Lucianella Cafagna, Alessandro Sicioldr e Lorenzo Bruschini sono i protagonisti della mostra “A midsummer night’s dream” organizzata da RvB Arts, dedicata a Shakespeare. Noi abbiamo incontrato uno dei tre artisti, Lorenzo, che gentilmente ci ha spiegato che rapporto ha con il drammaturgo più famoso al mondo e come ha lavorato per creare le opere esposte nella galleria. |
Foto di RvB, opera di Lorenzo Bruschini. |
Come hai reagito quando la curatrice della galleria ti ha proposto il tema “Sogno di una notte di mezza estate”?
Quando Michele Von Buren, la curatrice della mostra, mi ha contattato diversi mesi fa, mi ha spiegato che avrebbero fatto una mostra d’estate, ispirata al “Sogno di una notte di mezza estate” shakespeariano, sono rimasto molto contento. In quel momento stavo giusto lavorando a qualcosa di molto simile. Quindi è stato un vero piacere conciliare il mio momento creativo con le esigenze della gallerista.
Da cosa prendi spunto per le tue opere? C’è un posto nel mondo che ti aiuta a essere più creativo? Per questa mostra a cosa ti sei ispirato?
Grazie a molti viaggi che ho fatto, soprattutto in Grecia, ho ricercato gli aspetti più oscuri dell’essere umano. E credo che questa mia “filosofia”, questa mia ricerca coincida perfettamente con il genio di Shakespeare, che è stato oltre a un grande drammaturgo un vero esploratore dei sentimenti umani e di tutte quelle parti più nascoste della nostra psiche. Era un immenso conoscitore della natura dell’uomo. Anche tutte le creature “mostruose” di “Sogno di una notte di mezza estate” si sono sposate perfettamente con il viaggio in Grecia, come ad esempio la figura del minotauro.
Per te la pittura è una forma aperta a tutti? Io ad esempio nei tuoi lavori vedo una forte dimensione onirica e magica. Come “rispondi” agli spettatori che magari non vedono le emozioni che tu, lavorandoci, volevi suscitare?
Mi piace che le opere siano aperte e ho “prestato” queste opere per questa mostra ma in realtà lascio moltissima libertà allo spettatore che ci può vedere quello che vuole e che sente più vicino in quel momento. La mia è una vera e propria ricerca interiore ma non completamente onirica, è una ricerca da lucidi perché solo così riesco a capire cosa ho dentro e cosa posso dare agli altri. C’è l’aspetto onirico e una ricerca simbolica, ma le immagini che emergono dal sonno sono state vissute nella vita di tutti i giorni, da svegli. Non amo lo spettatore passivo e sono contento che ognuno veda nelle mie opere qualcosa di diverso, di inimmaginabile. L’aspetto magico e di immaginazione per me è sicuramente importante, è una delle facoltà incredibili dell’essere umano. Ed è grazie all’immaginazione che si percorrono delle strade inesplorate e si può trovare qualcosa di nuovo, creando delle corrispondenze con la natura.
Shakespeare è l’uomo di teatro per eccellenza e a chi, come me, viene in mente subito lui quando si parla di teatro, si emoziona vedendolo riprodotto così fedelmente in un’opera pittorica. Il teatro può mischiarsi con la pittura e l’arte figurativa?
Mi sono avvicinato al teatro e mi sono accorto che l’arte ha moltissimo a che fare con il teatro. Anche se la cosa che più differenzia queste due discipline artistiche è che nella pittura regna il silenzio e la solitudine mentre nel teatro c’è la voce. Però la cosa che le avvicina moltissimo è che tutte e due accendono la mente dello spettatore, portandolo a riflettere, e gli suscitano delle emozioni. Forse più che il lavoro dell’attore il lavoro del pittore lo vorrei associare a quello dello scrittore, del drammaturgo.
Tutti e tre gli artisti sono completamente diversi: c’è chi ha usato più colore e chi invece, come Lorenzo, solo l’inchiostro nero sul foglio bianco. Una cosa però accomuna questi tre giovani pittori, un forte impatto visivo che non lascia di certo indifferente lo spettatore che, come me, va via con la convinzione che le forme dei dipinti sono uniche nel loro genere. Forme così armoniose e precise che sembrano descrivere esattamente le sensazioni di magia e di amore che la commedia di “Sogno di una notte di mezza estate” vuole suscitare.
Con il tempo si è capito che Shakespeare si è guadagnato l’eternità e ogni volta, citarlo o prendere spunto da lui, come hanno fatto questi tre artisti, è un vero e immenso onore.
Elena Lazzari