Chouchou, il brand italiano che ha conquistato la Scozia

Nuala for Chouchou

Couchou è un brand tutto italiano che ha conquistato la Scozia.

Tutta opera di Silvia Pellegrino, una giovane stilista italiana di moda cosmopolita e affascinante che, sfruttando la sua inclinazione di viaggiatrice seriale, ha creato un brand di grande successo coniugando talento e suggestioni da tutto il mondo.

Dopo una solida formazione presso la Scuola Centrale del Design di Saint Martin a Londra e l’Amsterdam Fashion Institute,  ha vissuto a Los Angeles. Couchou

Dopo il ritorno a Roma e influenzata dalla maestosità dell’architettura barocca della sua città d’origine si trasferisce nel 2009 a Glasgow, città dalla grande potenzialità estetica sia sul piano artistico che sociale e nel 2010 nasce Chouchou. Accanto alla sua etichetta, Silvia ha lanciato Bold Souls, cinque eventi pop-up che hanno contribuito a mettere insieme creativi nella scena modaiola di Glasgow. Nel suo lavoro, Silvia difende l’importanza dell’originalità del design e ha creato una piattaforma per condividere la sua mission con gli altri stilisti. Nel 2016, la storia continua nella città ispiratrice di Barcellona.

Silvia, la prima cosa che si prova osservando le tue creazioni è una irresistibile voglia di indossarle e sfidare l’asfalto metropolitano. Sono un piacevole contrasto di stili e suggestioni e rivelano l’anima autentica di una vera viaggiatrice non solo nello spazio ma anche nel tempo.

Mi piace molto l’espressione ‘sfidare l’asfalto metropolitano’. Tutti i disegni Chouchou son realizzati con l’intenzione molto forte che possano essere vissuti. Fino da adolescente ho sempre avuto un’anima un po’ ribelle e sognatrice, desideravo capi unici e crescendo mi sono resa conto che più persone condividevano questo sentimento. Tutti i disegni che creo accompagnano me e un numero crescente di donne sparse per il mondo nei nostri momenti più significativi della vita. Sono come la loro migliore amica, o un’alleata di styling infallibile! 

Il tuo brand Chouchou è sorprendente: tartan senza tempo si sposano con fantasie floreali, barocche, una Lady Marian grintosa e moderna. Quali sono le influenze storiche che hanno ispirato le tue creazioni e la scelta di continuare la tradizione dei tessuti delle Highland in chiave post new wave, un po’ alla Westwood per intenderci?

Wow! Non avevo mai pensato a Lady Marian in effetti, Robin Hood! D’altronde hood in inglese vuol dire proprio ‘cappuccio’. Devo essere onesta, non ho delle influenze storiche ben precise da citare. Credo che la mia ispirazione principale per il cappuccio, ad esempio, sia scaturita dal mio viaggio a LA nel 2007. Ancora oggi le felpe con cappuccio continuano ad essere un ‘hit’ nella cultura casual statunitense, ma mi piaceva molto l’idea di indossarle con l’effetto di ‘nascondere’ in modo intrigante il viso, sono affascinata dal mistero.

Ho reinterpretato questo particolare di abbigliamento in modo più elegante, ‘timeless’ e la sfida continua ancora oggi. Per quanto riguarda altri tipi d’ispirazione ci sono un migliaio di donne e figure artistiche che ispirano le mie creazioni da ormai 10 anni e sono un numero in continua crescita. Mi piacciono molto le fonti meno ovvie come potrebbe essere la sensazione provata camminando per le strade di Bali, uno sguardo particolarmente intenso e penetrante o le poesie di Rupi Kaur. 

Couchou

Moltissimi italiani di talento hanno deciso di espatriare nel campo della moda. Oltre al fatto delle maggiori possibilità di successo economico, qual è il motivo secondo te? Può sembrare la solita banalità riferita alla “fuga dei cervelli” ma a me sembra che ci sia anche un immobilismo autoreferenziale a livello creativo.

