I segni di Guido Strazza alla Galleria Nazionale di Roma
Guido Strazza e la sua mostra “Guido Strazza. Ricercare” allestita dal 7 febbraio 2017 al 26 marzo 2017 nelle sale della Galleria Nazionale di Roma.
Ci sono tanti artisti italiani di cui si dovrebbe parlare in maniera molto più approfondita, ed uno di questo è Guido Strazza. Artista toscano nato a Santa Fiora, vicino Grosseto, nel 1922 e ancora vivo, è il protagonista della mostra personale “Guido Strazza. Ricercare” allestita presso le sale della Galleria Nazionale di Roma dal 7 febbraio 2017 al 26 marzo 2017.
L’artista, contemporaneamente agli studi di ingegneria, ha frequentato Filippo Tommaso Marinetti, il grande poeta vate del Futurismo, e si è formato come pittore autodidatta. Strazza ha viaggiato molto (Cile, Brasile, Perù, Venezia, Milano). La sua arte è interessante in quanto dimostra che Guido Strazza ha sempre recepito gli stimoli delle varie epoche da lui vissute. L’opera che qui vedete, Si el rio llega todo serà arruinado (letteralmente Se il fiume arriva tutto sarà rovinato) del 1953, sembra voler creare un’omaggio all’arte cubista di Pablo Picasso.

Andando avanti nel percorso della mostra vi sono dei quadri della serie Segni di Roma. Roma è una città che ha dato tanto a Guido Strazza. Egli è stato direttore dell’Accademia delle Belle Arti del 1985 al 1988. Ecco infatti la sua Colonna spezzata, sinonimo di un mondo e di una civiltà ormai persa. Accanto abbiamo il Gran Cosmate, inno alla grande famiglia dei Cosmati, marmorari romani autori di meravigliosi pavimenti e decorazioni marmoree, le cosiddette “cosmatesche“.
La forza del cosmo
Ma il mio sguardo è stato subito rapito dal bellissimo Rosso, segno azzurro, un sole con un segno centrale che lo rendeva ancora più vivo, che rapisce per la sua bellezza. Quest’opera immerge il visitatore in un mondo empirico. Sembrava di sentire il calore della fiamma ardente e dei raggi del sole. Guido Strazza ha concepito quest’opera in sei lunghi anni, dal 1999 al 2005.

Altri segni di Guido Strazza
Anche la serie dei segni è veramente interessante e accattivante. Nei suoi Segni del 2012, Guido Strazza sembra voler omaggiare il padre dello spazialismo, Lucio Fontana, autore dei famosi Concetti Spaziali con i quali negli anni ’60 si andava metaforicamente alla ricerca di uno spazio fuori dalla tela. Molto vicini per stile sono i suoi Segni di Roma (Gesto e Segno) del 1974, ricordo di una città vissuta.
Ma l’arte di Guido Strazza è un’arte la quale primeggia per la minuzia calligrafica, come possiamo vedere nei suoi paesaggi come l’Orizzonte Olandese, facente parte della serie Orizzonti Olandesi esposti allo Stedelijk Museum di Amsterdam. Nel guardare il suo Racconto segnico (omaggio ad Arshile Gorky) la sensazione che si ha è quella di un mare magnum di particelle mentali che si stanno ricomponendo per ricreare un’immagine. Le sue trame quadrangolari sono come un patchwork di emozioni estremamente legate fra di loro. Consiglio di finire la visita della mostra con il suo Grande Ricercare, un pannello avvolto nella luce, che dona la sensazione di trovarsi davanti allo spazio cosmico e di cercare un qualcosa, che forse è la nostra vita.
Una bellissima mostra ed un grande artista tutto da scoprire. Andateci!!
Marco Rossi
(Foto di Marco Rossi)