Roma omaggia Pasolini: il ricordo dei funerali a Casarsa

Palazzo Valentini omaggia Pier Paolo Pasolini ricordando, con una raccolta di 24 scatti, i funerali dell’intellettuale tenutisi nella Chiesa di Santa Croce a Casarsa il 6 novembre 1975.

Fino al 31 marzo sarà aperta al pubblico, dalle 10 alle 19 con ingresso libero, presso la sede della Città Metropolitana, “Dedica a Pasolini. I funerali a Casarsa”, un percorso espositivo costituito da una sequenza fotografica che racconta al visitatore le esequie dello scrittore bolognese.
Infatti quel giorno, nella cittadina in provincia di Pordenone, le onoranze funebri di Pier Paolo si tradussero in un evento dalla risonanza internazionale che coinvolse moltissime persone e a cui parteciparono illustri esponenti del panorama culturale contemporaneo. L’opinione pubblica ancora una volta si divise di fronte ad una delle figure più emblematiche del nostro tempo, un uomo dalla profonda umanità che visse sempre al confine tra l’essere tanto amato quanto tragicamente incompreso.

Pasolini fu ucciso barbaramente all’idroscalo di Ostia la notte tra l’1 ed il 2 novembre 1975, e la sua morte tuttora trascina dietro di se l’ombra di un delitto irrisolto che sconvolse l’intero paese. Per questo ricordare il modo in cui l’Italia abbia partecipato ai suoi funerali, in uno dei luoghi a lui più cari e familiari, è una forma attraverso cui ricambiare ciò che Pasolini ha rappresentato per la nostra cultura contemporanea
Infatti il percorso fotografico documenta in maniera commovente quel triste avvenimento che mobilitò a Casarsa una moltitudine enorme unita nella condivisione del dolore per la perdita non solo di un grande intellettuale, ma di un grande uomo.
L’esposizione a Palazzo Valentini si inserisce ancora una volta in una delle tante forme attraverso cui si è cercato di commemorare Pasolini, la sua storia e l’importantissima eredità culturale che ha consegnato con la sua attività di scrittore, poeta, regista e pensatore. 

L’inaugurazione, nella Sala della Pace, è stata preceduta da un convegno in cui studiosi e critici hanno avuto modo di discutere specialmente sul controverso legame che ha sempre caratterizzato il rapporto tra la cultura italiana e Pier Paolo gettando luce su ciò che ha lasciato con la sua vita e soprattutto con la sua tragica morte.
La mostra realizzata dal Comune di Ciampino, dalla città metropolitana di Roma Capitale e dall’archivio Pasolini di Ciampino propone una galleria di fotografie scattate da Claudio Ernè (allora fotoreporter per l”Unità”) il giorno del funerale. L’evento, che è stato organizzato insieme all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, rientra in un progetto più vasto inaugurato già nel corso del 2015 in occasione del 40° anniversario della morte del poeta.
Gli scatti permettono di interrogarci sul complesso rapporto tra Pasolini e l’opinione pubblica italiana, infatti si tratta soprattutto di un’occasione per domandarci quale ricordo abbia lasciato all’interno dell’universo letterario dopo la sua prematura scomparsa. Uno sguardo indiretto attraverso cui partecipare al suo funerale,  immergendosi così in una folla enorme di intellettuali, scrittori, amici, lettori e semplici curiosi che si sono riuniti con il comune intento di commemorarlo.
Un romanzo fotografico del giorno in cui Pier Paolo Pasolini prese commiato da questo mondo nello stesso modo in cui vi aveva vissuto, agognando una fine estremamente violenta per appagare la propria libertà, attraverso una morte che sembrò necessaria per trarre le somme di un’esistenza tormentata. Egli stesso scriveva “Solo grazie alla morte, la nostra vita ci serve ad esprimerci.” (P.P Pasolini, Empirismo eretico, 1972)
Martina Patrizi
23 anni, laureata in letteratura e linguistica italiana all'università degli studi di Roma Tre. Amante dell'arte e della vita, mi tuffo sempre alla ricerca della bellezza e di una nuova avventura. La mia frase è "prima di essere schiuma, saremo indomabili onde".

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