Con Crossroad#3 la street art ritorna in galleria. Alla Galleria Doppelgaenger tutto viaggia su doppio binario.
DOPPIA ESPOSIZIONE. Fino al 20 Settembre 2017 ospita CrossRoad#3 l’esposizione degli artisti Sten+Lex ed Eltono. La galleria aveva già ospitato gli artisti nel 2013, per la manifestazione Fresh Flaneur, nella quale si erano cimentati in opere di Street Art per le vie di Bari, rivalutando angoli di strade ed edifici.
La Galleria Doppelgaenger presenta la sua doppia anima nel nome e nell’essere. È la residenza della curatrice con un’area dedicata alle esposizioni, a mo’ di salotto dove accogliere gli ospiti.
DOPPIO SPAZIO ESPOSITIVO. Palazzo Verrone, nel cuore di Bari Vecchia, presenta uno spazio aperto senza ostacoli visivi nel quale le opere interagiscono tra di loro e con il pubblico. Tender to Doppelgaenger in Via Bozzi, è una piccola vetrina aperta sulla città, dal quale i baresi e non, possono spiare gli artisti all’opera e le creazioni finite.
DOPPIO LINGUAGGIO. Sono messi a confronto ed interagiscono tra di loro, tecniche differenti della stessa corrente. L’artista e street artist francese Eltono, con opere su legno e percorsi aleatori, ci accompagna per il quartiere di Bari Vecchia e porta parte della città all’interno della galleria. Mentre, la coppia di artisti e street artists italiani, Sten+Lex ci regalano opere optical, in bianco-nero e policrome.
Una mistura di contaminazioni di elementi nazionali e internazionali, raccolti nelle varie esperienze che hanno condotto gli artisti alla sperimentazione di nuove tecniche e forme presentate per l’occasione.

Siamo stati all’inaugurazione della mostra ed abbiamo avuto l’occasione di poter chiacchierare con gli artisti. Ci hanno raccontato le opere, le tecniche e le novità presentate in questa occasione.
Raccontaci delle tua arte e del perché utilizzi i dadi per creare le tue opere?
Eltono: questo è un mio modo per generare le opere, mi piace perdere il controllo sulla creazione dell’opera, non sapere quale sarà il risultato finale. Di solito cammino per la strada con un dado in tasca, e man mano che cammino segno il percorso. Quando incontro un incrocio, assegno ad ogni strada un numero e tiro il dado. Seguo il caso, senza sapere dove vado. Questi sono dei percorsi aleatori in Bari Vecchia, della durata di dieci minuti. Di solito i percorsi durano quaranta minuti. In questo caso, ho dovuto ridimensionare il tempo del percorso, perché l’area è molto piccola e quindi si sarebbe creato un groviglio di linee, incomprensibili. Ogni linea corrisponde a dieci minuti di percorso ed i colori assegnati in modo casuale.
Camminando ti fai influenzare da ciò che ti circonda?
E: sì, mi piace fare i disegni con la città, in modo aleatorio. E’ un’esperienza reale è un invito a esplorare la città. Ad esplorare il mio modo di vedere la città.

Per quanto riguarda le sculture? Come le componi?
E: Anche le sculture sono aleatorie mi piace generare un codice iniziale. Successivamente, compongo l’opera sempre facendomi trasportare dal caso. Sia la grandezza dei segmenti, che la rotazione dei segmenti non è decisa in precedenza. In questo modo, non so quale sia il risultato finale. Credo molto nel caso. Ogni miglior artista crea in modo casuale, inconsciamente. Io spingo i miei limiti, sperimentando, rischiando.

E: Bassorilievi in legno riprendono frammenti di un murales dipinti in Francia. Anche questo rispecchia l’idea dell’astratto, del casuale, ha lo stesso sistema delle precedenti. Genero un codice e poi durante l’esecuzione mi faccio trasportare dal caso, perdendo il controllo. Il fattore casualità qui è maggiore, perché di solito, mi faccio dare una mano da altre persone. Per il murales in Francia mi sono fatto aiutare da settanta persone. In questo modo non so quale sia il risultato finale e diventa quasi un’opera collettiva, perché ogni mano è diversa dall’altra.

