Chi non ha mai dipinto un uovo per Pasqua? A Civitella del Lago da decenni esiste un concorso per premiare le migliori uova dipinte. Abbiamo incontrato Barbara Bilancioni che ci ha raccontato la magia dell’Ovo Pinto.
Lo scorso 1° maggio, a Civitella del Lago (TR), si è conclusa la XXXI edizione della mostra concorso “Ovo Pinto” che dal 1982, regala emozioni e veri e propri capolavori.
Si è trattato di un’edizione incredibile per partecipazione del pubblico e opere in concorso.
Sono state oltre 130 le uova dipinte che la giuria, presieduta dalla giornalista Benedetta Tintillini e composta dalle artiste Sara Sajeva e Francesca Pastore, da Pier Francesco Pennazzi di Liberovo, sponsor del concorso, più un membro del consiglio dell’Associazione, ha vagliato e oculatamente giudicato.
Tre, come sempre, le categorie in concorso: studenti/scuole, dilettanti, artisti.
Due i temi per poter partecipare. Quello libero, che ha visto sbizzarrirsi la fantasia dei concorrenti e quello speciale dedicato, e non poteva non essere altrimenti, a Leonardo da Vinci, del quale si festeggia il cinquecentenario della morte. Quest’ultimo scelto da oltre cinquanta artisti, soprattutto nella categoria scuole.
A vincere nella categoria artisti Emile Pascar Catalin, con il suo Artefix Genius, premiato anche dalla giuria popolare, mentre in quella dei dilettanti a prevalere è stata Claudia Mecarelli con l’opera intitolata There’s no plan(et)B.
Molta curiosità per la categoria studenti-scuole, che ha visto trionfare Gianluca Vittorio Frattarelli con il suo uovo intitolato Speranza
Ad aggiudicarsi il primo premio per il tema speciale è stato Gianni Anselmi con il suo bellissimo Il mondo visto da Leonardo.
Di questa edizione ma anche di altro abbiamo parlato con Barbara Bilancioni, presidente dell’Associazione Culturale Ovo Pinto e vera e propria memoria storica, anche se è giovanissima, del magico mondo dell’Ovo Pinto di Civitella del lago.
Barbara per rompere subito “l’uovo” chi avresti premiato se avessi deciso solo tu?
Domanda difficilissima. Scegliere tra le tecniche utilizzate, o per la raffinatezza d’esecuzione piuttosto che l’idea geniale, è molto complicato.
Una tra tutte mi ha portato indietro nel tempo catapultandomi nel mitico secchiello dei Lego, un gioco che ho amato tantissimo, di cui ero gelosa, con il quale giocherei ancora.
Vedere i mitici mattoncini rappresentare una ipotetica macchina di Leonardo da Vinci mi ha fatto letteralmente sciogliere: prima di tutto perché io non avrei mai ceduto i mattoncini per nessun motivo chiedendomi quanto sia costato per l’autore privarsene, e poi perché ho trovato l’abbinamento Lego-Leonardo originalissimo.
Ingegno, fantasia e l’estro senza limiti, rappresentati attraverso una forma semplicissima. L’opera, dal titolo “Leonardo in Lego” di un ragazzo delle scuole medie, è arrivata da Lenola, provincia di Latina.
Raccontaci come è nata anni fa l’idea del concorso dell’Ovo Pinto e del relativo museo?
Nasce tutto per gioco, nessuno mai avrebbe potuto immaginare sulle prime battute che ne sarebbe uscita fuori un’esposizione permanente.
Anni ’80, feste paesane dedicate alle antiche tradizioni locali: questo il contesto.
Per quello che riguardava il periodo pasquale, il comitato organizzatore decise di rispolverare l’antica tradizione della bollitura delle uova di gallina con elementi naturali: questa tecnica permetteva al guscio di assorbire il colore, le uova venivano benedette dal parroco e abbellivano la tavola durante la colazione pasquale.
Per dare valore e importanza a questo, fu proposto alle scuole locali di dipingere le uova.
L’ideatore, attuale sindaco del nostro comune, nel giro di pochi anni propose l’iniziativa fino alla provincia, poi alla regione e via via si estese in tutta Italia.
I primi anni le uova bollite furono buttate tutte, eccezion fatta per una che fu genialmente svuotata!
