La grande degustazione condotta dal “Maestro Roneros” Nelson Hernandez conduce tutti i presenti nel cuore del Rum Caraibico.
La sesta edizione di una manifestazione è già abbastanza per essere definita un classico e ShowRum si può fregiare del titolo a pieno merito. Come per gli anni precedenti sono stati in tanti a manifestare il loro apprezzamento per l’evento, affollando le sale in cui si sono radunate più di 80 produzioni mondiali di Rum e Cachaca. Due giornate dedicate a tutto tondo al mondo di questi nobili distillati, con spazi dedicati tanto agli appassionati quanto agli operatori commerciali.
L’appuntamento annuale, nato dall’intuizione del suo organizzatore Leonardo Pinto e dalla collaborazione con Isla de Rum e Sdi Group, va oltre l’aspetto della degustazione. Cultura e tradizione del Rum hanno trovato il loro spazio nella presentazione del libro “Il Mondo del Rum” scritto dallo stesso Leonardo Pinto. Nel libro grazie ai contributi di Gianni Zottola e Paolo Sanna vengono proposte anche nuove interpretazioni di classici della mixology. Un testo che va nella direzione del bere consapevole e all’educazione al gusto per quanto riguarda gli alcolici.
La grande competenza di Nelson Hernandez.
Ad anticiparne la presentazione alla stampa, uno dei momenti più significativi con la verticale di Diplomatico condotta da Nelson Hernandez. Maestro “Roneros” praticamente parte integrante dell’Azienda Venezuelana nata nel 1959, appena giunto nella capitale appositamente per partecipare all’evento. Il Maestro ha distribuito la sua passione catturando l’attenzione dei presenti e, nemmeno la contrazione dovuta all’inevitabile traduzione ha limitato lo spessore della sua competenza assoluta.
Ha dapprima illustrato il territorio per contestualizzarne la produzione rispetto alla tipologia di Rum Caraibico. Certamente la costa Venezuelana con le sue centinaia di chilometri esposti sul Mar dei Caraibi assicura l’aderenza alla tipologia. Da questo, l’Azienda dista circa 200 chilometri, adagiata ai piedi della cordigliera delle Ande. Un posizionamento geografico quello tra le alture e il mare che garantisce l’escursione termica tra giorno e notte. La miglior condizione possibile per favorire le caratteristiche organolettiche durante l’invecchiamento.
Nelson Hernandez spiega anche orgogliosamente, come la filosofia Aziendale metta al centro la condizione dei suoi lavoratori a cui assicura una condizione di benessere, che estende anche ai bisogni primari delle loro famiglie. La stessa responsabilità è sentita verso il territorio, verso il quale l’Azienda cerca di contenere al massimo l’impatto ambientale. Politica che ha portato la stessa alla certificazione ISO 14001. Un insieme di fattori che posizionano la realtà Diplomatico tra i più importanti produttori di Rum del Venezuela, ma anche al mondo, in cui figura tra le cinque etichette più importanti.
Una lezione tra metodi produttivi e invecchiamento.
L’interessante introduzione alla verticale ha toccato anche aspetti più vivi della produzione, come i sistemi di distillazione e le fasi di invecchiamento o la provenienza delle botti impiegate. Queste ultime esclusivamente provenienti da distillerie di Bourbon, Sherry Oloroso o Whisky Scozzese. L’azienda non utilizza il metodo ”Solera”, ma affina i suoi prodotti in capannoni con il solo tetto, esposti quindi alle temperature esterne ed alla ventilazione. Sistema che garantisce un rapporto osmotico tra botte e ambiente, tale che un anno di invecchiamento venezuelano vale quanto tre anni scozzesi.
Dopo l’ampia introduzione al mondo del Rum, la verticale ha affrontato cinque annate di Diplomatico a partire dalla 1997, naso ricco dalle tostature alla frutta secca, poi miele caramello e vaniglia. Bouquet olfattivo che mantiene lo stesso impianto delle altre annate concedendo più spazio ad alcuni sentori e contraendone altri. Nel Diplomatico 2000 ad esempio, sono emerse più le note del legno aromatico tipo scatola da sigari e vaniglia, accompagnate da una sentore fumè, profilo che nella 2001 vira ancor di più verso note di tabacco e speziate.
La 2002 è di nuovo sulle tostature e sulla frutta secca, miele e cioccolato, ma presenta la componente alcolica più integrata che nei precedenti. Nell’ultimo bicchiere viene presentato in anteprima assoluta il Diplomatico 2004, che non si trova ancora in commercio e che rivela la sua propensione aromatica. La vocazione eterea viene introdotta dal richiamo chimico della nota smaltata, seguita da vaniglia, cioccolato caffè e frutta secca, persistente e di grande rotondità. Grande bicchiere per terminare una bella degustazione resa preziosa del Maestro Hernandez, che ha guidato i presenti nel cuore del Rum. Un distillato dal valore troppo spesso sminuito a sproposito dal mondo degli “shortini” e, delle altre pratiche lontane dal bere consapevole e di qualità.
Bruno Fulco