C’è un solo mito italiano capace di appassionare tutti, senza distinzione: la Ferrari. E ci sono uomini che contribuiscono a rendere il mito immortale come Fabio Barone, il pilota romano che correrà in Marocco per conquistare il terzo Speed World Record ed entrare così nella storia.
Dopo aver domato la Transfagarasan in Romania, ritenuta la strada più bella del mondo, e conquistato la Tianmen Mountain Road in Cina, a sua volta considerata la strada più pericolosa sulla Terra, il 4 ottobre Fabio Barone vuole legare il suo nome ad uno dei luoghi più spettacolari e scenografici del Marocco, sui monti dell’Atlante. Un percorso di oltre 8 km, tutto curve e senza parapetto, che non concede un attimo di respiro al pilota, con un insidioso tratto in discesa che mette a dura prova sospensioni e gomme e con l’aggiunta di un meteo spesso capriccioso, che alterna nella stessa giornata condizioni di caldo estremo e piogge improvvise, con venti carichi di sabbia che arrivano dal deserto.
Per quello che ha già dichiarato essere il suo ultimo tentativo di record, Fabio Barone guiderà la compagna di mille avventure, la sua Ferrari 458 Italia da oltre 600 CV, opportunamente preparata per l’impresa. Sabato scorso la vettura è stata presentato in un magnifico evento a Cinecittàworld.
La vettura è stata affidata alle mani sapienti dell’elaboratore Capristo e della Leone Motor e sarà equipaggiata con cerchi superleggeri della OZ e gomme Michelin, mentre Mafra si è presa cura della carrozzeria.
Ma noi di CulturaMente non ci fermiamo ai dati tecnici e vogliamo entrare nello spirito dell’impresa. Così abbiamo incontrato Fabio Barone che ha risposto con grande cordialità alle nostre domande.
Fabio, la presentazione del suo ultimo progetto è stato emozionante. Cosa la spinge ad affrontare imprese sempre più rischiose ed emozionanti?
Credo che sia “qualcosa” scritto nel nostro DNA, non riesco a stare lontano dalla velocità in genere anche se ormai è ora di chiudere nell’armadio dei ricordi casco e tuta…
Attraversare un territorio impervio ma estremamente suggestivo con la macchina più bella del mondo è l’estremizzazione del lusso. Quanto conta la Bellezza nella sua vita?
Sono una persona decisamente pragmatica, preferisco i contenuti all’estetica in quanto tale, credo che la vera bellezza sia racchiusa nella natura che ci circonda, tutto il resto è oggettivo.
I traguardi si raggiungono insieme, quanto deve alla squadra che la supporta e lavora per la ricerca di equipaggiamenti sempre più competitivi?
Tutto! Le guerre le vincono i soldati non i generali…siamo un team, una squadra, ma soprattutto amici! Con loro non mi sento mai solo in auto.
Il suo è un magnifico connubio tra natura e cultura, ambiente naturale e tecnologia. Che rapporto si instaura con l’ecosistema che la accoglie nelle sue avventure?
Lo rispetto e riesco a trarne pura energia, prima di ogni corsa, faccio lunghe passeggiate sul tracciato, ascoltando il mondo e i suoi “rumori”.
La Ferrari è una filosofia di vita nel suo caso. Qual è la differenza tra possedere uno status symbol e vivere in prima persona la leggenda?
La differenza è sostanziale! I primi cercano immagine, io cerco sensazioni e adrenalina. L’unica cosa che ci accomuna è solo il cavallino.
Dott. Barone, grazie per la sua disponibilità. La seguiremo con passione in questa nuova sfida e le auguro grandi successi parafrasando Goethe: “l’audacia ha in sé genio, potere e magia”.
Grazie a voi e buona strada…
Antonella Rizzo