La risposta del pubblico per il fine settimana dedicato all’Aglianico, dimostra il potenziale ancora inespresso di uno dei più grandi vitigni Italiani.
Nel calendario di degustazioni che tutto l’anno anima la piazza romana mancava un evento dedicato all’Aglianico. A colmare questa lacuna ci hanno pensato le Associazione Riserva Grande di Marco Cum e Percorsi di Vino di Andrea Petrini con la collaborazione di Luciano Pignataro. Insieme hanno ideato e realizzato Aglianico a Roma, una manifestazione ricca di appuntamenti e spunti interessanti.
Tanti produttori per far conoscere meglio l’Aglianico.
Grande la partecipazione dei produttori, ben 27 con più di cento etichette in rappresentanza dei diversi territori di produzione. La grande risposta del pubblico ha certificato l’interesse che questo vitigno suscita nei cultori del vino. Eppure l’Aglianico, seppur straordinario, appena al di fuori della ristretta cerchia degli appassionati non gode ancora della grandissima popolarità che merita.
L’importanza di un evento come questo sta proprio nella possibilità di allargare la cerchia degli estimatori. Un modo per portare al grande pubblico una vera è propria eccellenza dell’enologia Italiana ancora parzialmente celata. Questo antichissimo vitigno protagonista della viticultura in rosso del sud Italia, sconta purtroppo le carenze strutturali ed organizzative che hanno sempre investito il meridione in generale.
Un vitigno che sta recuperando il tempo perduto.
Altro fattore che ne ha limitato il gradimento, è stata la tendenza durata troppi anni di far uscire sul mercato vini non ancora pronti. Le caratteristiche di corpo e struttura dell’Aglianico hanno bisogno di tempo per dare il meglio di se, così come la presenza tannica. Troppe volte invece il consumatore si è trovato nel bicchiere prodotti giovanissimi ed ostici all’assaggio. Esperienze gustative che hanno contribuito in maniera determinante a creare un’errata convinzione abbastanza diffusa sulla qualità di questi vini.
Fortunatamente i produttori negli anni sono sempre più attenti a questo aspetto. Mentre da una parte sono sempre più accorti nella vinificazione, lasciano uscire i loro vini soltanto quando iniziano a sviluppare le loro caratteristiche migliori. L’Aglianico è un vino che va aspettato ma l’attesa è ampiamente ripagata. Il suo percorso evolutivo è in molti casi straordinario, senza la minima esagerazione. La complessità dei profumi e la qualità gustativa lo pongono al livello dei più grandi vini Italiani.
Un approfondimento sulle diverse realtà di territorio.
La due giorni di Aglianico a Roma non ha fatto altro che sottolineare questo. Una grande occasione per esplorare il mondo di questo campione dell’enologia italiana, ancora troppo in ombra rispetto al suo valore. Nel calendario della due giorni, sono stati diversi i seminari e gli appuntamenti di approfondimento condotti dal trio degli organizzatori. Incontri che hanno esplorato i diversi territori di produzione evidenziandone le singole peculiarità, anche attraverso le verticali delle vecchie annate di alcuni vini.
La grande lezione del Professor Moio.
Uno dei momenti più interessanti è stato senza dubbio l’incontro con Luigi Moio, Professore di enologia all’Università di Napoli. La presentazione del suo libro “Il Respiro del Vino” si è trasformata, per quanti hanno avuto la fortuna di assistervi, in una splendida lezione sul vino e sulla reale concezione di terroir. Tra i banchi d’assaggio invece si è registrato il grande entusiasmo degli appassionati, per la prima volta davanti ad una rappresentanza così ampia di Aglianico sulla piazza di Roma.
Largamente rappresentati tutti i territori di elezione e le relative Docg come Taurasi e Aglianico del Taburno per la Campania e i suoli vulcanici del Vulture per la Basilicata, ma anche il Cilento e le altre aree in cui l’Aglianico sa esprimersi ad alti livelli qualitativi. Grandi vini già all’ingresso in sala con Cantine del Notaio, Cantine di Venosa, Paternoster e Cantina il Passo che hanno accolto gli aficionados del vitigno conquistando nuovi fans già ai primi assaggi.
Nei banchi a seguire tanti produttori tra cui, facendo sicuro torto agli altri, Villa Raiano, Tenuta i Gelsi, Antico Castello, Il Cancelliere, Cantine Lonardo, Tenuta Cavalier Pepe, Fontanavecchia, Villa Matilde, Basilisco.
La riuscita di Aglianico a Roma e la soddisfazione degli organizzatori, lasciano presagire la possibilità per l’evento di trovare uno spazio fisso nel calendario annuale delle degustazioni romane. Cosa che gli enoappassionati si auspicano vivamente.
Bruno Fulco