Onestamente non considero una cosa negativa il fatto di poter fare esperienze all’estero. Sarei un’ipocrita a non ammettere che si tratta di un’opportunità fantastica estesa a tutti. So che in Italia si parla di ‘fuga di cervelli’ ma io non sono d’accordo. Voglio spezzare una lancia a favore dei molti cervelli italiani che invece scelgono di rimanere nel nostro bel Paese, ho molti amici italiani che hanno fatto questa scelta e sono persone di talento e successo. Di contro, secondo me, oggigiorno è così facile ed economico viaggiare che è difficile resistere alla tentazione di fare esperienze oltralpe.

Ho vissuto in Scozia 6 anni (Chouchou è di base a Glasgow) ed in Scozia c’è un’altra mentalità, credo lì sia visto in maniera più normale scappare dalla Scozia… anzi si sorprendono quando gente come ma sceglie Glasgow come città di residenza, visto che il clima non è per nulla di paragonabile al nostro. Sono incuriositi dalla mia scelta. Non so per quale motivo esatto la gente si spinga fuori dall’Italia ma io ricordo sempre il discorso fatto da Ulisse ai compagni per invitarli a navigare oltre le colonne d’Ercole. Per me sfidare l’ignoto è una parte fondamentale del processo creativo, se vogliamo creare qualcosa di personale ed unico. Ciò non toglie l’amore spropositato e la stima che provo per il mio paese e l’orgoglio con cui ne parlo all’estero.

Da ogni esperienza di viaggio hai ricavato un contributo per la tua ispirazione. La moda è l’architettura del corpo, a tuo avviso? E quanto è importante la scelta dei materiali?

La moda è assolutamente architettura del corpo! Oltre a questo, che è l’effetto visibile dovuto alla scelta dei tessuti, della combinazione dei colori, strutture e rifiniture, nella moda c’è un aspetto psicologico che amo. Un buon disegno ha effetto terapeutico, ti può far sentire sicura/o sicuro di te, attraente, elegante… la scelta dei tessuti è fondamentale! Un medesimo disegno realizzato utilizzando due tessuti diversi potrebbe apparire una cosa totalmente diversa. Sono un’amante dei tessuti di qualità e compro molto in Italia, Scozia e Spagna.

Scegli delle tinte particolari per le tue creazioni come il blu ottanio, il mandarino, il verde petrolio. E molti inserti di ecopelliccia colorata. Ti ispiri a qualcosa di particolare?

In realtà in ogni stagione creo una ‘storia’ in cui c’è una donna come protagonista ed i colori della collezione dipendono dal ‘mood’ di questa storia. Scelgo tessuti che parlino alla mia anima e che siano comodi e virtuosi, limitando l’uso del sintetico. L’ecopelliccia mi fa impazzire: innanzitutto perchè sono un’animalista e vegetariana da circa 2 anni e poi perchè c’è un qualcosa di regale e malizioso nell’uso della pelliccia (sempre eco, ovviamente). Io stessa indosso cappucci con inserti di ecopelliccia e sciarpe pellicciose e supervoluminose, da abbinare a vestitini e tacchi altissimi nelle le occasioni speciali.

Il fatto di fare rete con altri stilisti è la risorsa del futuro. Sei generosa e lungimirante oltre che talentuosa e le grandi testate di moda lo hanno capito, tanto da dedicarti servizi sui più grandi rotocalchi specializzati come Vogue e Glamour.

Oh, grazie! Sono estremamente grata per lo spazio mediatico che è stato concesso a me e a Chouchou nel corso degli anni. Los Angeles mi ha insegnato che non dobbiamo essere in competizione con i colleghi designer; personalmente ho sempre cercato di essere aperta a collaborazioni con gente di talento perché è importante per me spingermi oltre ciò che conosco ed assumermi dei rischi. Inoltre è basilare circondarsi di creativi che condividano le stesse sfide e lo stile di vita in modo da comprendersi e collaborare. 

Ad maiora, Silvia, aspettiamo le sorprese delle tue prossime collezioni

 

Tutte le collezioni Choucou sono disponibili nello store on line www.chouchoucouture.com 

Antonella Rizzo

 

Poetessa, scrittrice, performer, giornalista. Collaboratrice di Culturamente dal 2015.

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