Tra presente, passato e futuro con Magdy Basim al MAXXI

La mostra di Basim, vincitore del premio Deutsche Bank’s “Artist of the year” 2016 con il titolo “The Stars Were Aligned For A Century Of New Beginnings” è stata inaugurata il 15 settembre al MAXXI ed è la prima personale in Italia.

Magdy appartiene a un numero crescente di artisti fortemente influenzati da internet e da una forma di pensiero in ottica di rete, le cui visioni del futuro divergono sempre di più dalla fede nel progresso del XX secolo” dichiara Friedhelm Huette, Global Head of Art di Deutsche Bank “Il premio Artist of the year non è di tipo classico ma è più impegno della Deutsche Bank’s nel tempo verso l’arte, inoltre la mostra è itinerante, c’è stata a Berlino, adesso è al MAXXI e poi si sposterà a Chicago per dare un impegno continuo”.
La partnership con il MAXXI ha trovato il perfetto connubio, l’esposizione infatti si inserisce nell’ambito del progetto Expanding The Horizon con l’intento di espandere la collaborazione del Museo con altri istituti e collezioni private fortemente voluta dal direttore artistico Hou Hanru.
L’artista, Magdy Basim ha abbracciato questa iniziativa ed è rimasto entusiasta del lavoro straordinario, della gestione degli spazi e di come le opere interagiscono con essi.
Per me organizzare mostre significa anche avere una collaborazione umana molto importante. Il titolo della mostra “The Stars Were Aligned For A Century Of New Beginnings” (Le stelle si sono allineate per un secolo di nuovi inizi) ha la caratteristica di una visione del futuro e del passaggio del tempo, il presente, il passato, il futuro e come noi reagiamo al passare di esso. Il centro della mostra è come le persone gestiscono e tentano di comprendere il tempo, il passare del tempo e la società. Inoltre nella mostra sono proiettati tre film (trilogia del 2014) che parlano delle società, di come sono costruite, strutturate e come le persone gestiscono le aspirazioni e i fallimenti”.
Il primo film “The Dent” parla di una piccola città dove gli abitanti fanno dei progetti che non riescono a portare a buon fine, gestiscono il loro fallimento in maniera diversa, ma poi riescono a superarlo pensando al passato e ai loro antenati.
Il secondo “The many colors of the sky radiate forgetfulness” parla della memoria collettiva e di come insieme dimentichiamo e ricordiamo le cose e la lotta che ogni giorno affrontiamo per non dimenticarne alcune che riteniamo importanti, Magdy qui utilizza un linguaggio che vorrebbe fosse definito “poetico”.
Il terzo film “The everyday ritual of solitude hatching monkeys” parla di un uomo che un giorno si trova di fronte ad uno specchio d’acqua, un laghetto, e lo interpreta come la profezia della propria morte. Decide allora di trasferirsi in un posto lontano dal mare, in un altro paese il più lontano possibile dall’acqua: appena arriva tutti gli abitanti vanno in spiaggia e lo lasciano da solo. Simbolica e bizzarra la scena finale nella quale un gruppo di scimmie dice “distruggi tutto quello che è stato, l’uomo è responsabile, distruggi e ricomincia” con un messaggio di un nuovo inizio.
Oltre ai film al centro della mostra vi è l’imponente lavoro fotografico “An apology of a love story that crashed into a whale” commissionata dalla Deutsche Bank, è l’apologia di una storia d’amore che si è schiantata contro una balena. Si tratta di un lavoro fotografico inframezzato del testo, sono frammenti di una storia d’amore che ho immaginato. Volevo parlare delle storie d’amore di come iniziano si evolvono e finiscono le storie nel tempo. Ho utilizzato colori molto accesi e una tecnica di “marinatura” della pellicola, la immergo in alcune sostanze chimiche che vengono comunemente utilizzate nelle nostre case”.
A completare la mostra altre opere su carta, realizzate con pittura spray e acrilico, aquarello, pittura spray e collage, pittura spray gouache e collage. Il punto di inizio sono le visioni futuristiche di quello che sarebbe stato il nostro destino, quello che vedevamo come futuro e che adesso è il presente, raccontando di gruppi di ricercatori che vagano tra edifici futuristici oppure come la colonizzazione di Marte e della Luna può essere interpretata nel loro insieme perché hanno qualcosa in comune o singolarmente. Tra tutte le opere su carta trovo di una bellezza sconcertante “Our Hope Reflected Jewels in the sky”,2012, per i colori e la visione futurista.
Una piccola “chicca” per tutti i visitatori: in regalo un poster stampato su due lati. L’idea è che si possa scegliere quale dei due lati si voglia esporre sulle parete della propria casa, le immagini sono uguali ma, su di un lato c’è una frase con un finale aperto e dall’altro una frase con una soluzione assurda, a voi la scelta.
L’ARTISTA:
Basim Magdy nasce ad Assiut in Egitto nel 1977, e vive tra Basilea e il Cairo. Ha avuto negli ultimi anni diversi riconoscimenti nel 2014 l”Abraaj Art Prize”-Dubai e il “New: vision Award, CPH Dox Film Festival”-Copenaghen, nel 2015 l’” Experimental Award alla Curtas Vila do Conde: International Fil Festival”. Ha anche partecipato a numerose esposizioni internazionali di gruppo a Sharjah e Istanbul, Montreal e Seoul, e al MoMA di New York che lo ha portato ad essere selezionato e poi vincitore del premio “Artist of the year” della Deutsche Bank’s. La mostra dal titolo “The Stars Were Aligned for a Century of New Beginnings” con i suoi oltre 30 lavori tra film, proiezioni, fotografie, dipinti e installazioni realizzati tra il 2006 e il 2016 sono stati esposti alla Deutsche Bank KunstHalle di Berlino e adesso dal 15 settembre al 30 ottobre 2016 al MAXXI di Roma per poi continuare il percorso al Museo di Arte Contemporanea di Chicago. L’opera “NO Shooting Stars” sarà esposta ad ottobre al Jeu de Paume di Parigi, poi al CAPC e al Museo d’Arte Contemporanea di Bordeaux.
Sara Cacciarini
Sara Cacciarini
Sara Cacciarini giornalista pubblicista, si è laureata in Scienze Naturali e ha conseguito un Master di Comunicazione e Giornalismo Scientifico a La Sapienza di Roma. Collabora con CulturaMente dal 2016, è appassionata di teatro, musica e cinema.

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