Siamo ancora il Bel Paese?

Al Maxxi si celebrano i 70 anni della Repubblica Italiana con la mostra “Extraordinary visions. L’Italia ci guarda”, raccogliendo 150 foto di artisti italiani e non che hanno posto il proprio sguardo sull’affascinante realtà e le contraddizioni del Bel Paese.

Mentre al centro di Roma sfrecciano i rituali festeggiamenti per l’importante anniversario, al Maxxi un’esposizione dei più grandi maestri della fotografia internazionale racconta l’Italia, spogliandola della classica immagine da cartolina con cui il paese è sempre stato presentato agli occhi del mondo.
Non l’Italia delle fontane, delle chiese e dei luoghi cult celebrati dall’iconografia pubblicitaria, ma l’Italia degli spazi urbani compromessi dal degrado, delle periferie dimenticate, dell’abusivismo edilizio, ritraendo la triste realtà che si nasconde dietro il mito intramontabile del Bel Paese.

Una mostra, visitabile fino al 23 ottobre, che dedica 150 immagini alla storia di una nazione che da 70 anni vive di mille contraddizioni, fatta di luoghi idilliaci contaminati da un’inesorabile trasformazione urbana, storica e culturale, divenendo un soggetto privilegiato per l’obiettivo fotografico affascinato dalla poliedrica realtà della penisola.
Un vero e proprio viaggio in cui ci si imbatte in paesaggi bellissimi, ma compromessi dal degrado, in luoghi bucolici, ma contaminati dall’uomo e dal turismo di massa, documentando tragicamente l’insuperabile incongruenza tra i tempi di una natura arcadica e quelli della realtà contemporanea. La mostra accosta così soggetti diversi e panorami che vanno interpretati all’interno del contesto storico degli ultimi trent’anni, documentando allo stesso tempo l’Italia delle dolci colline baciate dal sole, la vera grande bellezza, fotografata accanto a paesaggi profanati dal consumismo e dall’indifferenza generale.

L’esposizione fotografica diventa un atlante che offre allo sguardo lo spazio umano, rurale, cittadino esplorato nelle sue poetiche contraddizioni, un grand tour che celebra l’Italia, ma che ne condanna parallelamente gli abusi e l’abbandono, consegnandoci il rapporto tra l’immagine del Bel Paese nel mondo e la sua trascurata realtà, rivelando l’artificio che si nasconde nel rapporto tra la realtà quotidiana e l’immagine da cartolina.

Si tratta di una ricostruzione delle infinite trame che contraddistinguono il territorio italiano, presentato in una mostra che, articolata in 4 sezioni ed arricchita da video e photoscreening, ci conduce in un viaggio verso le radici della nostra identità nazionale e culturale.
Il titolo stesso della manifestazione ci obbliga ad un lacerante esame di coscienza, ponendoci una domanda assillante mentre percorriamo le sale del museo, interrogandoci sulla vera faccia di un paese amato in tutto il mondo, ma condannato dai propri stessi cittadini. L’Italia ci guarda in uno dei giorni più importati della propria memoria storica, ricordandoci di non pensare al passato ma di proiettarsi nel futuro per una nazione che merita non solo maggior rispetto, ma una rinascita.
Martina Patrizi
23 anni, laureata in letteratura e linguistica italiana all'università degli studi di Roma Tre. Amante dell'arte e della vita, mi tuffo sempre alla ricerca della bellezza e di una nuova avventura. La mia frase è "prima di essere schiuma, saremo indomabili onde".

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