Avete creato opere sia per strada che in gallerie. Quale modalità preferite?
E: amo entrambe. Perché entrambe sono comunque arte ed io sono un artista. Creo arte che sia per strada o sia per una galleria, è sempre arte.
Lex: La preparazione delle opere per le gallerie presuppone una maggiore preparazione di studio rispetto a quello che è a disposizione per strada. Per un murales hai minore tempo a disposizione, dieci o quindici giorni. Quindi, non hai il tempo di sperimentare nuove tecniche, cosa che invece puoi fare per le opere delle mostre, perché c’è una maggiore preparazione. Noi stiamo cercando di uscire dal contesto street art, perché negli ultimi tempi il si è abusato di questo termine. Chi ha cominciato già in passato, ha iniziato a prendere le distanze da quello che è attualmente la street art. Noi siamo comunque artisti al di fuori del contesto street art. La strada è l’origine, ma cerchiamo un futuro artistico al di fuori della street art.
Sia nei murales che nelle opere perché lasciate brandelli di carta?
L: le opere sono tutte nella tecnica dello stencil e la carte fa parte dell’opera. Scegliamo di lasciare la carta perché fa parte del processo che noi utilizziamo. La tecnica è un mix tra lo stencil tradizionale e il poster, che fa da medium. Noi lo ritagliamo, lo modifichiamo in modo da rendere l’opera non più riproducibile. Nella tecnica normale dello stencil, l’opera comunque è riproducibile all’infinito, ritagliando su dei fogli di plastica o cartoncino puoi riprodurre innumerevoli volte l’immagine. Mentre, in questo processo noi annulliamo l’idea di riproduzione dell’opera e rimane un’opera unica. I brandelli che vedi sono la riproduzione di quello che succede in strada cioè noi lasciamo che l’opera si sveli da se. Con l’aiuto degli agenti atmosferici, sole e pioggia.
L’opera continua ad avere una sua vita propria fino a quando la carta non viene rimossa del tutto e si svela l’immagine completa.

Tutte le opere sono state create con questa tecnica, mixando grafica e disegno. Le linee sono disegnati a mano e con una composizione grafica mescolandole alle linee digitali. Il mix digitale-analogico, serve a liberarci dalla tecnica dello stencil tradizionale.
Non proveniamo da scuola d’arte e quindi abbiamo utilizzato la tecnica dello stencil perché era più semplice per lavorare. Con il tempo, però, è diventata una gabbia perché implica molta precisione e rigore. Quindi da un po’ di anni a questa parte siamo passati anche al disegno a mano libera, poi scannerizziamo ogni singola linea, cerchio, e poi in computer grafica mixiamo per creare dei paesaggi. “Mare industriale” ci ricorda un paesaggio industriale, si possono riconoscere nelle linee, ciminiere, fumi, onde che rappresentano il mare.
Rispetto al passato, qual è la novità?

Sten: la vera novità sono le opere a colori ed i lavori su vetro. Sono sempre composizione di linee, ma a colori. Le linee in quadricromia sono in contrasto con le linee nere, attraverso tagli negli strati. Vengono creati, sovrapponendoli, quattro strati di stencil per ogni colore e poi tagliati. I titoli delle opere richiamano il figurativo. Per le opere su vetro partiamo sempre da un disegno a mano libera, poi ritagliato, ingrandito e inserito fra due vetri.
L: Per Vortici c’è uno studio sui segni gestuali. Sono disegni dell’inconscio, un inno alla gestualità e all’inconscio. Questa è una fase sperimentale. In passato abbiamo lavorato sulla fotografia, sulla ricerca dell’anonimato del ritratto. Abbiamo utilizzato molto quel tema, ci ha fatto conoscere. Con il tempo quella ricerca sentivamo che si era esaurita nonostante ci avesse caratterizzato. Dal 2013, proprio con il muro di Bari, abbiamo cominciato a fare cose più astratte ci siamo staccati dal passato e abbiamo cominciato una ricerca, senza mai rinnegare il passato.
Malvina Porta
ASS. CULT. DOPPELGAENGER Palazzo Verrone – Via Verrone, 8 – 70122 Bari
ORARIO DI APERTURA AL PUBBLICO: Da maggio a settembre: lunedì/venerdì 17:00 – 20:00 Ogni giorno su prenotazione.
CONTATTI: info@doppelgaenger.it Tel +39 392 8203006 WEB: www.doppelgaenger.it / www.facebook.com/doppelgaengerbari
ELTONO: www.eltono.com www.facebook.com/eltonopublicart
STEN+LEX: www.stenlex.com www.facebook.com/stenlex