La mostra Op. Cit. – Alla Deriva presenta le opere più interessanti di Simone Giampà ed Antonio Pizzolante, artisti che guardano ad una realtà effimera, evanescente, completamente alla deriva.
Spesso
le nostre idee sono formate da un passato che noi recuperiamo per costruire qualcosa di nuovo. Usiamo
Op. Cit. nelle nostre tesi o pubblicazioni di vario genere
per indicare colui che ha formulato un’idea od un concetto, al fine di dire qualcosa di nuovo. La realtà è spesso effimera e precaria, cosa che vediamo nelle opere di
Simone Giampà ed
Antonio Pizzolante esposte nella mostra
Op. Cit. – Alla Deriva curata da
Laura Salerno, presso la
Sala Conferenze SEL di
Via Arenula, 29 dall’
11 al
26 febbraio.
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@Eventi Culturali Magazine |
I dipinti di Simone Giampà dimostrano l’attenzione che questo giovane e valente artista
dà al mondo che ci circonda e che ci ha circondato, con
continue citazioni dei fatti più tragici del mondo odierno, ma anche dei grandi artisti della nostra storia. Se prendessimo come esempio il bellissimo
Ritratto di Ragazzo sicuramente ci tornerebbero in testa i meravigliosi ritratti di grandi artisti come
Antonello Da Messina o
Tiziano, mentre la sua
Passione è un chiaro omaggio alla celebre
Crocifissione di
Renato Guttuso, esposta alla
GNAM di
Roma, e soprattutto al martirio di uno dei due ladroni. Lo stesso dramma del ladrone è il dramma anche
delle tante persone che continuano a morire torturate ogni giorno. Il mondo è
intriso di perdizione, (il Moulin Rouge ripreso dietro ne è prova) e
tutti avremmo bisogno di un nuovo Gesù Cristo (presente nella scena)
per salvarci.
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Ritratto di Ragazzo |
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Passione |
Interessanti citazioni sono presenti anche in
Made in Tiepolo e ne
Il bambino e l’angelo: nella prima opera viene citato il famoso
Cristo Portacroce di
Giambattista Tiepolo, artista veneziano vissuto a cavallo tra XVII ed il XVIII secolo,
maestro nell’uso del colore e della luce, che Giampà riprende
con un effetto che crea stordimento e dissonanza, mentre nella seconda
la purezza del bambino sorridente e del puttino riprende la grazia e la compostezza tipica della pittura di Guido Reni, ma
le figure sono isolate,
chiuse nel loro mondo ideale. Anche il suo
Dioniso è la ripresa di un soggetto molto celebrato nella storia dell’arte, ma l’immagine è distorta attraverso l’uso di effetti luministici interessanti, forse a voler sottolineare
quell’ebbrezza che il dio della gioia e del piacere dovrebbe rappresentare.
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Il bambino e l’angelo |
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Made in Tiepolo |
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Dioniso |
Giampà cita anche il
Caravaggio nel suo bellissimo
Ritratto di donna, un omaggio alla femminilità (la donna rappresentata è la moglie dell’artista), ma anche
la guerra e
le devastazioni prodotte dall’uomo che distruggono questo mondo, come in
Meninos de Rua, scena di agghiacciante povertà, dove l’immagine è destrutturata come nelle opere del grande
Pablo Picasso. Il dramma della violenza è presente in
Eden, quadro che riprende un particolare del
Combattimento dei galli di
Jean-Léon Gérôme, che in
Pakistan 141.0, una scena rappresentante lo straziante dolore di alcune donne che hanno perso i propri cari in un attentato.
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Ritratto di donna |
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Meninos de Rua (© Simone Giampa – Equilibriarte)
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Eden |
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Pakistan 141.0 |
Le sue citazioni riprendono momenti della vita quotidiana come Puer, ma anche il cinema, come i ritratti di Monica Vitti e Gérard Depardieu in Officina, ed immagini di monumenti e situazioni che attraversano la nostra vita quotidiana in Onora il padre, un atto d’amore verso il creato ma allo stesso tempo una denuncia dei suoi mali, in cui domina una figura possente che ricorda le creazioni di Michelangelo.
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Puer |
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Officina |
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Onora il padre
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Antonio Pizzolante indaga sulla distruzione della materia. Nella sua installazione
Magma, le strutture in polistirolo sono corrose da vari elementi che divorano le strutture. Ecco
Mother Earth, un mappamondo con i territori creati attraverso l’azione del mastice. Tutt’intorno, delle figure fagocitate da esso, come simbolo del tempo che distrugge:
Castello (elaborazione di
Castel Del Monte),
Piramide (citazione della
Piramide Cestia) e
Torre (ripresa dalla
Torre Velasca di
Milano). Sia la Piramide Cestia che la Torre Velasca sono esse stesse
citazioni, perché la prima riprende dalle
Piramidi di El Giza e la seconda dalla
Torre del Filarete del
Castello Sforzesco di
Milano.
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Mother Earth |
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Castello |
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Torre |
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Piramide |
Tutt’intorno dei Satelliti, creati attraverso l’uso dell’uovo e del mastice che decontestualizzano, minano un mondo alla deriva ma allo stesso tempo creano. L’uovo è simbolo di nascita, rigenerazione, fecondità ed immortalità. Il mastice colato e l’uovo trasformano le superfici per creare qualcosa di nuovo.
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Satellite #1 |
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Satellite #2 |
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Satellite #3 |
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Satellite #4 |
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Satellite #5 |
Completa la mostra un’installazione creata dalla curatrice con un televisore che trasmetteva scene tratte da film o documentari ed immagini varie: un’opera d’arte in un’opera d’arte. I due artisti destrutturano, descrivono un mondo ormai inflitto dalla divisione, però, solo partendo dalla comprensione dei fenomeni che hanno causato ciò si può ricostruire un mondo armonico. Un consiglio utile intanto è quello di andare a vedere questa mostra e sostenere i nostri giovani e valenti artisti, perché l’arte contemporanea, mettiamocelo in testa una volta per tutte, è arte come quella dei grandi maestri che tutti quanti adoriamo.
Marco Rossi
(© Foto di Marco Rossi, laddove non sia indicata altra fonte)