Intervista ai PennylesS: cuore italiano in lingua e sound d’oltremanica

Virtualmente in volo verso Palermo, base operativa del duo che andiamo a presentarvi, ci immergiamo nel sound elettro-pop che accompagna il nostro viaggio musicale verso la bella Sicilia.

Quest’oggi infatti vi riportiamo la nostra intervista ai PennylesS, band di recente formazione. È nel maggio del 2017 infatti che  Antonio Billeci e Flavio Magliozzo decidono d’intraprendere questo viaggio assieme. La prima tappa è il recentissimo EP omonimo.

Un lavoro che del bel paese ha ben poco. Le sonorità sono internazionali, lontani anni luce da quello che il nostro paese è abituato a sfornare negli ultimi anni. La lingua scelta è l’inglese che, un po’ per la musicalità e un po’ perché vestito adatto ai loro brani, è chiaro sintomo di volerci provare ad andare oltre…manica.

D’altronde alcune influenze presenti nel disco sono chiare. Potrete sicuramente coglierle anche voi ascoltandoli su Spotify e leggendo la nostra intervista ai PennylesS.

PennylesS

Cosa significa il vostro nome? Chi sono i PennylesS
PennylesS è un duo formato principalmente da due ex compagni di liceo (Antonio Billeci e Flavio Magliozzo). Abbiamo scelto questo nome perché, avendo avuto più esperienze con gruppi non andate a buon fine, volevamo un qualcosa che risultasse “leggero” o “senza impegno”. Ma ci sbagliavamo, fortunatamente.( Ovviamente anche perché non abbiamo davvero un soldo).

Vi presentate come progetto musicale ma non solo. Spiegateci meglio.
Facciamo rientrare anche nella “famiglia” dei PennylesS Fabrizio Milazzo (il nostro fotografo), Pierluigi Pascuzzi (videomaker), Manto Prestipino (la nostra social media manager e fotografa) e Fabrizio Massimino (nostro chitarrista durante i live). Senza di loro molto di quello che abbiamo fatto in questi 5 mesi non sarebbe stato possibile, quindi ci è sempre sembrato giusto includerli.

Com’è la scena musicale a Palermo?È difficile trovare spazio per chi ha voglia di fare musica originale?
E’ parecchio interessante. Potremmo nominarti gruppi di amici che hanno progetti davvero validi come i 12BBR, i Not a Sad Story, gli Heron Temple o gli Yes/:Sef.
Diciamo che c’è tanta voglia di fare, ma poca di realizzare, tuttavia ci sono locali che, pur non essendo del tutto adatti ad un live, riescono a far tanto per le nuove realtà musicali. Noi avremo sempre nel cuore il Modcafè e i suoi ragazzi.

A cosa è dovuta la scelta della lingua inglese?
Guarda, posso dirti che è come scegliere uno strumento invece di un altro.Sono sempre riuscito ad esprimermi, musicalmente parlando, meglio in inglese.
Non voglio però si pensi a questa scelta come ad una maschera per nascondere ciò che scrivo, visto che metto molta cura nella scrittura dei nostri testi. 

La nostra intervista ai PennylesS continua e faccio notare ad Antonio una certa somiglianza nel suo timbro vocale:

La voce tua voce, Antonio, a tratti ricorda Brian Molko dei Placebo. Quali sono le vostre influenze musicali?
Di certo non i Placebo. Si tratta infatti di una pura coincidenza, che mi viene spesso fatta notare. In ogni caso il mio gruppo preferito sono gli Arctic Monkeys e quello di Flavio i Moderat, ma ci rifacciamo molto alle sonorità dei primi Coldplay, Radiohead, Alt-j, cercando di inserire anche qualche variazione un po’ più pop.

Di cosa parla il brano Last per cui è stato registrato anche un video. 
La gente spesso confonde il significato di Last con ciò che accade nel videoclip. Infatti la canzone non parla di una rottura, anzi, è più come un nuovo inizio, una promessa a se stessi di non commettere più gli errori passati (che tendo, ovviamente, a non mantenere).

Spulciando in rete ho trovato una versione molto intima registrata in una auto per il canale di Youtube Car SessionQuanto è importante il web per artisti emergenti?

Per quanto ci dispiaccia ammetterlo, è quasi più importante di suonare live assiduamente, almeno al giorno d’oggi. Ci spieghiamo meglio: pratica e costanza, fanno metà del lavoro , ma è diventato di vitale importanza sfruttare assiduamente il web per raggiungere più persone possibili. Piattaforme come YouTube, Spotify, Facebook e Instagram, per esempio, ci hanno aiutato parecchio. Ovviamente noi preferiamo un sano, distruttivo, e sudaticcio live.

Cosa significa per voi scrivere brani originali?
E’ liberatorio. E’ come avere un diario su cui riversare tutte le tue emozioni, oppure descrivere noi stessi meglio di quanto potremmo mai fare durante un dialogo.

Quali sono i vostri progetti futuri?
Devo scrivere allarme SPOILER prima? Tralasciando gli scherzi, ne abbiamo un bel po’. Possiamo dirvi che fra non molto uscirà un nuovo singolo con tanto di videoclip, e vi sveliamo pure il titolo “ Blankets”. Per il resto abbiamo altri brani nuovi da pubblicare il più presto possibile ed anche qualche piccola chicca che preferiamo non svelarvi, per il momento.

Se la vostra musica fosse un oggetto quale sarebbe?

Abbiamo tentato di essere seri, ma ci viene soltanto una risposta in mente: un dildo vibratore. Ti scuote dall’interno ma ti lascia una piacevole sensazione dopo.

In chiusura, come spesso mi piace fare, lascio che siano gli autori stessi ad invogliarvi ad un ascolto.

Mi piace pensare che tutti possano avere una possibilità di ascolto. Fare musica è aprire una finestra su se stessi. Una finestra su cui noi tutti siamo invitati ad affacciarci. Ebbene la chiosa che chiude la nostra intervista ai PennylesS è particolare assai:

Un invito a tutti i lettori di CulturaMente? Cosa potranno provare ascoltando i vostri brani?
Se volete provare un mix di malinconia ed adrenalina, eccoci qua. Altrimenti guardate un porno, da soli, che è un po’ la stessa cosa. Alla prossima!

Emiliano Gambelli

 

Cantautore e scrittore per passione, "non" poeta per mia stessa ammissione, sognatore e poi sì, ho anche un lavoro vero.

COMMENTA QUESTA DOSE DI CULTURA

Lascia un commento!
Inserisci il tuo nome qui