Il 9, 10 e 11 Aprile nei cinema sarà possibile vedere il favoloso docufilm VanGogh – Tra il grano e il cielo, distribuito da Nexo Digital.
Che sia per cavalcare l’onda del successo che sta ampiamente avendo l’artista in questi anni o per la semplice voglia di conoscere e far conoscere uno dei pittori più incompresi della sua epoca, poco importa. Quello che conta è che ogni film realizzato sull’autore riesca a trasmettere e suscitare emozioni che arrivano al cuore, lasciando una sensazione strana, mista di malinconia e ammirazione.
Dopo il grandissimo successo, oltremodo meritato, di Loving Vincent, al cinema uscirà un altro film spettacolare sulla vita del pittore!
Van Gogh – Tra il grano e il cielo è un fantastico docufilm che ruota attorno alle opere dell’artista e alla fondatrice del primo museo che racchiuse le sue opere, Helene Kröller-Müller.
Per spiegare il loro legame unico, si ripercorrono la vita dell’artista e della fondatrice del museo e i luoghi in cui hanno vissuto e che li hanno ispirati.
Forse nessuno si è mai chiesto come faccia a diventare famoso un artista dopo la sua morte… Nel caso di Van Gogh, il merito è stato tutto della ricca borghese Helene Kröller-Müller.
La prima volta in cui venne in contatto con i quadri di Van Gogh fu da un professore di arte ed iniziò ad interessarsi all’autore di quei capolavori in cui tanto si rivedeva. Cominciò ad acquistare alcuni dei dipinti di Van Gogh circa 20 anni dopo la sua morte.
Helene iniziò anche a cercare le lettere che il pittore aveva scritto, ad informarsi su di lui e sulla sua vita. In lui trovò un amico, distante nello spazio e nel tempo, con cui “condividere” la sua particolare interpretazione per la fede e i suoi momenti di solitudine.
La donna decise di costruire un museo in cui vi fossero esposte le opere di diversi artisti ma soprattutto quelle di Vincent Van Gogh, suo autore preferito in assoluto.
Da questo museo sono state prese in prestito le opere esposte alla Basilica Palladiana di Vicenza, fra cui anche alcuni dei suoi ritratti più famosi.
L’uso sapiente delle luci e delle telecamere utilizzate per il documentario, sulle opere in mostra, hanno messo in risalto la peculiarità dei ritratti di Van Gogh.
In quei volti sembra di specchiarcisi, perché i ritratti di Van Gogh sono come degli specchi. Non troviamo il nostro volto ma troviamo comunque noi, le nostre emozioni, i nostri dolori, gli sguardi assenti. Sono gli stessi delle persone ritratte.
Grazie alla tecnologia 4K, le riprese sono così belle che sembra di essere davanti al quadro, tanto da di dimenticarsi di essere al cinema.
È meraviglioso come si riescano a vedere così nel dettaglio le pennellate che Van Gogh ha lasciato sulle tele. Si vede chiaramente lo spessore del colore ad olio che dà in questo modo un senso di rilievo e di profondità ai suoi dipinti.
Valeria Bruni Tedeschi, nella chiesa di Arles, ci accompagna narrando le storie di queste due persone che hanno segnato il cambiamento l’una per l’altra.
La linea di orizzonte che divide i campi di grano dal cielo nei suoi dipinti è la linea di solitudine che divideva Van Gogh dalle persone del suo tempo che non l’hanno apprezzato. Al tempo stesso, è una linea temporale che unisce i suoi sentimenti a quelli di tutte le persone che l’hanno ammirato dopo la sua morte.
Van Gogh – Tra il grano e il cielo è davvero un capolavoro di documentario! Ben fatto, emozionante, suggestivo. Fra i film su Van Gogh questo è più intimo, poiché analizza la vita e lo stile del pittore, senza romanzare. Racconta semplicemente la vita di una persona vissuta, una persona come noi ma dal talento e dalla sensibilità unici. Per queste ragioni mi aguro che abbia lo stesso successo di Loving Vicent.
Vederlo è d’obbligo per chi è appassionato di impressionismo, di espressionismo o dei capolavori del pittore olandese!
Ambra Martino