco dichiarato e queste sue posizioni sono, per così dire, poco consone al momento storico: perseguitato dalla polizia veneta, si rifugia prima sui colli Euganei e poi a Bologna dove si arruola nell’esercito francese, pubblicando, sia mai la sua posizione risulti poco chiara, l’ode a Bonaparte liberatore. Povero Foscolo: da lì a breve Napoleone, col trattato di Campoformio, cede Venezia all’Austria e tanti cari saluti. Profondamente amareggiato- in realtà, sebbene questa sia la più famosa delusione che platealmente riceve, non rimane nella sua carriera di attivista politico certo l’unica- Foscolo non si da’ per vinto: viaggia a Milano dove stringe conoscenze di un certo calibro, torna a Bologna e combatte nella guardia nazionale. Si, quella alleata dei francesi. Si, davvero, nonostante ci sia rimasto molto male: pur non condividendo il comportamento del Bonaparte, infatti, continua a riconoscere i francesi come i promotori delle libertà contro l’ancien regime. La sua vita continua a scorrere, così frenetica, intensa: conosce la Francia, ama molte donne tra cui Antonietta Fagnani, che sarebbe l’amica risanata, e Fanny Hamilton da cui ha anche una figlia, Floriana, a Milano conosce Giulia Beccaria e Manzoni, rompe con il caro amico Monti, assiste impotente da lontano al suicidio del fratello, vive di stenti a Londra, dove muore solo.
Opere e tematiche
Foscolo, partiamo da qui, scrive un romanzo. Beh, grazie, direte voi. E invece no: scrive un romanzo ed è una novità grandiosa. Mica c’erano, i romanzi in italia: si stavano diffondendo giusto in quel periodo in Europa e Foscolo pensa di partecipare a questo movimento collettivo: è la genesi de “Le ultime lettere di Iacopo Ortis.”.
E ancora scrive un tomo mastodontico di poesie dove i temi più ricorrenti ci sono la ricerca dell’io, la patria e l’esilio, l’amore e la morte, il sepolcro.
Si, i sepolcri, lo spauracchio di ogni studente che si rispetti. Non temete: neppure l’amico a cui Foscolo aveva dedicato l’opera li aveva capiti: glieli spiega lui stesso in dei fogli che, grazie a dio, sono arrivati sino a noi. Scrive, ci prova, le grazie– ma non le finisce.
Foscolo è complesso e raramente è stato accettato nella sua totalità, anche contraddittoria. Cerco di spiegarvelo nel video della mia rubrica!
Serena Garofalo