Quattro chiacchiere sui vini italiani: Il Brunello di Montalcino

Quattro chiacchiere sui vini italiani: Il Brunello di Montalcino

L’eleganza del campione toscano che si abbina con grande classe tra Agata Christie e i Manga giapponesi

Eccellenza assoluta tra i vini italiani è uno dei pochi a non aver bisogno di presentazioni. La coltura della vite a Montalcino risale agli etruschi e molta documentazione ne testimonia la presenza costante sul territorio. Dagli statuti comunali per stabilire le date di vendemmia alle affermazioni di diversi personaggi. Il poeta Charles Thompson nel 1744 ne sottolineava la qualità, affermando che “Montalcino non è molto famosa eccetto per la bontà dei suoi vini”.

L’importanza della famiglia Biondi Santi nella storia del Brunello di Montalicino

La fama del Brunello deve molto alla famiglia Biondi Santi.  Clemente fu il primo a studiare quella varietà di Sangiovese, localmente chiamato Brunello in riferimento al colore. Suo nipote Ferruccio intorno al 1860, tornato dall’esperienza Garibaldina, cominciò a produrre vini rossi riconosciuti di grande e certificata qualità. La tradizione fu poi portata avanti da Tancredi, considerato il padre del Brunello moderno, fino agli eredi attuali.

Il riconoscimento della Doc del 1966 che ha da poco compiuto i 50 anni  e della Docg del 1980,  lo pongono tra i vini Italiani più famosi al mondo. Nel 2006 Wine Spectator premia addirittura il Brunello “Casanova di Neri Tenuta Nuova 2011” come il miglior vino al mondo. La popolarità del Brunello è trasversale. Vino preferito da Giovanni Paolo II e tra i più presenti sulla tavola  dei Reali Inglesi negli eventi diplomatici. Tantissime le celebrità ad aver dichiarato apertamente la loro preferenza per il Brunello.

Agatha Christie lo rende elemento cruciale di un giallo, in cui fa dire al colpevole “al momento del delitto stavo degustando con gli amici una bottiglia di Brunello di Montalcino del millenovecento…”. Alibi caduto per via dell’annata che il commissario Poirot sapeva non essere mai stata prodotta. Pratica in uso ancora oggi per la “Riserva” quando la qualità delle uve non è eccezionale. Curiosamente però tra gli innumerevoli riferimenti web il titolo del libro non viene mai menzionato. Chissà, forse è solo una leggenda metropolitana?

Il vino Toscano appare anche nel Manga giapponese in “The Drops of God” (Le lacrime di Dio). Saga  disegnata da Tadashi Agi e Shū Okimoto in cui è presente il Brunello di Montalcino 2005 Poggio di Sotto. Storia di Shizuku Kanzakì, figlio astemio di un critico di vino. Narra della contesa con il fratello  per l’eredità di una collezione di vini del valore di 20 milioni di dollari.

Un comune che tutti al mondo conoscono grazie all’estrema qualità del suo vino

Il Brunello di Montalcino è prodotto nel comune omonimo in provincia di Siena esclusivamente da uve Sangiovese. Prima di uscire in commercio affronta una maturazione di cinque anni, di cui almeno due in botti di rovere e quattro mesi in bottiglia. Tra i migliori oltre ai già citati non possono mancare Il Marroneto, Le Potazzine, Le Ragnaie, Le Macioche, Mastrojanni, Collemattoni, Poggio Antico ma il livello qualitativo è in generale elevato.

Nella complessità olfattiva del Brunello si affacciano  i toni della piccola frutta rossa e le essenze del sottobosco, l’aromaticità del legno e le spezie. Il ventaglio di sfumature aumenta in finezza ed eleganza con l’invecchiamento, che può sopportare fino ai trent’anni e più.

A tavola la struttura importante del vino esige piatti di pari livello. E’ quindi ideale con la carne rossa, anche aromatizzata, speziata o accompagnata da salse, in umido, brasata o allo spiedo. Con gli spezzatini o col peposo oltre che su ogni tipo di cacciagione, sia di penna che di pelo. Bene con I sughi rossi elaborati ed intensi, persistenti e da lunga cottura. Con i porcini, il tartufo, i pecorini toscani di fossa e stagionati.

Tra gli abbinamenti più popolari quello con il cinghiale in spezzatino aromatizzato alle spezie. Molto popolare il filetto in riduzione al Brunello di Montalcino, che per intensità e persistenza del vino lo rendono ideale da utilizzare in questo tipo di preparazione

Bruno Fulco

Iscritto all’Ordine dei Giornalisti e diplomato presso l’Associazione Italiana Sommelier, da sempre appassionato di enogastronomia come veicolo di scambio e collegamento tra le diverse culture. Viaggiatore entusiasta specie nelle realtà asiatiche e mediorientali. La fotografia completa il bouquet delle passioni irrinunciabili con particolare attenzione al reportage. Ricerca ostinatamente il modo di fondere questi elementi in un unico elemento comunicativo.

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