Al Palazzo delle Esposizioni a Roma, fino al 21 Gennaio, è in corso la prima mostra sul fumetto nel mondo asiatico: “Mangasia: Wonderlands of Asian Comics”.
Se chiedessimo a qualcuno cosa sono i Manga, alcuni ci risponderebbero che non sanno cosa sono, altri direbbero che è il termine giapponese per fumetto, fornendo qualche dettaglio. Se volessimo saperne di più, dovremmo andare direttamente al Palazzo delle Esposizioni a Roma…
Mangasia è la prima mostra in Italia che racconta l’intera storia del fumetto narrativo e delle rappresentazioni di racconti religiosi e di fatti realmente accaduti o inventati, di tutta l’Asia. La mostra si divide in 6 percorsi.
La prima parte introduce il mondo del fumetto allo spettatore, raccontando le sue origini e la sua evoluzione, avvenuta con l’apertura del Giappone all’Occidente alla fine del XIX secolo.
Il termine Manga, di origine cinese, è stato riutilizzato proprio dal maestro Katsushika Hokusai per indicare i suoi schizzi.
Nella seconda parte della mostra, gli argomenti trattati sono le leggende e le religioni. Grazie ai fumetti le persone hanno potuto conoscere le figure delle loro religioni, gli eroi dei miti e delle favole e tutti gli spiriti del mondo Yokai.
In India i poemi principali dell’Induismo, Ramayana e Mahabharata, sono stati raccolti in curiose e misteriose xilografie. Un altro esempio è Il viaggio in Occidente, un romanzo cinese dove il monaco cinese Xuanzang si reca in India alla ricerca di testi sacri.
Col passare del tempo a Xuanzang furono affiancati lo Scimmiotto Sun Wukong e il maiale Zhu Bajie: è allo scimmiotto che si ispira il rinomato manga di Dragon Ball!
La storia di ogni popolo, oltre ad essere costituita dalla religione e dai miti, è formata soprattutto dagli avvenimenti storici del suo passato.
Come raccontato a metà percorso, fumetti che si ispirano a fatti storici realmente accaduti o a personaggi di spicco sono stati creati dall’800. Dal momento in cui l’autonomia di alcune nazioni asiatiche è venuta meno, fino alla storia attuale, i fumetti sono stati raccolti in versioni estese denominate Graphic Novel.
Ovviamente la storia non è costituita solo di avvenimenti importanti, ma anche di gesti normali della vita quotidiana.
La caratteristica è che raccontano i fatti da un punto di vista personale e spesso hanno svolto funzioni politiche di critica, denuncia o propaganda.
La quarta parte è una delle più ricche e presenta l’arte del fumetto nella sua realizzazione e nei suoi strumenti, antichi e moderni. Inoltre ci fa conoscere l’attualità del fumetto in Asia e della sua realtà lavorativa.
Non sempre dietro ad un manga c’è un solo autore, o Mangaka. Ogni autore lavora diversamente: ci sono fumettisti che prima scrivono la storia e poi disegnano o chi fa il contrario.
Altri argomenti affrontati in questa sezione sono la nascita di nuovi stili, l’influenza e la presenza delle donne, come autrici e pubblico, e lo scouting di nuovi talenti.
Il percorso successivo, il penultimo, è interamente circoscritto e suddiviso dalle altre con tendaggi che non consentono di vedere l’interno. Inoltre è vietato fare foto. Il motivo è semplicemente l’argomento di cui si parla all’interno: gli Hentai.
La quinta parte è dedicata al modo di affrontare la sessualità nei fumetti e alla censura, che cambia in ogni Paese asiatico.
I primi fumetti erotici erano gli Shunga, ed erano xilografie pubblicate singolarmente o in libretti di 12 pagine. Con l’incremento dei rapporti commerciali con l’Occidente, molti paesi asiatici adottarono atteggiamenti moralistici che portarono alla censura. A volte era adottata dalle stesse case editrici, dagli autori o imposta dai Governi.
Non mancano le storie sulla nascita di fumetti Yaoi, Yuri, i personaggi dal gender ambiguo, sul raggiro della censura di organi genitali e atti sessuali.
La sesta parte analizza l’argomento nei media di oggi come la televisione, che ha reso ancor più famosa l’arte del fumetto, il cinema, e i videogames. Sempre nell’ultima parte si parla dei fumetti nelle arti in generale: spettacolo, teatro, live-action, musica, fino agli amatissimi Cosplay.
Alcune piccole sezioni sono dedicati agli autori e registi più importanti nello scenario del fumetto e della sua trasposizione animata.
Sono rimasta molto dispiaciuta di non vedere citato Hayao Miyazaki tra i registi, visto che ha dato un enorme contributo all’animazione giapponese negli ultimi decenni.
Inaspettatamente ho trovato la mostra molto più grande e più dettagliata di quanto pensassi, cosa che ho personalmente gradito molto. Spero di tornarci al più presto per vederla con più calma e soffermarmi sui dettagli.
Ambra Martino