L’abbiamo vista in uno degli ultimi video come matrigna che tenta di allontanare Psiche da suo figlio Eros, ma Afrodite è molto di più di una suocera sgradita.
Nata da un’improbabile evirazione, è la prima dea ad avere una corporeità, la figlia della spuma del mare.
Sposa del produttore di armi zoppo, Efesto, amante di Ares e Grande Madre nel rapporto col paredro Adone, Afrodite, Cipride, chiamata Venere dai Romani, è una grande protagonista del mito classico.
Addirittura in età ellenistica proliferano templi dedicati ad Afrodite Etaira, dove la parola greca sta per compagna/etèra. A quell’epoca le etère erano personaggi molto rilevanti nelle corti, tanto da arrivare persino a donare ex voto gli strumenti del mestiere nei templi.
Il bigottismo dell’età classica è un lontano ricordo!
La maschera della dea Afrodite in questo periodo si fonde, grazie al sostrato egizio, con quella di Iside. Le regine di Alessandria se ne appropriano per legittimare la loro unione incestuosa con i fratelli e mostrare di se stesse un’immagine di sposine passionali. Non a caso le Adonie, le feste che prima erano festeggiate ai margini della società dalle donne non sposate, diventano feste pubbliche capeggiate dalle regine tolemaiche.
Dagli inni omerici a Esiodo, da Saffo a Lucrezio, Afrodite resta nel nostro immaginario quella figura meravigliosa immortalata da Botticelli. Una tessitrice di inganni da tenersi come alleata: fu lei, infatti, a scatenare indirettamente la guerra di Troia, promettendo a Paride l’amore della donna più bella sulla terra qualora avesse regalato a lei il pomo d’oro che si contendeva con Era e Atena.
Tutto il resto è letteratura.
Alessia Pizzi