Da qui in poi il regolamento del concorso prese forma con l’obbligo dello svuotamento del contenuto per conservare le uova e l’idea di trattenerle divenendo opere di proprietà dell’Associazione organizzatrice.
Un magazzino in crescita che ha posto il problema di gestione, una moltitudine di oggetti talmente belli e particolari, sono stati gli ingredienti giusti per attivare l’Associazione Ovo Pinto e la popolazione di Civitella del Lago, a impostare un museo.
L’edizione di quest’anno ha avuto una straordinaria partecipazione, vi aspettavate simili numeri ed entusiasmo?
Ci speravamo molto! E questo è accaduto!
Abbiamo impostato la nostra pubblicità attivandoci anche in nuovi canali artistici cercando di stimolare su più fronti la partecipazione al concorso.
Sono arrivate opere da nord a sud Italia e dall’estero; hanno partecipato nomi nuovi da nuove località e questo ci ha gratificato molto. I
l tema speciale poi legato a Leonardo da Vinci per i suoi 500 dalla morte, ha stimolato sia agli artisti, che i dilettanti e gli studenti.
Sai dirci in media quanto tempo dedicano i partecipanti per realizzare le loro opere?
Dipende molto dal tipo di esecuzione che scelgono.
Può trattarsi di una realizzazione razionale che con pochi elementi e poche ore può essere conclusa, come possono volerci settimane se si tratta di una pittura raffinata o di una particolare scultura che non da spazio a errori, per cui occorre molta attenzione.
La categoria che amo di più è quella dedicata alle scuole. Puoi raccontarci qualcosa in più su questi giovani artisti?
Adorabili: approvo e sai perché? Perché le opere della loro categoria sono ricche di colori.
I ragazzi osano coi materiali, non hanno paura di esprimersi, si lasciano guidare dalla fantasia e a volte nella loro semplicità di esecuzione emergono i loro sogni.
Quali “uova” di questa edizione andranno ad arricchire la bellissima collezione del vostro incantevole museo?
Marta Fossati, la nostra curatrice del museo, ha già arricchito le vetrine con una quindicina di opere sul tema speciale di Leonardo da Vinci.
Dalla mongolfiera che ospita il genio con il volto di Leonardo disegnato su un ovetto di diamantino alto poco più di un centimetro, al suo famoso ritratto realizzato a mosaico con gusci di gallina rotti.
Ma anche la rappresentazione del mondo incisa su guscio di struzzo, fino alla raffinatissima scultura della Gioconda su uovo di struzzo.
Ci saranno, poi, anche altre opere, circa trenta, legate al tema libero, a quello ambientale/ecologico, ma anche ad altri temi come quello sugli sbarchi dei profughi, l’Alzheimer, l’amore, l’amicizia.
A proposito del museo, ci puoi descrivere lo stupore dei visitatori quando vedono le vostre bellissime uova?
Un difetto che abbiamo e che con fatica riusciamo a smussare, è dare per scontato che le uova siano vere.
Iniziamo a raccontare da dove nasce tutto questo ma non essendo incisivi sul fatto che siano di gallina, quaglia, piccione, oca, cigno, forse perché per noi è normale, capita spesso che la domanda più frequente sia “Ma sono vere?”
Ed ecco che il visitatore si trasforma in Alice nel paese delle meraviglie, spalanca occhi e bocca e, pervaso dalla meraviglia, naviga tra le vetrine coccolato dallo stupore.
Poi, stupito dice:
“Non mi sarei mai aspettato di vedere un mondo dietro ad un elemento così semplice come l’uovo.”
Ormai la mostra concorso “Ovo Pinto” è un evento imprescindibile per Civitella. Puoi svelarci qualche anticipazione per il prossimo anno?
Questo nuovo Consiglio di Amministrazione, insediatosi a gennaio, è carico e convinto che attraverso la crescita del museo e del concorso possa svilupparsi turismo ed economia attirando un pubblico curioso che abbia voglia di scoprire un museo davvero unico e insolito.
Proporremo sicuramente iniziative nuove oltre al Concorso 2020 e cercheremo di essere attivi e operativi anche in altri momenti dell’anno.
Grazie Barbara per questo emozionante racconto che ci ha fatto tornare un poco tutti bambini.
Maurizio Carvigno